30 aprile 2011

Coppa Italia Passo San Boldo

E' passato un po' di tempo e il post non avrà più la freschezza del commento a caldo, ma quando la mia memoria farà definitivamente cilecca (e non passerà molto) vorrei avere archiviate più gare possibile. Dunque procediamo.

E' il giorno seguente il Campionato Italiano Sigh, e c'è una pallida possibilità di tirarsi su almeno una costola. Non più di una, dato che molti di quelli che mi hanno preceduto al traguardo il giorno prima oggi corrono in M40, ma vabbeh.

Il posto è proprio carino, così come la strada dei 100 giorni che ci porta, e la giornata non è male. Della carta non so nulla, tranne che dicono essere piena di rampe. Stegal sembra confermare questa teoria, dato che arriva al traguardo nella sua abituale pre-view con il sedere ricoperto di fango come uno che se l'è fatta in gran parte "di culo". Arrivo in partenza discretamente concentrato, e vediamo cosa ne vien fuori.

La 1 sembra facile, basta solo scegliere il sentiero giusto, poi non azzopparsi sul terreno molto sconnesso del canalone, e infine guardare dietro il sasso giusto. Riesco a fare tutte e 3 le cose in soli 10'' più di Simone G., che scatta dal cancelletto più aggressivo di Re Carlo.

Anche la 2 sembra banale, c'è forse più sentiero di quello che è segnato in carta, ma i due cocuzzoli sono molto evidenti e non si può sbagliare. O meglio, non si potrebbe. Io infatti ci riesco e vago per un bel po' (3 minuti). Quello che credo sia successo, è che ho iniziato a scendere invece di girare a sinistra in curva. Quello che mi scoccia è che non so perchè sia successo, dato che non mi sono deconcentrato, non c'era nessuno intorno, non ero stanco e il punto non era tecnicament difficile. Scocciante.

Per dire, la 3 era più difficile, ma ci arrivo a colpo sicuro appoggiandomi ad un movimento del terreno che un anno fa non avrei neanche notato in carta. Ci metto però 1' in più di Carlo e 2'' in più di Simone, a quel punto 1° e 2° (e io 9°...).

Per la 4 basta schiantarsi sul muretto e farsi portare fino al sasso, non lo faccio veloce quanto si potrebbe, altri 10'' da S. e 9'' da C. Ma risalgo in 7° posizione.

Per la 5 si deve finalmente scegliere: via in curva, giù e su o su e giù? Mi pare di avere capito che di solito andare per molto in curva non conviene, e dalla carta sembra che l'attacco da sotto sia molto più semplice. Successiva analisi più dettagliata dice anche che su e poi giù avrebbe richiesto molto più dislivello, quindi la mia scelta è giusta. Ci metto però 1' più ci C. (ma 1' meno di S. e quasi 2' meno del terzo di frazione, issandomi così al 3° posto). Le ultime 3 curve le sento parecchio parecchio, e arrio alla piazzola al passo. Non avrei voluto, ma proprio a correre non ci riesco.

Mi dico che recupererò correndo molto in giù verso la 6, e così faccio. Prato, poi bosco lungo il crinale poi strada e aggiramento del verdino, dove mi butto a corpo morto fra i rovi, 20'' peggio di C e 6'' peggio di S.

Nel complesso non sto correndo male, così, aiutato anche dalla presenza di un altro orientista alla 6, esco sbagliato dal punto e vado un po' a spasso per i prati. Attacco poi bene la 7, ma sta volta i 20'' da C, ora in testa, e i 4 da S, potevano essere di meno senza grossi sforzi.

Per la 8 leggo bene il monticciolo dove sono, ma invece di scendere e salire deciso sull'altro mi impappino un po' a guardare le rocce. Quando mi decido a salire trovo subito la lanterna, ma ci metto 50'' di troppo.

La 9 richiede solo di andare in curva e fermarsi sotto l'alta tensione, non cedendo alla tentazione di punzonare quella posta una ventina di metri prima. Io tentenno qualche secondo, mentre Eddy Sandri si esibisce nella tratta della vita con il miglior tempo di tradda davanti a Re Carlo per 1''.

Per la 10 basterebbe un banale azimut fortemente aiutato da una selletta che ti scodella sulla lanterna. Ma io decido di infilarmi nella valleta strettissima che mi sembra di leggere in carta, e aggirare parte del dosso. Dato che in realtà dove la vedo non esiste nessuna valletta, vado a cercarmene una, e quando mi trovo sotto il filo della corrente a pochi metri da un prato capisco di essere andato molto a spasso. Non contento, mi metto a cercare la 10 prima della rampa che ancora mi manca, e il ritmo da invasato con cui supero gli ultimi 10 m di dislivello non bastano a salvare la faccia: 1' e mezzo su una lanterna banale, che mi sa ha dato problemi anche agli altri perchè io di tempo ne ho perso di più. Rimango 3°, ma S vola a oltre 4' e mezzo.

Per la 11 punto al traliccio, poi all'avallemento, poi a vedere il roccione e da lì attaccare. Sulla salita per il traliccio sono meno fresco di quello che pensavo e avrei voluto, ma ci metto 2'' meno di S (e UN MINUTO più di C, che evidentemente ha finito il riscaldamento).

La 12 è un delicato punto in costa, decido di guardare sotto fin che non vedo il sentiero grosso invece che in alto finchè non vedo il verde 3, ma probabilmente non è una buona idea, dato che il secondo è molto più visibile della prima e anche se ci arrivo in sicurezza allungo un po' la strada. Sta volta oltre al minuto e venti da C e ai 20'' da S, piglio 20'' anche dal Bardo, che ha però avuto varie vicissitudini e naviga oltre 4' dietro.

La 13 è di nuovo in costa, e qui l'errore è non riuscire a vedere il giallino che farebbe da splendida linea di arresto. Corro guardingo guardando le forme del terreno, 40'' più guardingo di C e infilato anche da S, il Bardo e Cavara.

Per la 14 la tecnica è "giù dritti e gambe in spalla" facendo giusto attenzione a non lasciarsi sedurre da un'altra lanterna che non è però con tutta evidenza vicino ad un albero isolato. Dato che C ha le spalle più basse delle mie, è ovvio che mi dà 15'' anche qui.

La 15 serve di avvicinamento alla scalata verso la 100, e il cronomtero dice che in quei 300 metri in tutto (sapientemente condinti con 7 curve di livello) sono 41'' più veloce di S e 20'' più lento di C. Considerando ch il primo dice che non si allena mai e il secondo che deve ancora iniziare le ripetute, c'è da deprimersi un po'.

A fine gara finisco vicino a Re Carlo, dove mi sarebbe tanto piaciuto essere ieri. Stando a quanto nel frattempo credo di aver capito sui Campionati Italiani Middle, stargli di nuovo vicino sull'altopiano di Asiago sarà oltremodo complicato.

Per prepararmi al meglio, domenica vado a San Genesio a scornarmi con alcuni "elite di seconda fascia", e vediamo se riesco a rimediare da Miori meno degli 8' che mi ha rifilato l'ultima volta che ci siamo incrociati sulle nevi dell'Alpe di Monghidoro.

Ah, per amore di precisione, il sedere Stegal se lo era infangato per scelte dissennate...

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