23 gennaio 2016

VeNotte 2016

E dopo Natale arriva VeNotte, e la primavera è un po' più vicina.

Inutile che io ripeta per l'ennesima volta quanto mi piace questa gara, Venezia è sempre Venezia, l'orienteering è sempre l'orienteering, e la notte è sempre la notte. Mettete insieme e fate voi.

Quest'anno quelli del Galilei hanno provato a mischiare un po' le carte, con risultati forse da rivedere. Ottimo lo spazio in palestra, ma disastrosi i servizi (un bagno per gli uomini e uno, credo, per le donne, un po' poco per qualche centinaio di persone), e addio anche alle mitiche docce bollenti degli anni passati. Magari i primi sono riusciti a farle calde, ma quando l'ho fatta io era a temperatura canale. Il sistema di punching start ha creato un grande ingorgo, almeno fino a quando hanno deciso di far partire ogni 30''. Questo ha smaltito velocemente la fila, ma agonisticamente parlando non era probabilmente l'ottimo (ma dell'agonismo non so se fregava a qualcuno dei partecipanti). Infine, ritorno alle origini per quando riguarda lo scarico dati: dopo alcuni anni in luogo defilato, sono tornati a metterlo nel posto in cui creava più ingorgo con quelli che dovevano entrare e uscire dalla palestra. Evidentemente a Venezia gli ingorghi nelle calli ce li hanno nel sangue.

La gara "nera" è stata molto bella, forse un po' corta, a voler fare i pignoli. O forse sono solo stato io a correre troppo piano e ad arrivare alla fine meno stanco del solito. Le tracciatrici, che si firmano "Anedda Sisters", vanno sul sicuro concentrandosi sulla zona oggettivamente più incasinata della città, e c'è da divertirsi

Pronti via e "probabilmente" sbaglio già "scelta".  Doppie virgolette, le prime perché non sono certissimo che il giro da sinistra fosse davvero meglio (ma è molto probabile) le seconde perché a Venezia non si fanno mai delle vere scelte. Scegliere vuol dire (almeno per un ingegnere...) prendere in considerazione tutte le possibilità, valutarle, e adottare la migliore. Che a Venezia vorrebbe dire che la gara la finisci in 4 ore. Qui il è il regno del colpo d'occhio, l'unica cosa da fare, se non vuoi star fermo ore ogni 3x2, è guardare la cartina, vedere una scelta di percorso e seguirla sperando che non sia troppo stupida.

Un po' più di tempo si potrebbe dedicare alla tratte lunghe tipo la 2-3. Ma anche qui finisce che alla fine prevale il sentimento, o almeno che non riesci a prendere in considerazione tutte le variabili. Io decido per la via "lunga ma scorrevole", che però si rivela proprio lunga, e neanche così scorrevole, dato che è vero che devo leggere meno, ma c'è parecchia gente e devo continuare a rallentare. Non contento della scelta infelice, mi faccio distrarre dalla folla quasi in zona punto, e manco il bivio che mi porterebbe al punto, finendo nella piazza più avanti. Morale dalla favola, GPM, mio riferimento di giornata, su questa tratta mi rifila 1'30'', che a Venezia vuol dire 100 anni.

Non malissimo il giretto dalla 4 alla 9, e tutto sommato anche la tratta media fino alla 10, anche se con il senno di poi  dalla piazzetta con fontana subito a destra dell'incrocio delle linee fuxia, conveniva andare a sinistra e poi su dritti fino al punto.

Tollerabile la prima ala di farfalla, ma non il ritorno al centro, che era molto più corto da sinistra. Molto meno tollerabile la seconda ala, dove ho sbagliato la "scelta" per la 14, che era da fare da destra, e ho fatto giusto quella per la 15 soprattutto perché era l'unica. Anche perché in quel tratto corro molto più che nel resto della gara perché devo seminare Candotti, che ho raggiunto alla 14.

Il colpo d'occhio per la 17 non sembra male, ma le gambe non gli stanno molto dietro. Non perché non ne abbia, ma perché non mi riesce di tirarlo fuori. A Venezia bisogna correre con la bava alla bocca, e in questa piacevole nottata di inverno mi sto divertendo troppo per continuare a ripetermi che devo spingere alla morte.

18 decente, 19 forse conveniva prenderla da sotto, ma forse, a pensarci bene, anche no. Arrivato alla 20 mi è venuto il dubbio che fosse meglio prenderla dall'altra parte, ma guardando adesso non mi pare fosse vero. Dopo il passaggio dalla 21, 22 da correre a perdifiato sul ponte di Calatrava e davanti alla stazione, e ci riesco abbastanza. Meno a districarmi fra i portici delle case dove è nascosto l'arrivo.

Chiudo un po' troppo poco stanco e ancora decisamente troppo lucido (a Venezia, normalmente, a tre quarti di gara ho il cervello che si incastra e l'acido lattico che mi esce dalle orecchie) 1'' prima del 48esimo minuto e 30'' dopo il mio riferimento di giornata.

Ma chissefrega, è stato proprio bello.

1 commento:

  1. Secondo me questa formula della Venotte non è malaccio. Qualche ritocco va certamente fatto, ma gli aspetti positivi si sono visti. Intanto il locale adibito a spogliatoio era molto più ampio degli angusti locali degli anni scorsi, e su due piani per giunta. Con l'aggiunta di qualche WC chimico, anche esterno, saremmo al top. Per quanto riguarda le docce direi che sono proprio rare le gare dove è possibile farle. Non mi ricordo di docce a Millegrobbe o Campomulo (in Liguria non c'ero) quindi nessuno scandalo se anche non ci sono o sono a temperatura canale. La posizione della segreteria quella no; direi che l'ingresso va lasciato libero dal passaggio. Inoltre per gare così frequentate una stampantina a disposizione per le iscrizioni dell’ultima ora non avrebbe guastato. La partenza è stata secondo me il punto dolente, con gli atleti costretti in fila anche per 45' al freddo; visto che c'era il punching start tanto valeva adottare partenze libere a discrezione dei concorrenti già dalle 17.30-17.45: vorrei vedere chi si mette a "inseguire" in una gara del genere. Non ho poi capito la funzione delle "hostess" che ti consegnavano la cartina al secondo preciso (ma il tempo non parte dal momento della punzonatura?). Sui percorsi direi benino dai. Nel percorso rosso qualche aggiustatina e sarebbe stato perfetto sia come lunghezza sia come orienteering (esempio: per andare alla 2 si passava dalla 4, per andare alla 9 si passava dalla 13 e per andare alla 14 si passava dalla 16). L'aspetto migliore che ho riscontrato è comunque stato quello di inserirla tra le gare promozionali. Senza volerlo abbiamo per una volta risolto il problema delle visite mediche (ne bastava infatti una non agonistica), e pertanto mi ha fatto molto piacere rivedere in gara orientisti costretti normalmente a gareggiare negli Esordienti. Leggere infatti che “Il quadro normativo italiano può essere considerato all’avanguardia nel mondo non solo per il completo sistema di accertamenti previsti a tutela di tutti coloro che praticano attività sportiva, ma anche perché costituisce l’unico sistema di screening preventivo generale del nostro Paese, in particolare nei riguardi delle giovani generazioni …” non mi trova per nulla d’accordo. Da una parte si esorta a praticare uno sport per poter avere una vita più sana, dall’altro ci viene presentato il conto, imponendo burocrazia, attese infinite, alti costi. “Boni tuti” dicono in Svezia, Finlandia, Svizzera …

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