Mentre taluni cazzeggiano commentando i blog altrui e tentando inutilmente di mettere pressione addosso a notorie psiche (o psichi?) di acciaio, e talaltri perdono tempo ad andare a controllare i tempi degli avversari in gare improbabili, io cerco di coltivare il mio sogno di arrivare vivo in fondo alla Dolomiti Sky Run, facendo cose che alla fine non è che mi piacciano poi da morire.
Al temine dell'ultra trail della settimana scorsa ho finalmente avuto ben chiaro che mentre una gara di orienteering mi diverte un sacco anche se si corre a Porto Marghera, un trail, se non mi porta almeno 5 ore nel cuore delle Dolomiti, non mi piace mica tanto. D'altra parte, se in quei benedetti 1-2-3 luglio nel cuore delle Dolomiti voglio riuscire a rimanerci vivo più di 24 ore, ma anche a venirne fuori in meno di 38, forse è il caso che mi turi il naso e muova le gambe.
Sabato non ero esattamente al top della mia forma psico fisica, tanto che in partenza non avevo neanche voglia di partire (prima volta che io ricordi dai 5 anni in poi). Ma ormai ero lì, e non è mica come una gara di O, dove alla peggio te ne stai lì sul prato del ritrovo a guardare gli altri che vanno e tornano: lì dopo la partenza se ne andavano tutti, perché l'arrivo era da tutt'altre parte. E allora tanto vale partire. Tanto che saranno mai 118 chilometri sforzo.
Riassumendo molto: sono tanti. Senza lanterne da trovare, senza Dolomiti da guardare, con al più un lago di Garda che bello è bello, ma dopo 10 ore anche un po' meno, con un cielo grigetto che non è né bello bello né brutto da sentirsi eroici, un bosco tardo primaverile che più che l'energia dell'estate ti lascia addosso un po' del magone invernale, e tanti concorrenti che vanno giusto un pelino troppo in fretta e sei gli stai dietro muori un po' alla volta, e se li lascia andare ti deprimi, la giornata è lunga.
Se poi ci aggiungi che due delle salite più bastarde te le tengono per la fine, quando ormai pensi che sei arrivato, e che il distacco dai primi lo potresti tranquillamente misurare con la meridiana (non fosse che quando sono arrivati loro il sole c'era ancora, e quando arrivi tu no), non è che torni a casa con tutta sta euforia addosso.
Però almeno torni a casa. Pronto per essere mazzuolato nella miglior cartina italiana del 2016, da chi va ad allenarsi su terreni tosti Mitteleuropei, invece che correre in mutande nei paesi.
Devo senz'altro suggerire a Daniele Pitteri e a Marina di mettere in programma per l'anno prossimo una gara a Porto Marghera, a costo di avere anche un solo iscritto ...
RispondiEliminama lo sai che io senza una concorrenza all'altezza non partecipo...
EliminaOK, va bene, chiederò a Nicola Bertoldi e Alessandro Santuari se si iscrivono anche loro ...
Elimina118 chilometri sforzo? Tu sei molto più matto di quel che pensassi!
RispondiEliminaOvviamente complimenti, ma sei matto.
tranquillo, è solo una gara di preparazione di quella da 230 kms...
EliminaSe per cercare le classifiche del 2016 devo andare su un sito diverso da quello ufficiale del BVG Trail...
RispondiEliminaComunque vedo un 51esimo posto su 718 concorrenti!
sì, ma spalmati su 3 gare. nella mia ce ne erano circa 260, che è tutta un'altra cosa (e comunque, 3 ore e rotti dal primo...)
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