23 ottobre 2012

Trofeo Arge Alp: gara individuale

E fu sera e fu mattina, secondo giorno.
Probabilmente gli svizzeri del Canton Ticino non sono molto cattolici, e quindi per punirli Dio il primo giorno si è dimenticato di dividere le acque del cielo da quelle della terra, e così il secondo giorno c'è acqua dappertutto.

Siccome però i trentini oltre ad essere storicamente molto cattolici sono anche un po' paraculi, il nostro ricovero notturno è a 100 metri dalla linea di arrivo e 10' scarsi dalla partenza, e dunque si può rimanere a letto fino a pochissimo prima della partenza. Ci concediamo una passeggiata di pochi metri per andare a colazione ad un'ora decente, e poi, chi più chi meno, torniamo "a cuccia". E io più. 

Quando è ora di iniziare il riscaldamento sono ovviamente al mio posto. Che è sotto l'acqua. Piove parecchio, ma il solito sorriso idiota mi rimane stampato in faccia, e penso che gli orientisti sono quegli individui che hanno tenuto vivo dentro di loro il bambino che molti anni prima sguazzava nelle pozzanghere, si rotolava nel fango, e correva sotto la pioggia senza ombrello. E che nel frattempo si sono liberati delle madri che molti anni prima gli impedivano di farlo. Guardandosi intorno durante il riscaldamento è per altro evidente che non tutti quelli che sono lì sono dei VERI orientisti: sono infatti parecchi a sembrare molto scocciati perchè piove, fa freddo e c'è nebbia. Quelli, fanno veramente pena, perchè (inspiegabilmente) non sembrano divertirsi affatto. Comunque.

Mentre sono al minuto meno 1 sembra aprirsi uno squarcio di azzurro, e non so se gioire o disperarmene. Dura talmente poco che il problema si risolve da solo, ed è tempo di partire. E davvero non saprei dire se durante la mia gara ha piovuto oppure no. Al traguardo ero veramente molto bagnato, e quindi probabilmente sì, ma in gara, c'era solo la gara.

Il comunicato gara diffida formalmente dall'attraversare il torrente dove è bordato di nero, e io lo prendo così alla lettera che per sicurezza rimango sulla strada fino al ponte, accorgendomi solo allora che magari potevo tagliare per i prati, che non erano vietati. Comunque vado. Anche oggi, senza per altro averlo scelto consapevolmente, adotto una lettura della carta piuttosto sbrigativa, che è la versione da dilettanti della lettura veloce. Dicono che per leggere una pagina basti in realtà leggere una percentuale abbastanza ridotta di caratteri, che gli altri li ricostruisce il cervello, che riesce quindi a riconoscere le parole. Sono certo di avere anche visto degli esempi da qualche parte, ma per primo non li trovo, e per secondo non serve a niente, perchè con le mappe di orienteering non funziona. Per leggere velocemente una mappa bisogna leggerla velocemente, leggerla in fretta vedendone solo dei pezzi, non funziona, perchè il cervello non ricostruisce un tubo. E se lo fa, lo fa a caso. Cerco per l'ennesima volta di ficcarmelo in testa nelle prime 4 lanterne, dove potrei risparmiare un po' di secondi se ad un certo punto non dovessi fermarmi, o almeno rallentare molto, per recuperare qualche particolare che avevo perso. Abbastanza pulito, ma non entusiasmante, faccio probabilmente la scelta sbagliata nella tratta lunga per la 5, dove faccio un po' di salita inutile e la allungo anche rispetto alla scelta sotto la linea rossa.

Comunque è ancora tutto sotto controllo, le gambe corrono, il posto è suggestivo, e arrivo abbastanza preciso sulle lanterne, fino alla 10. Qui prima vengo graziato da una atleta che esce dal punto dietro il sasso dopo che ero rimasto un po' basso, e poi mi suicido quando una gamba mi affonda nel fango fino al polpaccio e io mi rimetto a pensare al bambino che gioca con la pacioca e al comunicato che avvisava sul fatto che la corrente del fiume "non è da sottovalutare", ma non parlava delle sabbie mobili. È questione di un secondo, quello che basta per non farmi notare che la stradina a 5 metri dal punto, anche se molto visibile, non può essere la strada grossa dalla quale voglio attaccare la 11, e quando mi accorgo di cosa è successo ho già perso 2' e GPM, che partiva 3' dietro, appare sinistro alle mie spalle.

Qui inizia la mia seconda gara, divertentissima, ma segnata dalla lettura frettolosa di cui sopra. Nelle successive 10 lanterne io non seguo lui e lui certamente non segue me, ma almeno per quanto mi riguarda mi metto a cercare di fare tutto molto più veloce di come lo avrei fatto da solo, divertendomi un sacco ma frettolando ancora di più. Su 12 e 13 c'è poco da dire, sulla 14 c'è molto da correre, e io vado un po' più di GPM, che nel piano rimane sulla strada a destra della linea rossa mentre io scelgo la sinistra. Guadato il fiume (la cui corrente non sottovaluto, rallentando inutilmente) salgo il pendio come un invasato e arrivo al prato almeno 20'' prima di GPM, ma non mi prendo la briga di capire bene cosa sto cercando, e aspettandomi che la lanterna mi fischi dietro le passo a un paio di metri senza vederla e vado a passeggio nei dintorni. Punzono una manciata di secondi dopo di lui e mi lancio al suo inseguimento, e sulla 15 c'è poco da scegliere. Usciamo dal punto uno dietro l'altro e ci buttiamo sulla strada. Da lì ci facciamo tutti e due ingannare dalla carta, non capendo che la strada che ci porterebbe al punto nasce sotto il ponte che attraversiamo. Ci troviamo insieme incrodati sul promontorio, io oso un salto di 3 metri abbondanti, mentre lui va a cercare una discesa più soft, allungandola molto. Io però a meno di 20 metri dal punto è come se non riuscissi più a mettere insieme gli elementi che ho in mano e che mi direbbero che la lanterna è proprio lì dietro. Così GPM mi supera di nuovo e io di nuovo ad inseguirlo verso la 17. In salita vado più di lui e al punto siamo di nuovo insieme, la 18 è lì attaccata, e alla 19 lo supero attraversando la valletta che lui aggira. Per la 20 riparto davanti, ma esito un attimo per essere sicuro di dove vado e lui è di nuovo lì. Per la 21 ci buttiamo sulla strada e poi dopo il passaggio nel giallo su per quello che io pensavo essere il semiaperto mentre è il sentierino nel verde che non avevo visto. Quando lui piega a sinistra capisco cosa è successo, e non posso che seguirlo. Nella corsa alla 100 GPM, pur avendo 3' di vantaggio su di me, dimostra di non aver nessuna intenzione di concedermi la soddisfazione di batterlo sullo sprint, ma fisicamente sto molto meglio di lui, e lo stacco prima del traguardo. Magra soddisfazione.

Chiudo con un ottavo posto su cui non sarebbe neanche da sputare troppo, se non fosse.
I miei compatrioti non vanno molto meglio di me, e perdiamo il terzo posto che il giorno prima eravamo riusciti a tenere a parimerito con i Grigioni. Medaglia di legno, foto, e tutti a casa.




15 ottobre 2012

Trofeo Arge Alp: staffetta


Un po' di tensione credo sia naturale prima di una performance, e giocoforza aumenta quando sei atteso. Quando poi sei uno degli atleti più prestigiosi, la pressione può rischiare di schiacciarti, a maggior ragione se la tua è una prestazione differita.

È con un misto di divertimento e orrore che qualche giorno prima della trasferta a Olivone, nella splendida valle di Blenio in Ticino, apprendo da Fabio Marsoner di essere uno degli "atleti iscritti di maggior prestigio" della edizione 2012 del Trofeo Arge Alp, la competizione dove corrono le regioni che fanno parte di un accordo che lega varie regioni alpine italiane, svizzere, tedesche e austriache. Dell'elenco fanno parte, Martin Hubmann e Philippe Sauter (nazionali svizzeri), Meike Jaeger (già campionessa di Germania), Mamleev - Johanna Murer - Nicole Scalet (nazionali italiani), Niccolò Corradini (già campione mondiale di sci-o) e il sottoscritto. "Il più letto blogger di C.O. in Italia". Ora, a parte il fatto che è tutto da dimostrare che io abbia più lettori di Stegal o chiunque altro, e che l'orienteering è uno sport talmente di nicchia che probabilmente un blogger di ramino di fascia bassa ha più lettori di me, essere citato in un elenco di atleti per le mie qualità di scrittore è un po' come essere l'amica che non è bella, ma è simpatica (copyright Cavazzani).

Ad aggravare ulteriormente la situazione c'è il fatto che pare io non sia apprezzato in quanto autore di alte prose o raffinate analisi tecniche, quanto piuttosto per le mie doti di fine umorista e, dal momento che non è elegante ridere degli altri, per essere all'altezza delle aspettative (artistiche) altrui, devo avere materiale per ridere di me, e quindi non essere all'altezza delle aspettative (atletiche) mie. Insomma, comunque vada, sarà un insuccesso.

Ma sprezzante del pericolo alle ore 6.00 di sabato mattina mi sono imbarcato ciononostante sul pullman del Regio Trentino in direzione Olivone, sprezzante anche delle previsioni meteo che non lasciano grandi margini alle speranze di godere di un tiepido fine settimana autunnale fra i caldi colori delle alpi ticinesi. Ultima mazzata, in ordine cronologico, una volta sul pullman scopro che il terzo frazionista a completare con me e Hueller la staffetta della M35 non sarà Cipriani come da convocazione, ma Eddy Sandri, che, pur miglioratissimo quest'anno, al Cip rende qualche bella decina di secondi al kms. Ma resisto sprezzante anche a questa.

Sprezza che ti sprezza, quando arriviamo in zona gara sembrerebbe che abbia finito di piovere, e il posto è carino assai. Io parto in terza frazione, e anche se ben presto risulta chiaro che di smettere sul serio di piovere non ha nessuna intenzione, dopo il primo abbozzo di riscaldamento non sembra troppo imprudente correre senza termica, e il Ticino 1, che schiera in terza Stefano Maddalena, è dietro di noi dopo la prima frazione. Nella concitazione del momento mi sfuggono un paio di passaggi e mi convinco che siamo secondi con 40'' di vantaggio su Ticino 1. Partito Eddy, vado a pigliarmi un po' di acqua su e giù per i prati, attendendo nel frattempo di vederlo passare al punto spettacolo, a 2/3 di gara, dopo i quali c'è praticamente solo da correre.

Dopo il passaggio di Andrea Beltraminelli (secondo frazionista di Ticino 2) conto 180 secondi abbondanti prima dell'apparire di Eddy, che nel pezzo finale diventano 300 e qualcosa. Che dovrei recuperare a Stefano Maddalena. Quindi parto. La 1 la allungo di un tot ma ci arrivo preciso, la 2 la allungo di un altro tot, ma ci arrivo preciso, la 3 la allungo di un ulteriore tot, ma anche lei la prendo bene (seppur dopo essermi fermato un po' a cercarla qualche curva prima), sulla 4 perdo giusto una manciata di secondi perchè la metto all'incrocio fra l'alta tensione e il torrente, mentre è dieci metri più in là. Sulla 5 la manciata invece diventa bella grossa (attorno al mezzo minuto abbondante) perchè opto per la scelta da duri a scavalco della collina, che è sicuramente più corta ma oltre ad avere più salita (ma questo al momento non è davvero un problema) richiede più attenzione nella parte finale. Alla 6 mi allargo in curva invece di scavalcare di nuovo il dosso e entro anche troppo presto fra le roccie, incrozandomi un po'. Da lì in poi le difficoltà tecniche sono davvero scarse, e portata a valle la spina dorsale ancora con tutte le sue vertebre a posto scendendo dal dirupo viscido sotto la 8, rimane solo da correre, e io corro.

All'arrivo scopro che sono molto molto bagnato, che Maddalena mi ha dato 3' e 40'' e che siamo quarti, a 3 minuti e 10'' dal podio. Volendo vedere il bicchiere mezzo pieno, l'anno scorso Maddalena di minuti me ne aveva dati 7 e anche vari altri mi avevano dato in media 4 minuti più di quelli che mi hanno dato quest'anno. E poi, domani è un altro giorno e in gara ci sarà pure GPM che mi parte 3 minuti dietro.



8 ottobre 2012

7° Coppa Italia: Roana

Quando si prendono 32' dal primo, che non si chiama neanche Carlo Rigoni, forse bisognerebbe avere il buon gusto di fare silenzio, ma dato che i lettori amano soprattutto le nefandezze, e ultimamente li ho lasciati un po' a corto, eccone una collezione da palati fini.


Cesuna, ultima gara di Coppa Italia, che non è come l'ultimo giorno di scuola, ma poco ci manca. La giornata è bella o dice che lo diventerà, ci sono tutti gli avversari forti e non quelli troppo forti (oggi in Elite) il bosco è bellissimo (quella a lato, rubata dal blog dell'Er-team, è una foto vera davvero, c'erano proprio le colonne di luce che scendevano dall'alto, e sotto un tappeto di funghi!), le gambe hanno voglia di correre e mi gira nelle vene uno sfrigolio da dodicenne prima della partita di pallone al parco con gli amici. Davvero non si può desiderare di più.

Arrivo un partenza un po' troppo presto e corricchio per quello che Fabio Marsoner a ragione mi descrive come l'unico tratto piano e senza rocce di tutta la carta. Bello, bello, bello, non vedo l'ora di partire. E poi parto.

La carta, al 15.000, non è quella che mi aspettavo, e il tracciato è completamente diverso da quello che pensavo, senza la trattona di attraversamento che evidentemente avevo sognato di aver sentito dire da qualche Erebus. Comunque parto. Per la 1 c'è una soluzione extra facile lungo sentiero e radura e riesco a resistere alla tentazione di non adottarla. Cado nella buca sbagliata ma mi sembra di farla bene, e già rimedio 30''. Ma non mi sono perso alla prima e non sono caduto in tentazione, quindi va bene così.

La 2 la faccio proprio bene attaccando dalla radurina sotto il punto e alla 3 c'è la prima scelta vera (anche se MikFranco ha sgridato il tracciatore perchè non c'era scelta): scendere a palla 8 curve e correre 500 metri su strada forestale in discesa o correre in costa fra i sassi, salire 4 curve, attraversare le rocce, e scendere 20 curve su terreno sassoso? A volte dimentico che il Vero Orientista è quello che fa la scelta più veloce, non quella più affascinante. Ma non sono ancora contento. Arrivo al prato in cima al quale  si biforca il sentiero che a sinitra mi porterà in zona lanterna. Il prato è molto più corto di quello che mi sembra in carta, ma non sto a sottilizzare e mi butto a sinistra. Poi un altro poi a sinitra, così ci cado proprio sopra. Poi un po' a destra, che forse sono troppo a sinistra. Poi ripasso il sentiero. Poi non so che fare e mi guardo in giro perplesso. Da sotto arriva Eddy, che partiva 3' dopo di me. Non un buon segno. In quel mentre vedo un sasso con lanterna a sud del sentiero. Mi risulta dovesse essere a nord, ma un'occhiata la diamo.Toh, è la mia. Boh. Riparto prima che arrivi Eddy e mi butto in costa correndo sui sassi. Dopo un po' mi supera Carlo, ma tanto oggi fa un'altra categoria, io però non perdo l'occasione per distrarmi un po' e finire bassissimo e lunghissimo. Perdo un altro minuto abbondante dopo i 3 e mezzo della lanterna prima. Ma il morale è ancora alto.

Mi lancio giù verso la 5, con attacco coscenzioso a destra del naso. Ci sono sassi ovunque e fra pigliarla al primo colpo e perderci 5' ci passa un amen. Io sta volta la piglio al primo colpo e mi ringalluzzisco. Riparto in costa con tutto il gas che il terreno permette, poi su e poi in là un po' circospetto. Non velocissimo ma preciso e si riparte.

Poi arriva Roland. Roland è un M35. Ma corre in Elite. E l'anno scorso gli ho dato 1'' a Venezia. E dice che è in formissima. E arriva sul sentiero dove devo andare anch'io. Vediamo se è davvero così in forma. Beh, in salita vado di più io. Sarebbe il caso di fermarsi a dare un occhio alla carta. Ma se mi fermo poi lui pensa "vedi, corre corre, ma poi per leggere si ferma". Ma con il 15.000 in corsa non si vede una sega. Ma c'è Roland. E poi un'idea ce l'ho. Passa davanti lui. Ma non voglio mica seguirlo. Si ferma, lo passo. Sarà lui che mi segue. Lui scende un po'. Io salgo un po'. Andiamo in là, sentiero, scendiamo, sarà quello vicino alla 7. Curva a gomito. Mica ci sono curve a gomito sul sentiero vicino alla 7. Sempre a fare il pignolo. Roland va da una parte. Io dall'altra. Non mi torna nulla. C'è una radurina. Ah, sarà quella sul sentiero a sud est del punto. È vero, il sentiero non si vede, ma ci sono tanti rami per terra. Incontro una buca di roccia che ci starei dentro in piedi e ne avanza ancora parecchio. Che strano, in carta non la vedo. Ma laggiù c'è un prato, da lì poi capisco subito dove sono. (Sì, se accendi il cervello, pirla). Vado al prato. Lo guardo. Mi guarda. Tace. Il recinto fa un angolo e il prato finisce. Eh, devo essere dove c'è il 7. Se vado per di là c'èla rientranza del recinto e il sentierino che mi porta al punto. Ah, no, non c'è la rientranza. Ah, no, non c'è il sentierino. (riguardare il prato e fare un'altra ipotesi no, eh? o magari saltarci dentro e andare in già finchè finisce che poi da lì sai per certo dove sei neanche?). Vabbeh, andiamo di qui, arriverò da qualche parte, intanto do un occhio qui e lì, che non si sa mai. Toh, delle trincee. Tante trincee. Un fottio di trincee. Beh, quelle non possono non esserci segnate. Adesso mi fermo qui fin che non le trovo in carta. Mah, non le trovo. Ma ormai lo so che in carta c'è tutto! Eppure non ci sono. Mah. Vabbeh, andiamo per di qui che prima o poi sullo stradone ci capito. 

16'. Mona, mona, mona e ancora mona. Eddy ce ne ha messi poco più di 4. Mona, mona e ancora mona.

Ma il bello di essere giovani è che non ti scoraggi mai. Miglior tempo sulla 8 (strada, prato, roccia e a sinistra), quella su cui Buselli perde 2'. Dritto sulla 9 e poi mi fermo a giocare a shangai con i tronchi caduti andando alla 10, e non mi accorgo che esco a 90° dall'incrocio. Poco male perchè capisco subito cosa è successo, ma un altro minuto andato (dal primo, GPM, a questo punto ne ho già 17). Giù a tutta, provvidenziale ravvedimento dell'ultimo minuto che mi evita di tornare alla 6, sentiero, dosso, traccia di sentiero, canaletta, verdino. E trincea. Ho davanti 200 metri di trincea. Ma in carta non c'è. N'atra vòta. Eppure non posso essere che lì. Davanti una distesa di sassi muschiati e un inizio di sentiero. Dovrebbe essere qui a destra. C'è. Mah.

Per la 12 si può stare a sinistra o a destra della voragine. Opto per la sinitra, e mi porto rapidissimamente in zona punto. Bucona con rocce e radurina, supero la dorsale e vualà! O quasi. Rocce a perdita d'occhio, dov'è sta buchetta? Qui c'è un sentiero, qui si torna alla bucona, qui è troppo avanti, qui è di nuovo la bucona, qui è troppo in là, qui è troppo in giù, qui c'è di nuovo la bucona... e quello è Rinaldi! Orrore. Partiva 15' dopo di me. E va bene che da giovane era fortissimo. E va bene che tecnicamente è due spanne sopra di me. Ma ci sono M60 che vanno parecchio più di lui! La scossa è tale che in 3'' capisco dove stava l'inghippo, mi isso sulla solita roccia muschiata aggrappandomi con le ginocchia e casco nella buca lanternata. Cerco anche di strisciare un po' per non farmi vedere da lui. E ho perso altri 5 minuti. 13 e 14 chiederebbero solo gambe e convinzione, io ho a malapena le prime. Andando alla 15 penso che però nonostante stia facendo una gara di merda mi sto proprio divertendo, e garrulo perdo altri 2' prendendo a sinistra il dosso che dovevo prendere a destra e a destra quello che dovevo prendere a sinistra.

Non manca molto, ma ho ancora cartucce da spararmi. La 16 non è banale, e quindi la faccio bene, correndo in curva di livello sui soliti sassoni muschiati che sono molto gentili e neanche questa volta mi inghiottono una gamba. La 17 invece è proprio banale, e allora ci perdo 6'. Prima scendo lungo il sentiero (e già questa è una cazzata perchè basterebbe andare in curva), poi all'incrocio prendo quello sbagliato (ma almeno mi accorgo che sto salendo e dovrei andare  in piano, e torno in giù), poi incontro Maria Novella Sbaraglia sul sentiero e mentre mi inoltro in riflessioni comparative sulla velocità delle donne elite, salgo, salgo e salgo, tanto da non incocciare più nel nasone dove sta la 17. Quando ritorno in me, ed una lanterna degli esordienti posata sul sentiero mi aiuta a capire dove sono, non mi resta che tornare indietro sulla strada, incrociando Rinaldi che ha la faccia di uno che sta terminando l'Ultra Maratona del Monte Bianco, ma so che arriverà al traguardo molto prima di me.

Dato che i duri cominciano a giocare quando il gioco si fa duro, faccio il miglior tempo sulla penultima, prima di spegnermi un po' alla volta verso l'arrivo. Dopo il quale incontro Cosimo che mi dice che no, le trincee al 15.000 non le hanno messe perchè venivano troppo piccole.

Com'era? Se arrivavo sul podio battendo Simone Grassi arrivavo terzo in classifica generale M35? Beh, dai, sarà per l'anno prossimo. Tanto, se mi diverto anche arrivando nono, chissefrega.



4 ottobre 2012

6° Coppa Italia: Gropada

Per la sesta prova di Coppa Italia si torna nel profondo est, quello che la maggior parte degli italiani chiamerebbe Friuli Venezia Giulia, ma che si chiama correttamente Venezia Giulia (anche se la provincia non è autonoma come il Regio Trentino). Non sfuggirà ai più colti che "carsico" deriva da Carso, e qui ci siamo in pieno, e dunque quella che ci aspetta è certamente una di quelle c.c.c. di Stegalliana memoria. Lipica è non lontano da qui, e a chi c'è stato fra le brume primaverili, il terrore corre lungo la spina dorsale. Io ci sono stato, e non ne sono mai uscito "vivo".

La giornata comincia male, dato che a colazione la locanda in cui pernotto, fra le 10.000 marmellate all'albicocca esistenti in commercio, mi mette sulla tavola una marmellata Rigoni. E siccome i compagni di squadra di Re Carlo fanno quadrato attorno al sire per facilitargli la vittoria, mentre finge di darmi un passaggio verso la zona gara, un losco figuro dell'US Primiero mi ipnotizza con una musica soporifera, che andava di moda, dice lui, nell'era in cui lui era giovane.

Comunque ci vuol ben altro per togliermi dalla testa i misteriori premi di Gropada 2012, e dopo aver chiesto da bere in una delle villette del grazioso paesino di Padriciano, sono pronto in partenza. Scrutando quelli che partono prima di me, noto che si piantano tutti 1 metro dopo lo start, e ne deduco che non c'è lanterna svedese. Astuto come una volpe studio bene la posizione del triangolino sulla carta del -2' e quando prendo in mano la carta sono pronto a scattare più veloce di tutti gli altri. E più veloce di tutti gli altri mi perdo meno di 30'' dopo. Quando ritorno in me, dalla super buca che si trova a 80 metri dal via, ci metto meno di mezzo minuto a trovare la lanterna andando semplicement dritto, eppure ho già graziosamente donato ai miei avversari 2', di cui non avrebbero avuto nessun bisogno. C'è da dire che ultimamente alle frequenti partenze di merda riesco a opporre un notevole aplomb, che mi permette di non buttare via proprio tutta la gara dieci minuti dopo essere partito, e anche questa volta riparto come niente fosse, tenendomi però molto molto prudente. Per la 2 vado ad attaccare dal prato percorrendo i due cateti del triangolo rettangolo, per la 3 costeggio la dolina, e poi c'è la 4.

Trattasi della famosa tratta lunga che una vera long deve prevedere, e le scelte non mancano. La mia non è malissimo, e la corro anche ad una discreta velocità, ma quella di PMG è 2'20'' meglio (e di Re Carlo non parliamo, non so che scelta faccia, ma ci mette un minuto meno di PMG). Per me è una tratta "di confine" perchè corro per un po' proprio lungo il confine fra l'Italia e la Slovenia. Nel bosco si incontrano grandi cartelli che indicano "confine a 10 m" e metterei anche una foto che sono sicuro di aver visto da qualche parte, se la trovassi. Comunque, faccio tutto per benino e non perdo tempo neanche in zona punto. Vado ancora molto prudente, perchè al primo colpo d'occhio la cartina è un grandissimo casino e cambia colore ogni mezzo centimetro. Bosco, murettto, prato, sentiero, muretto, prato, muretto, prato, muretto, verdino, muretto, muretto, muretto, verdino, muretto, rocce e anche la 5 è raggiunta. Per la 6 prendo la circonvallazione sul sentiero senza tagliare neanche mezzo metro, la 7 è poco lontana, e per la 8 procedo per linee rette perpendicolari fra loro, chè qualsiasi altra cosa è perigliosa assai. Anche per la 9 la tattica è un "cm alla volta", ma la applico con somma diligenza e faccio il miglior tempo con 1' e mezzo in meno di PMG e Rigoni. Per la 10 c'è un'altra serie infinita di muretti: in tutta la gara ne scavalcherò qualcosa come 84! (ma li ho contati a casa, non in gara). Anche per la 11 ci sono da affrontare tutti i colori della tavolozza, ma la concentrazione rimane miracolosamente alta, e non crolla neanche quando sul dosso a ridosso della 11 vedo arrivare Re Carlo alle mie spalle. Partiva 12' dopo di me, ma ci ha messo metà gara a prendermi, non così male. E comunque non mi ha ancora proprio preso. Mi butto giù fra i sassi del dossone "appoggiandomi" al prato a goccia e poi scappo verso la 12, ripetendomi però di continuare preciso come ho fatto fino a quel momento. 13, 14 e 15 non presentano particolari difficoltà, ma Rigoni è nettamente più veloce di me e dopo una piccola defaillance alla 11, finalmente mi passa. Qui ho il mio unico momento di sbandamento, e lo seguo nella direzione sbagliata andando alla 16, poi lui riparte e io ricomincio a pensare con la mia testa, anche se con lui a vista. Lo perdo d'occhio andando alla 19 e anche per la 20, ma lui non è in giornata di grazia e un paio di imprecisioni sue mi fanno arrivare prima dello sprint alle sue costole. Sto già preparandomi alla impari tenzone quando lui tira dritto invece di svoltare a sinistra per la 100, e sono io a richiamarlo sulla retta via (lui mi aveva chiamato alla 20 quando io mi ero fermato a leggere la cartina a 3 metri dal punto). Così niente impari sprint, e distacco contenuto in meno di 12' in 84' di gara. Che considerando i 9' di Monte Prat su 43' di gara, i 6' su 33' degli italiani middle, i 27' su 77' del Lago di Carezza, e i 22' su 56' del Lago dei Caprioli, è a tutti gli effetti un successo.

A rovinarmi, ma solo un po', la giornata, arriva un po' di minuti dopo PMG, che chiude in 1h20', facendomi pagare la divagazione della 1 e la scelta non ottimale della 4. Sono comunque molto soddisfatto della mia gara, in quella che è stata definita da orientisti ben migliori di me una gara molto tecnica (e non mi si venga a dire che anche questa era "la mia gara", dato che ho corso per metà gara piegato in due sotto i rami...)(epperò ad onor del vero mi aspettavo molte più doline, e questo carso è stato meno carsico del previsto). Dunque missione compiuta, e ho messo le mani sull'esclusivo premio Larrycette, a metà fra l'idea straordinariamente originale e la sordida autopubblicità bloggeristica.

Domenica prossima ultimo atto della coppa Italia. Con i punti di Gropada mi sono avvicinato in classifica generale della M35 a Simone Grassi, assente domenica scorsa, terzo con soli 3 punti più di me. Se arrivassi sul podio battendolo, lo raggiungerei. Ori-versus per il 2012 dice fino ad ora 5-5...