23 aprile 2013

Campionati Italiani Middle

Scendo nel granducato molto determinato a fare bene, fisicamente pronto e psicologicamente tranquillo. Bissare la medaglia dell'anno scorso è una impresa quasi impossibile, ma non vedo perché il realismo dovrebbe rovinare i miei desideri. Ho corso sulla carta delle qualifiche nel 2007, quando ero un mica tanto giovane HB. Della gara non ricordavo niente, ma riprendendo in mano la cartina non ne penso benissimo. Valloni e verdini, e il tempo è annunciato brutto. In qualifica le griglie sono fatte in modo tale da non avere nessuno da prendere e nessuno da cui guardarmi e il warm up aiuta ad arrivare alla partenza bello pronto. 

Nella vita però non si è mai pronti abbastanza e alla 1 ci lascio 50'' per un abbozzo di azimut poi abbandonato per un'altra idea rivelatasi pessima. Ma non mi ci dispero e sono già pronto ad affrontare il primo vallone, dove scopro che oggi in giù non si sta in piedi e in su bisogna piantare le unghie nell'argilla. Il bosco è molto bagnato ma abbastanza pulito, e io stento ad entrare in carta. Alla 3 mi fermo prima del sentiero e solo all'ultimo evito di partire verso ovest ad oltranza. Alla 5 il primo abbozzo di orienteering ma alla 6 sono di nuovo pronto a lasciarmi sedurre da una lanterna che era evidente non potesse essere la mia, ma a cui vado a dare un'occhiata nonostante avessi già visto da lontano la radice dove poteva essere (ed era) la mia. Per la 7 mi aiutano i compiti a casa e vado deciso in tangenziale sud dove strappo il miglior intertempo. Da lì in avanti corro discretamente, non un fulmine di guerra ma preciso nelle scelte e in zona punto, se si eccettuano una discutibile uscita dal punto alla 9 e una infelice scelta di percorso per la 14, dove probabilmente ci si arrivava prima e meglio da sopra. Finisco quarto di batteria, a 2'42'' da GPM, 2'35'' da Pin e 22'' da uno svedese, e lasciandomi dietro il Cip e Simone Grassi, in giornata da dimenticare. Nell'altra batteria non sono andati molto più veloci e tutte le volte che durante la notte in palestra vengo svegliato dal suocero che russa, prima di riaddormentarmi posso pensare che è ancora tutto possibile.

La domenica il tempo è un po' meglio, della carta non si sa nulla, se non che è made in Renmap. Mi sento meno tranquillo del giorno prima, ma mentre vado in partenza mi rendo conto che più che agitazione è freddo e finito il riscaldamento sto benone. Dato che tutte le categorie partono con i più veloci in fondo, in zona partenza il bosco è popolato dei migliori orientisti italiani di tutte le categorie: S. Curzio, Tenani, Candotti, Zagonel, Kirchlechner, Rottensteiner, Grassi, Rigoni, Bettega, Scalet, Cavazzani, Mamleev, Bassani, solo per citarne alcuni, scorazzano lì intorno e Pedrotti è parecchio soddisfatto di stare lì in mezzo.

Sta volta parto decisamente meglio, e a parte il fatto che supero la svedese prima di essere riuscito a ficcare la cartina nel nylon e che come tutti quelli con cui parlo dopo non capisco che senso abbia la 1, va tutto a meraviglia. Le prime 6 sono da correre, le gambe sono magicissime e faccio alcuni degli azimut migliori della mia carriera, ricordandomi di alzare la testa e guardare più lontano possibile invece di fissarmi la punta delle scarpe. Per la 3 non mi accorgo di essere salito troppo prima di trovarmi costretto a girare il recinto da sopra, e per la 5 spero fino all'ultimo e inutilmente che sia una buona idea attraversare il vallone, ma sono quasi dettagli. Sto correndo bene, e forse mi scappa di pensarlo. Fatto sta che per la 7 la scelta sarebbe buona ma l'applicazione molto meno. Avevo in mente di passare a dare un'occhiata dalla 16, ma non di arrivare quasi alla 15 e poi giro il verdino dalla parte sbagliata perché mi accorgo tardi che devo andare alla 7 e non alla 17. Ci lascio un minuto abbondante rispetto a Rigoni che fin lì non si è ancora tolto le pantofole ed è settimo. Neanche la scelta per la 8 è particolarmente brillante, ma la trovo subito, così come trovo subito la 18, prima di accorgermi che dovrei andare alla 9. Qui ci lascio probabilmente un altro minutino e mi scazza assai. Molto meglio la 10, la 11 e la 12, dove l'azimut oggi si conferma un punto forte. Anche la 13 mi sembra di farla discretamente, ma piglio quasi un minuto, troppa circospezione in giù (non vedevo la strada asfaltata e mi sono venuti dei dubbi) e troppo lento, dopo aver individuato correttamente l'oggetto particolare sul torrente, a trovare dove attraversarlo. Per la 14 mi pare che la soluzione migliore sia tornare sulla strada, e probabilmente lo è, la 15 è poco distante e la 16 la conosco così bene che faccio 1'' meno di Rigoni (che nel frattempo ha tolto le pantofole ed è terzo). Bene anche la 17 e male la 18, che decido di andare ad attaccare da dove l'ho attaccata prima, che è una soluzione sicura ma non certo la più breve. La 19 dice quanto ce n'è ancora nelle gambe, e io ne ho ancora un sacco: secondo 20'' dietro a Rigoni (che adesso ha tolto anche il pigiama e da qui alla fine farà 8 migliori tempi su 9 lanterne contro i 4 su 18 che ha collezionato fin qui) e 3'' davanti a Mario Ruggiero. Dopo il punto spettacolo come dice Grassi S. inizia un'altra gara e a me tutto sommato era venuta meglio quella di prima. Al secondo tempo dopo l'assatanato Rigoni alla 23 e alla 25 contrappongo una scelta sciocca alla 22 e una cazzata immane alla 24: mi metto a cercare il sentiero a ovest invece che a est della canaletta della 23 e vado nel pallone, perdendo 1'20'' su una lanterna da 40''. Allo sprint eguaglio Re Carlo e poi mi butto nel prato dandomi dell'idiota.

Quando escono i risultati, dicono Rigoni - Grassi PM - Grassi S e poi tutti quelli forti fino a Pedrotti decimo, a 4'38'' da Rigoni e 2'42'' dal podio. Ah, se non sbagliavo...

Se non sbagliavo, non cambiava niente. O meglio, se non sbagliava nessuno, cambiava poco. Nel bellssimo sito dove la certosina organizzazione del Cus Parma ha caricato gli split c'è la funzione "tempo senza gli errori", che settando con "errore" una roba di almeno 20'' e di almeno il 20% del tempo del primo su quella tratta, dice che io sarei arrivato decimo comunque e Rigoni primo comunque, mentre sul podio al posto dei fratelli Grassi sarebbero andati Buselli e Ruggiero. Di nessuna utilità concreta perché basato su un periodo ipotetico dell'irrealtà, questo giochino evidenzia come Rigoni vinca comunque che sbagli o meno, mentre i Grassi arrivino dove arrivano proprio perché non sbagliano quasi mai.

Per quanto mi riguarda, mi sono divertito e ho corso anche una delle migliori middle della mia carriera. Alle gambe non posso chiedere molto di più e non mi sono mai distratto in tutta la gara. Sicuramente da risolvere quelle macchiette rosse a tutte le uscite dal punto, che dicono che non sono mai arrivato a punzonare sapendo cosa fare poi. Sui due errori c'è poco da dire, non mi sono fatto distrarre da altri né ero in preda ad ansia da prestazione. Sono successi. Pazienza.

1 commento:

  1. Alle 6 ero dietro di appena 25 secondi.... Credo che le tue gambe magiche abbiamo dato il loro contributo alla causa nella parte finale della gara. Quando le mie erano una lega abete misto faggio, il tutto piombato.

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