18 aprile 2013

1° Coppa Italia Primiero

Niente casette e stradine fra cui giocare sta volta, si fa sul serio su per i boschi impervi di Caltena San Giovanni, dove la neve ha da poco lasciato posto a fango e sabbie mobili. Che non sarà una passeggiata si capisce già dai 45' per arrivare in partenza, ma almeno c'è il sole.

Essendo la prima di coppa Italia, sono pronto a fare la solita figura da pirla, facendo seguire alla vittoria nella sprint del giorno prima una prestazione catastrofica nel bosco, avviando così la stagione degli psicOridrammi. In griglia ci sono abbastanza nomi da agevolarmi il compito e uno, Pin, mi parte giusto 3 minuti dopo, tanto per non mettermi pressione. Sempre per agevolare l'avvio, per la 1 ci sono già 14 curve di livello e un torrente incassato da attraversare. Quando arrivo nei dintorni e vedo le bandierine del percorso esordienti che vanno in una direzione che mi potrebbe anche fare comodo, pur consapevolissimo che non è la strada più corta, non resisto alla tentazione di seguirle. Chi va piano va sano e va lontano. E in effetti alla lanterna in cima al prato ci arrivo senza patemi. 

La 2 si può attaccare da sotto o in curva, io non mi fido della mia precisione in zona punto e non vedendo chiare linee di arresto, quindi opto per la curva. Sicuramente più lunga e più lenta, ma, se condotta con giudizio, più sicura. La conduco con giudizio. Pure troppo, dato che continuo a fermarmi a controllare, ma incontrare e riconoscere i due ruderi e il micro avallamento nella prima gara seria dell'anno è utile al morale e comunque mi costa da Pin solo una decina di secondi.

Dopo un azimut non magistrale ma efficace per la 3, molti più secondi mi costa la disattenzione andando alla 4. Arrivato nella valletta mi faccio distrarre dalla neve e non faccio attenzione ad arrivare al giallo prima di cercare la roccia a est. È evidentemente troppo presto quando vado a controllare se quello che mi sembra proprio un grosso sasso non sia invece per caso una roccia. Quando mi rassegno all'idea che non lo sia, e scopro dal ruscello poco dopo dove sono, sta arrivando Roland.

A questo punto il mio compito è cercare di scappare da lui senza perdermi per sempre, e nelle successive 5 lanterne verifico che mi faccio distrarre dalla sua presenza meno di quanto mi succedesse in passato, ma non abbastanza da uscirne indenne. Per la prima parte della tratta verso la 5 cambio scelta un paio di volte, e alla fine scelgo quella sbagliata. Molto meglio passare dal prato alto, dato che girando dal sentiero ho risparmiato solo una curva. In zona punto poi la lanterna la vedo a 20 metri di distanza, ma fra me e lei c'è il gran canyon, dove scendo prudente e risalgo con ardore. Roland arriva da nord, dove forse c'era un guado migliore. Dove c'è la lanterna in ogni caso si affonda 40 cm nel fango.

La 6 è vicina ma riesco a perderci 20 secondi di sola timidezza. La linea d'arresto del torrentello è inconfondibile, ma esito comunque e Roland mi raggiunge. Tento di nuovo di fuggire, ma la zona rocciosa mi consiglia prudenza e riesco ad usarla. Decido di attaccare la lanterna dal prato e mentre mi ci dirigo la incontro. La fortuna evidentemente non aiuta più gli audaci. La felicità per non vedere Pin nei dintorni (ha fatto una scelta più ardita, evidentemente troppo) mi fa dimenticare completamente che sarebbe il caso di progettare anche l'uscita dal punto e mi dirigo semplicemente nella direzione paesaggisticamente più interessante. Più o meno a 90° rispetto a dove dovrei andare. Poi mi guardo bene dal farmi aiutare dai sassi e in una vegetazione impegnativa dilapido i secondi che avevo guadagnato e riesco a punzonare solo perchè vedo Roland uscire dal punto e schizzare via.

Per la 9 sono preciso ma lento, ma va peggio alla 10. Prima interpreto il tratteggio come una zona a corsa rallentata. Poi dato che mi ritrovo in una palude di notevoli dimensioni decido che in realtà voleva dire palude, poi mi faccio attirare dal segno più grosso nel cerchietto (il sassone in mezzo al tratteggio) invece che da quello giusto (il sassetto sul bordo). Morale, mi trovo lì con altri che stanno cercando il punto e lo trovo solo perchè lo trova un altro. Quando ancora non ho punzonato vedo Roland che corre felice 10 curve più in giù. E il morale si incrina.

Per la 11 sbaglio scelta andando a salire e poi a scendere dal pezzo più ripido dei dintorni invece di attraversare il vallone più in basso. E anche in zona punto cincischio. La 12 è li dietro ma ci vado troppo lentamente. Per la 13 mi faccio spaventare dall'ennesimo guado e scendo a prendere il ponte, e poi faccio il girotondo in zona punto facendo il giro ad un verdino che probabilmente dall'altro lato era comodamente attraversabile. 14, 15 e 16 sono essenzialmente da correre e a me ne è rimasto meno di quello che pensavo.

Alla fine chiudo 4°, che non è neanche male, considerando che dietro ho gente del calibro di Massimo Bianchi, Simone Grassi e Ingemar Neuhauser. Naturalmente però mi mordo le mani per quei 75'' che prendo da Carlo Cristellon, il titolare del posto sul podio occupato da una controfigura, a fianco di Pin e Rigoni (che conferma anche quest'anno di non avere intenzione di vincere la prima gara di coppa Italia: come possa perdere la prima e vincere tutte le altre di 20' rimane un mistero, anche se lui dice che a questo punto della stagione non ha ancora iniziato le ripetute).

Niente sacco supplementare da 5 kg di gnocchetti sardi (inusuale quanto gradito contenuto della borsa premio di sabato e di domenica) ma almeno per questa volta niente figura da pirla.

E che figata che è giocare con quickroute, il tracciato gps e la mappa scannerizzata!


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