Tre giorni a fine autunno a Roma a fare orienteering, che vuoi di più dalla vita per salutare la stagione agonistica e prepararsi al lungo inverno? E poi noi nordici siamo sempre convinti che a Roma, al ponte dei morti, si gira in maniche corte come a Trento in luglio, e la grande città ha sempre il suo fascino, e un amico ci presta la sua casa gratis per 3 giorni: insomma, si va.
La mia più grande impresa in questa prima edizione del ROME la porto a termine tre mesi prima del via, riuscendo ad aggiudicarmi 4 biglietti in fascia "super economy" per il Freccia-non-mi-ricordo-che-colore Trento-Roma. Non è possibile acquistare i biglietti prima di 3 mesi prima del viaggio, e 2 mesi e 30 giorni prima i biglietti scontati sono di solito finiti. Con una complessa combinazione di guglecalender e sveglie tradizionali riesco a giungere sul sito degli Innominabili nell'attimo giusto, e con 88 euro posso portare tutta la famiglia al ROME. Dato che staremo là 4 giorni, il giorno che compero l'andata non posso comperare il ritorno e quattro giorni dopo non riesco a ri-centrare la giusta congiunzione astrale. Ho il vago sospetto che i "super economomy" per il ritorno non esistessero affatto, ma non potrò mai dimostrarlo, e mi devo accontentare di 130 euro in quattro, con più di metà viaggio sul regionale che da Bologna a Trento impiega poco meno di quanto ci metterei in bici. Comunque, si va.
A Roma non è come a Trento in luglio, ma si sta proprio bene e quando sbarchiamo a Villa Borghese c'è una bellissima atmosfera, con atleti di (quasi) tutto il mondo sparsi fra gli alberi, alcuni che corrono perché già in gara, altri che chiacchierano e si divertono nell'attesa.

Al via Simone schizza via come un indemoniato, e mi viene il dubbio che si sia allenato di nascosto, e che alla gara di domenica scorsa in Valsugana sia andato piano apposta. La 1 è uguale per tutti e corriamo su un prato in discesa fra alberi radi come tanti Peter alle calcagna di Heidi. Il più Peter di tutti è proprio Simone (si vede che vive in Sud-Tirolo!), che mi precede di 2'' sulla prima lanterna. Dato che abbiamo la stessa prima ala di farfalla usciamo dal punto nella stessa direzione e lo supero prima della 2. Fino alla 6 più che la tecnica contano le gambe, e fin lì siamo quasi attaccati.


Dopo l'ultimo ritorno al centro farfalla si torna in zona partenza, e se all'inizio siamo scesi, stavolta tocca salire. Non è una gran pendenza, ma a questo punto della gara la sento tutta. Anche perché giurerei di avere qualcuno pochi metri dietro, e corro come un forsennato senza voltarmi a controllare per non perdere istanti preziosi. 23, 24 e 25 non presentano nessuna difficoltà, e alla 26 salto due di un'altra categoria, che mi avrebbero potuto far perdere tempo, mentre loro cercano la stazione in basso e io la punzono sopra le loro teste. Da lì in poi, mentre continuo a tirare più che posso, comincio a pensare che mi va bene anche che chi mi insegue mi superi, basta che faccia in fretta, perché non ce la faccio più.
Dopo il finish mi butto per terra come quelli forti, tanto che Zarfati viene a chiedermi se va tutto bene. Quello dopo di me arriva 10'' dopo, e gli split dicono che alla 22 era 6'' dietro, quindi non proprio a pochi metri. Vabbeh.
Le classifiche dicono che sono terzo, un minuto e mezzo dietro all'Imprevedibile, che deve proprio essere andato come un treno, e 19'' dietro il bulgaro Ivaylo Ivanov. In chiave di classifica generale, ho messo in musina un po' di vantaggio sugli altri compagni di giochi: 1'40'' su Max, 2'11 su Ingemar, 3'37'' su Peter Grassi e addirittura 5'28'' su GPM, che però, fra i rovi di Villa Ada del secondo giorno, potrebbe rifilarmente anche di più.
Comunque, bello!