23 settembre 2015

CILM35 Rovegno - Preview

Dodici mesi fa a Passo Vezzena era andata così (come avevo descritto qui):


Quest'anno siamo orfani di alcuni di quegli 11, e in particolare dei due Carli e di Giaime. Però direi che Carlo C potrebbe essere sostituito egregiamente da Roland, e Giaime da Edoardo. Re Carlo ovviamente è insostituibile, ma cercheremo di farcene una ragione...

A giocarci il podio secondo me siamo in 10, a giocarsi l'oro saranno un po' meno, diciamo Grassi - Grassi - Pin. Io purtroppo non posso vincere, perché il tracciatore/cartografo ha scritto chiaramente ancora tempo fa che "Qui non si sa chi vince.....qui quelli abituati a vincere potrebbero non riuscirci.....qui quelli che di solito non vincono potrebbero farcela", quindi io che ho vinto le ultime 2 long su 3 sono tagliato fuori, e potrò partire tranquillo tranquillo senza nessuna pressione addosso.

Buoni CIL a tutti!


Coppa del Trentino: long alla Brigolina

Alla Malga Brigolina ci sono venuto in gita scolastica all'asilo, anzi, per la precisione, con la gita scolastica dell'asilo di mia sorella. Io avevo per la prima volta a mia completa disposizione una macchina fotografica (pellicola, naturalmente) e avevo fatto un reportage completo di tutte le mucche al pascolo. Ma bando all'amarcord.

Alla Brigolina ci sono arrivato in bici, dopo aver commosso l'autista del pullmino sostitutivo della funivia Trento-Sardagna (chiusa per vento), per convincerlo a lasciarmi metterci la bici almeno fino alla sua méta, dato che altrimenti avrei dovuto farmi 700 metri di dislivello, e così solo la metà. Il motivo era che poi dovevo schizzare subito a casa per pranzo di parenti, e il risultato è che sono arrivato bello riscaldato.

E anche bello incazzato per la garaccia di Nova Ponente del giorno prima. 

Zonato ha raccomandato di correre male anche questa, ma siamo sulla MIA montagna, sulla MIA distanza, e se faccio un'altro schifo come ieri devo tornare dallo psicologo per altri 4 anni.

Il cuoco ha apparecchiato un giretto sotto le case, un lungo trasferimento, un po' di svago fa i sassi e le canalette, un'aletta di farfalla, e un piccolo trasferimento nel prato dell'arrivo, per un totale di 6700 + 240, che non è moltissimo, ma ce lo facciamo bastare. Avversario di giornata il signor Gobber, che ha osato superarmi in salita meno di 24 ore fa.

Parto deciso e preciso e nonostante il suo miglior tempo alla 1 e la mia esitazione fra le canalette della 4 (dove però lui esita di più) alla 8 sono davanti di 5 minuti e mezzo, con 6 migliori tempi a 2 (gli altri naturalmente facciamo finta che non esistano, anche se il Belarusso non era mica male).

Poi c'è la tratta lunga, quella che probabilmente quando pubblicherò il mio post sarà già stata abbondantemente radiografata dal suo autore e che io non trovo di meglio da fare che affrontare altissima. Dovessi rifarla mentre scrivo, andrei ad attraversare la "valle della morte" all'altezza del bordo nord del prato, risparmiando un sacco di strada e facendo giusto 2 curve di dislivello di salita. Ma non l'ho pensata così in gara.

Mentre scendo dal ripido e scosceso sentiero che mi porterà verso la 9 penso che almeno potrei passare dalla 15, ma lo penso troppo tardi, e quando finalmente sono arrivato in zona punto o quasi, mi faccio distrarre dai sassi e faccio un giro a vuoto. Ho il buon senso di tornare ad un punto certo, ma il giretto mi costa almeno 3', che, sommati a quelli dovuti alla scelta balorda, fanno un totale di 7 minuti di distacco da Andrea, che mi lasciano 2' dietro di lui [o almeno così pensavo quando ho scritto le righe precedenti senza guardare la traccia GPS su Quick Route, che dice che il giretto di minuti me ne costa 6 e mezzo. E poi un informatore mi ha detto che anche Andrea è passato da sopra, quindi i 7 minuti vengono dal giretto e dal tentativo maldestro di passare dalla 15].

Faccio bene la 10, benino la 11 e maluccio la 12 (ma non capisco ancora come mi abbia potuto dare 40'': sono diventato COSI' lento in salita?).

Dalla 13 alla 19 è proprio divertente e riesco ad avvicinarmi ad un solo minuto di distacco prima di tornare a quasi due. C'è ancora una lanterna lunghetta e, dato che prima sono stato alto, stavolta scendo. Completando così la frittata, dato che questa volta era mille volte meglio salire alla strada (10 curve) e poi scendere al punto, piuttosto che scendere nel baratro e poi risalire (13, ma più bastarde). Immagino che lui sia andato dall'altra, dato che mi rifila altri 2 minuti, più altri 16'' per andare alla 21, dato che io ho la lingua felpata perché arrivo da 13 curve in salita e lui è fresco come un giglio dopo le sue 5 in discesa [e qui il mio informatore non mi ha detto nulla, ma mi sembra una spiegazione plausibile].

Finisce che vince di nuovo lui, con 4 minuti di vantaggio. Uffa.
Però Zonato è contento. E speriamo abbbia anche ragione.


22 settembre 2015

Campionato Trentino Middle

L'orienteering è un gioco strano. Quando vinci sembra facilissimo (oppure quando sembra facilissimo vinci), in ogni caso ti sembra che adesso vincerai sempre. Però non è mai vero.

Reduce da due brillanti vittorie a Vezzena e Barricata, arrivo a Nova Ponente molto fiducioso di poter continuare la serie, al cospetto del Catinaccio e del Latemar. La gara vale anche come campionato Trentino e Altoatesino middle, quindi ancora meglio. Vero che a Nova Ponente io ci ho quasi sempre lasciato le penne (paradigmatico il mio 13esimo posto alla seconda di Coppa Italia dell'anno scorso, dopo aver vinto la prima), ma siamo sul bordo della carta dove l'anno scorso ho corso tanto bene in Arge Alp e se ho fatto amicizia con Barricata vuoi che non faccia amicizia con Nova Ponente?

No.

Potrei anche dire che ho seguito il consiglio di Zonato, che mi suggeriva di non andare troppo bene ad una settimana dagli italiani long, ma per primo mi vergognerei ad andare in giro a dire che seguo i consigli di Zonato, e per secondo per non andare troppo bene non occorreva andare così male.

La verità è che fra la 3 e la 4, mentre inconsapevolmente inseguivo il pimpante Cristellon a soli 3'' di distacco, ho commesso il Peccato Capitale Numero Uno dell'orienteering: ho pensato "oggi è facile". Non ho fatto apposta e ho smesso subito, ma è stato sufficiente, anche perché l'ho pensato proprio arrivando ad una delle lanterne più bastarde della giornata, con un bosco molto più verdino di quanto segnato in carta, con un naso molto meno evidente del previsto, e con zero atleti utili nel momento del bisogno. Morale: buttati 5' e la gara.

Tento di resistere per qualche altra lanterna, col miglior tempo alla 5 e alla 7, ma alla 8 sento avvicinarsi il trenino di Hueller e Gobber, e andando alla 9 prima (orrore!) Gobber mi supera in salita azzerando la mia autostima, e poi, nel tentativo di ignorarlo, mi getto in un dirupo quando la lanterna era 10 metri dietro di noi e sarebbe bastato girare la testa.

A questo punto sarebbe forse meglio ritirarsi, perché cervello e morale si alleano per farmi fare la figura del cioccolataio, riuscendoci alla perfezione alla 10 (assurdo giro del mondo, e non capivo neanche a che strada ero arrivato), alla 12 (dove mi manca solo il bastone e il cestino per sembrare il perfetto cercatore di funghi), alla 13 (dove, con tutto il rispetto, mi umilia Eddy che 2 mesi fa era immobile a letto) e nel tempo totale, meravigliosamente superiore di 16' abbondanti rispetto a quello di Carlo (che non è neanche Rigoni...).

Il Catinaccio è sempre splendido, il Latemar pure, ma con Nova Ponente ci farò amicizia la prossima volta.


19 settembre 2015

"Long" a Barricata


Secondo test match in vista dei Campionati Italiani Long* di fine mese,questa volta a Barricata-ogni-onore-e-gloria-nei-secoli-dei-secoli-amen. Dovrebbe essere una long, ma il tracciatore forse non vuole farci stancare troppo, e non solo ci tiene fuori dalla zona più ostica, ma si limita a poco più di 10 km sforzo. Non ci sono più le long di una volta (e il campionato italiano long non sarà molto più long, ma lì forse ci sono metri di palta e si andrà via a 10 al kms).

Ci tenevo a fare per la prima volta una buona gara in questo posto, e la sfida pre CIL con Pin e GPM aggiungeva pepe, così ho seguito in consigli del tracciatore e sono partito prudente.

Le prime 4 potrebbero tranquillamente mandarti a remengo la gara, con quelle forme apparentemente invisibili, ma pensando a Sgiùsgiù e al suo metodo "full speed no mistake" mi concentro sul dossone e metà della tratta per la 1, che mi tranquillizza molto e mi fa uscire indenne (e in testa) dal gironcino infernale, seguito da Edoardo Cortellazzi a 30'' e Dario Stefani a 50''.

La 5 è poco più di un trasferimento, con quel collinone come riferimento, ma non la pensa così Edoardo, che ci si sputtana almeno il podio. La 6 con il senno di poi sarebbe stata da scendere nel catino e correre a tutta fino alla canaletta, io invece la prendo un po' più alta, e la canaletta la uso anche, ma non benissimo, e prendo più di un minuto da Hueller e Stefani e Cortellazzi e GPM.

Stefani però si incaglia alla 7, che io attacco in sicurezza dalla buca visibilissima in mezzo alle erbe, e lo raggiungo e supero andando alla 8 (dopo che l'anno scorso da queste parti mi aveva raggiunto e superato partendo 20' minuti dopo di me...). 8 che è bella infrattata vicino al riparo Dalmeri (dove si riparavano i famosi epigravettiani, parola che mi insegna Stefani nel dopogara...) e chiede di fare attenzione a come ci si avvicina. Attenzione che Roland non fa e ci lascia 2 minuti e mezzo, mentre GPM mi brucia di soli 5''.

Salendo alla 9 inquadro Pin partito 4' prima di me, ma su quel salitone le gambe primierotte di Gobber sono 10'' più veloci delle mie (che sono comunque 30'' più veloci di tutti gli altri, e speriamo che reggano fino al 26). Per la 10 corro dietro a Roland, che supero andando alla 11, dove lo precedo  rimanendo più in alto di lui. La lanterna è in un perfida buca di roccia, ma il sassone lì vicino è un punto d'attacco comodissimo.

Per la 12 non capisco subito che dopo la forestale si torna a salire, ma poco male, e la mia scelta si rivela non male comunque (anche se il primierotto ci mette 20'' di meno).

La 13 è bastardissima, ma, split alla mano, lo è solo per me. Dopo il trasferimento per il quale credo di fare la scelta giusta, arrivo in zona punto e trovo una marea di alberi caduti, che mi mandano in confusione totale. Il gps dice che stavo andando nella direzione giusta, bastava proseguire ancora un po', e io invece vago come un modellino con il telecomando rotto. Ci perdo più di 7 minuti.

Ma la novità è che con 7 minuti di errore vinco lo stesso :-)

Un po' perché alla 12 avevo 6' di vantaggio, un po' perché da lì alla fine, nonostante i 10'' che gli regalo sulla 15 per non sufficiente risolutezza nel proseguire nella direzione giusta, recupero a Roland 37'' e gliene do altri 18'' (e allo sprint guardando anche i tempi della MA sono secondo di 1'' solo a Tenani e più veloce di Melioli e Daves: forse mi sono dopato). Terzo arriva GPM, a un minutino.

In ottica Campionati Italiani Long sicuramente da tenere d'occhio Cortellazzi, che senza i 6' elargiti alla 5 avrebbe vinto, Pin sembra un pelo più in forma di GPM, SimoneG corre fra gli elite per sottrarsi al confronto, Ingemar boh. E nulla si sa di Buselli, Ruggiero e Gottardi...



* pare proprio che Re Carlo sia infortunato, anche se una delle sue figlie dice che va a correre lo stesso: auguri auguri auguri, e se nei commenti ti va di dirci come stai, sarebbe gradito.

10 settembre 2015

JTT a Passo Vezzena


Primo test match in vista dei Campionati Italiani Long* di fine mese, nello stesso posto (ma non sulla stessa carta) dove ho vinto l'argento agli Italiani Long dell'anno scorso, e sulla stessa carta degli Italiani Middle di quest'anno, dove non ho vinto un tubo.

Come dice Stegal, il tempo è splendido, e la gara è l'ideale per riprendere in mano una carta dopo le ruggini estive. C'è anche un sacco da correre, cosa che a me non fa mai male.

Dopo il solito crampo al braccio per far pigliare i satelliti al mio garmin rosa in mezzo al bosco, penso di partire prudente, ma la strada invoglia, e il punto d'attacco è chiaro, e trovo anche facilmente la lanterna, che mi sembra molto più vicina di quanto pensassi. Primo doppio rosso su winsplit (miglior tempo di tratta e miglior tempo totale) e via verso la seconda. Decido di aggirare il montarozzo e un uno due di radure, con tanto di buche fra una e l'altra, mi fionda sulla lanterna con un altro doppio rosso.
Ruggine piena invece alla 3: esco malissimo dal punto precedente (come farò in tutta la gara) e attacco da sotto lungo le rocce invece che dal comodo albero nel prato: 30 secondi persi.

Per la 4 si corre, e pure in discesa (che temo peraltro non sia il mio terreno ideale, visto il mio baricentro un po' alto). La prima idea è attaccare dal laghetto, ma poi la cambio e ci arrivo dal sentiero. Non so se da sotto ci avrei messo meno, ma l'azimut dalla canaletta a bordo sentiero è insperatamente preciso e altro d.r. Discreta ma non ottima la 5, meglio uscire subito sul prato e poi buttarsi giù, che cincischiare un po' nel bosco: Ingemar ci mette 10 secondi di meno.

Sul prato per la 6 vedo in lontananza Fabio, partito 4' prima di me. L'unica difficoltà è beccare il punto del sentiero da cui attaccare. Quando mi sembra di esserci, punto la bussola, guardo dove dice lei, e vedo Fabio uscire dal punto: uau! Lo raggiungo prima di punzonare la 7 (un azimut perfetto sotto la linea rossa: giuro che non ho taroccato la traccia GPS!) e lo stacco correndo verso la 8. Il punto di attacco non mi è chiarissimo, ma arrivo alle rocce, poi mi pare di vedere il verde 3, e poi in pratica la vedo. Ok, un pizzico di culo, e Ingemar fa 10'' meglio, ma va bene così.

Secondo quadratino rosa invece alla 9 (errore maggiore del 20% del tempo del migliore), alla quale faccio una scelta del tutto insensata, che non saprei spiegare neanche adesso. Ci arrivo precisissimo, ma è la scelta più stupida del mondo, e mi ci mangio 40'', senza neanche accorgermene, prima di riguardare la carta all'arrivo.

Sulla 10 ci si cade, sulla 11 molto meno. La linea rossa non mi sembra una buona idea e allargo per fare meno dislivello, vai a sapere se l'idea era migliore. Una volta arrivato in zona punto leggo il boschetto come fosse in stampatello e arrivo alla lanterna come se mi avessero detto dove era, però Emanuele Rebuli ci mette 33'' meno di me, e un po' mi scazza.

La sequenza 12-13-14 è fra le rocce e la prendo mooolto prudente. Ci entro con 1'45'' di vantaggio sul secondo, e ne esco con soli 37'' e due quadratini rosa, ma tutto sommato per oggi va bene così anche questa volta. Meno bene che esca dalla 14 di nuovo a casaccio e vada a pascolare nel verde 2 prima di ritornare sulla retta via: era una di quelle tratte dove dovevo guadagnare mezzo minuto su tutti, e perdo 8'' da Fabio.

Volutamente guardinga la 16 e poi a perdifiato per la 17, che per molti è stata perdigara. Accade che Eddy, in perfetta armonia di intenti con tutti quelli che c'erano a Passo Vezzena per il raduno dei giovani trentini, metta 4 lanterne in altrettanti avallamenti piuttosto vicini fra loro, e che in parecchi, in varie categorie, ci lascino le penne. Ora, gli avallamenti erano MOLTO evidenti e non si poteva confondere uno con l'altro, sulle lanterne c'era il codice che tutti potevano (anzi, avrebbero dovuto, da bravi orientisti) confrontare con quello riportato in descrizione punto. Se ce l'ho fatta io...

Campestre pura da lì all'arrivo, la cui specifica graduatoria è: primo Rebuli in 6'20'', secondo Pedrotti in 6'21'', terzo Gobber in 6'32'' e quarto Neuhauser in 7'8''. La graduatoria finale della gara invece dice primo Pedrotti in 1:01:21, secondo Neuhauser in 1:04:26, terzo Gobber in 1:07:32 (ottavo Rebuli in 1:50:29).

Sabato 12 nuova puntata di avvicinamento a Rovegno con il probante test di Barricata, la mia amica. Mentre Simone Grassi continua a sottrarsi allo scontro diretto rifugiandosi di nuovo in MA, saranno questa volta della partita in M35 anche Pin e Paolo Mario Grassi, oltre di nuovo a Hueller - Gobber - Neuhauser. Mi sa che ci divertiremo un sacco. 

* gira voce che gli Italiani Long di Rovegno saranno del tipo Rigoni-free, ovvero a scelta multipla anche per quanto riguarda la medaglia d'oro. Sinceramente (e poco sportivamente...) speravo che Re Carlo decidesse che la Val Trebbia era troppo fuori mano per estendere fin lì il suo regno, ma se è vero che invece non ci sarà per uno stiramento alla coscia, mi spiace un sacco e gli faccio tantissimi auguri.

6 settembre 2015

Gran Sasso di corsa

È un altro post extra-o, ma che ci posso fare se la vita mi tiene lontano da carta e bussola? E poi è colpa di carta e bussola se sono finito lassù.

È successo che per andare alle gare di coppa italia di l'Aquila e dintorni, mi sia capitato di passare dalle parti del Gran Sasso, rimanendone fulminato. Da spocchioso abitante alpino, pensavo fosse una di quelle alture che al sud chiamano montagne perché non hanno di meglio, invece vedendola dal vivo avevo scoperto che era proprio bella ma bella: 2919 metri di sasso davvero. Mi ero detto che prima o poi avrei dovuto andarci a fare una corsetta. E dato che ad agosto ero al mare a Civitanova Marche, mi pareva di essere abbastanza nei dintorni per farci una scappata.

Poi, orari dei treni + pullman alla mano, è stato un po' come se da Trento io fossi andato a fare una scappata sul Duomo di Milano, ma pazienza. Treno da Civitanova Marche a Gallipoli, treno da Gallipoli a Teramo, perso il bus per Prati di Tivo, pullman alternativo da Teramo a Montorio, mezzoretta di tentativi di autostop e finalmente raccattato da due milanesi in gita, che mi recapitano a Prati di Tivo all'alba delle 10.30, quasi in tabella di marcia.

Da lì salita sotto la funivia per un pezzo, poi spostamento sul costone di sinistra fino all'arrivo della funivia, quindi sentiero quasi tranquillo fino al rifugio Franchetti, dove raccolgo i soliti sguardi ammiratissimi dei gitanti "normali" (a tutti gli orientisti frustrati: se volete sentirvi veramente fighi, andate a correre su un sentiero in salita di giorno festivo, basta anche mezz'ora, vi faranno sentire dei supereroi!), e poi su per il sentiero sul ghiaione, che diventa via via una salita sulla rocia nuda, non ripidissima, ma abbastanza impressionante. Ma se ce l'ha fatta Melody...

Quando arrivo in cima ci sono parecchie nuvole che girano e il panorama compare e scompare. Di sicuro non si vede il mare, come mi sarebbe piaciuto. Però quello che si vede è proprio bello, soprattutto Campo Imperatore, un altipiano simile a Campo Felice, dove abbiamo corso in coppa Italia. Ho i minuti quasi contati perché il mio unico autobus possibile parte da Prati di Tivo alle 15.20, ma c'è abbastanza tempo per godersi un po' il posto e tornar giù "con calma". 

Bello, proprio bello, e il mio preparatore atletico sarà entusiasta: solo 14 km con 1600 metri dislivello, per poco meno di 3 ore e venti di sgambatella :-)