9 novembre 2014

Finale Coppa del Trentino Argentario

Mi sarebbe piaciuto salutare il bosco con una bella gara, e la gara di oggi di suo bella lo era senz'altro, ma io non l'ho certo coronata con una di quelle prestazioni che si ricordano per tutto l'inverno, vicino al caminetto acceso, mentre la legna crepita. È vero che non ho il caminetto, ma non è una scusa valida.

Di un caminetto sembrava ci sarebbe stato bisogno mentre salivo in autobus da Trento a Vigo Meano, ma poi, una volta arrivati lì, nonostante la nebbia e per un po' anche la pioggia, la temperatura in realtà si è mantenuta più che accettabile, tanto che non ho sentito nessuna mancanza della termica di emergenza, che non era più nella mia borsa perché l'avevo usata la settimana scorsa in Brenta (se è di emergenza, ricordati di rimetterla in borsa, no?).

Ai favoriti, segnalati qualche giorno fa, si aggiungono Cipriani e Hueller, che con Neuhauser, Weitlaner e Sandri E. e, perché no, Rampado, fanno un lotto di partenti sufficientemente competitivo da non farmi cadere in pare da mancanza di rivali. La carta poi è di quelle da trattare con rispetto. Ma mi grazia nonostante io di rispetto alla 1 non ne abbia tanto, e, dopo il trasferimento facile su sentiero, bordo recinto e fondo avallamento, mi butti su per la costa un po' alla garibaldina. Il numero di buche che mi trovo davanti (che nonostante sia venuto da queste parti anche un mese fa, in preparazione agli italiani long, quando ci capiti fa sempre impressione) mi fa promettere maggior prudenza, mentre punzono la lanterna posata in modo comprensivo.

La 2 è dall'altra parte della montagnola, dopo incontrato il sentiero e sotto la roccia. Se memorizzassi queste 3 informazioni una volta per tutte a inizio tratta, e poi mi limitassi ad eseguire, andrei benissimo. Peccato che invece io legga varie volte per arrivare fino al punto. Pulito, ma un orientista vero ci metteva di meno (Cipriani, per dirne uno, 40'', di meno).

Per la 3 si attraversa per la prima volta la Terra dei Buchi, ed è uno spettacolo, con le foglie secche e il bosco d'autunno. Ci sono un paio di sentieri che aiutano a tenere il segno, e in zona punto ho la gran fortuna di vedere uscire gente dalla buca giusta. Prato e bordo verde 3 per la 4, su quasi dritto appoggiandosi alla buca per la 5, e poi uffa.

Marco Giovannini dice che al piano a ovest della 6 ci è arrivato in debito di ossigeno, e quindi è giustificabile che abbia scambiato quel campo da calcio che c'era lì, per il campo da pallavolo poco più a sud. Io lì di ossigeno ne avevo ancora tanto che avrei potuto gonfiare una mongolfiera con la bocca (lo so che poi non volava, a gonfiarla con il fiato, ma è per dare l'idea di quanto fiato avevo...), eppure ho confuso anch'io i due campi. Che poi, capitemi, non è che ci fossero davvero i due campi, è una metafora, è per dire che una era una pianura enorme e l'altra neanche la metà. Insomma, quando sono arrivato in quella grande DOVEVO capire che ero in quella grande. E invece non l'ho capito. Non l'ho capito la prima volta, e neanche la seconda, quando ci sono tornato e sono di nuovo sceso. Se non c'era una torretta a farmi rinsavire (le torrette per quanto mi riguarda sono delle bastardate, perché servono ad ammazzare gli animali, però in cartina fanno proprio gran comodo, perché si vedono bene e in carta di solito sono poche e non ti puoi sbagliare) ero ancora lì che andavo su e giù.

Morale della favola, alla 6 di arrivo 6 minuti dopo di quando dovevo arrivarci, e addio gara e legna che crepita nel caminetto. Anche perché proprio lì mi intruppo con Marco Giovannini e Mattia Tamanini, e prima di riuscire a staccarli, mi sfarfalleggio a sufficienza da scialacquare vari secondi sia alla 7 (inopportuna sosta prima del verde, e poi sul sentiero che pensavo di aver già passato), sia alla 8 (salito troppo e poi sceso fino all'incrocio), sia alla 10 (azimut cannato alla grande, forse c'erano le rocce magnetiche). Non riesco a sbagliare la 9 solo perché era una lanterna da esordienti a bordo sentiero, e la 11 e la 12 perché in pratica corro dietro a Giovannini.

Poi inizia la campestre, e si sa che su quelle sono fortissimo (negli ultimi 9 punti, 7 migliori tempi e un secondo:quarto alla 14, l'unica dove bisognava anche fare un po' di orienteering...). 

Al traguardo mi illudo di un immeritato secondo posto dopo Cipriani, ma poi arrivano Ingemar e Andreas, che rimettono le cose a posto, e mi cacciano giù dal podio, dandomi rispettivamente 3 e 4 minuti.

Lo dicevo io che con l'Argentario non ci andavo d'accordo.

http://www.fiso.it/ris_gara_split.php?gara=201466&categoria=M35

3 commenti:

  1. "... e la 11 e la 12 perché in pratica corro dietro a Giovannini".
    Corro dietro a Giovannini? Dove sono finite le tue gambe magiche?

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    Risposte
    1. 1) era in discesa
      2) era fra gli alberi
      3) mica correva piano Giovannini

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