Cronologicamente nel fine settimana ci sarebbe stata prima la sprint di Revine, ma se pubblico prima un post su quella, già mi vedo dopo 10'' il commento di Spacca Zebedei che dice "sì sì, ma raccontaci del Cansiglio...", quindi tanto vale cominciare con il Cansiglio.
Premessa. In un posto così bello mi sarebbe piaciuto di più andarci fra un mese, con l'erba e gli alberi belli verdi. Il terreno sarà uguale in maggio ("un parquet", una "moquette", un posto dove correre "in ciabatte" o dove andare "in pattine", tutte parole di Stegal) ma il panorama sarà molto molto più bello. E meno male che ieri il tempo ci ha graziati, perché poteva anche fare parecchio freddo.
Altra considerazione extra agonistica, o quasi: perché non si fanno più delle long long? Ieri il primo M35 ha vinto in 57', senza errori poteva anche farcela in 54', e Rigoni probabilmente in 48'. Con tutto quel ben di Dio a disposizione, qualche km in più ci sarebbe stato proprio bene.
La mia gara si è giocata fondamentalmente su un cartello che non ho visto, ma torniamo alle cronache
lanterna per lanterna di un tempo, che migliaia di lettori non vedevano l'ora tornassero.

Pronti via e il tracciatore pensa bene che siamo vecchietti e dobbiamo entrare in carta, ma siamo anche giovani dentro e rischiamo di non prenderci il tempo per farlo. Così ci accompagna prima con il sentiero e poi con il letto del ruscello fino ad un punto di attacco da cui non si può sbagliare. Quello che parte più garrulo è Ausermuller, 9'' dietro Ruggiero, 11'' io. Da lì già si apre quel bosco di cui Stegal ha parlato allo sfinimento per tutto il pregara e per metà giorno precedente, uno di quei boschi in cui devi alzare gli occhi e leggere le macro forme, e se ci riesci sei a posto, se no sei fottuto.
Io alzo gli occhi e mi sembra di leggere tutto (ah, la magia del 15.000!). Parto come un razzo verso la 2. Ma sono giovane e inesperto, sarò proprio vero che sto leggendo tutto? Sarà proprio la direzione giusta? Arriveranno proprio le rocce? Ma sì, sono proprio loro, e lì c'è proprio una lanterna, ed è davvero la mia. Allora oggi ci si diverte!
Uscito dal punto so esattamente dove andare, rimango un pelo alto ma arrivo alla 3 come me l'avessero fatta vedere il giorno prima: 8'' più veloce di un certo GPM, 10'' più veloce di Davide Rusconi, 15'' più veloce di Mario e 17'' più veloce di Michele, e sono in testa.
Giù e su e giù, meno implacabile ma preciso, cedo 10'' e lo scettro a Mario. In vena di regalie alla 5 arrivo alla pista da sci senza un piano preciso, non trovo in carta un sasso che vedo lungo il prato, e spinto da Satana scendo per aggirare un verdino che in qualsiasi altro posto al mondo sarebbe stato un bianco e lo avrei attraversato notandolo a malapena. Quando vedo il naso che cerco, sono sufficientemente concentrato da non fermarmi a prendermi a schiaffi, ma rotolo al 5° posto a 1'10''.
È ora di "tratta lunga" (suvvia, davvero pensate che siamo così vecchi da non poterci permettere qualche centimetro in più?). Ci penso un po', ma non abbastanza. Vedo la scelta su e giù dal montarozzo, o via in curva e poi sul pendentone, ma mi sfuggono i puntini sul pendentone e, soprattutto, la scelta da est, su solo fino alla sella e poi giù. Alla fine i puntini mi spingono sulla strada asfaltata e poi su dal curvone. Salendo ho il tempo di avvistare Dario Stefani, partito 10' prima di me, e anche di intravvedere Mario che punzona e scappa. È partito 2' prima di me e mi sa che gli ho rosicchiato qualcosa! Gli split in effetti diranno che lì sono di nuovo in testa: nonostante la scelta non ottimale guadagno dai 26'' in su a tutti, e 2' e mezzo a Mario. Ma la gara è ancora lunga.
La 7 mi pare una tipica lanterna da sputtanarci una giornata e, complice anche la salita, la prendo prudente. Con il senno di poi (e con la lente di ingrandimento) probabilmente la depressione con le rocce sulla quale mi "appoggio" non è quella che pensavo, ma il mio stellone brilla e mi fa vedere il punzone che spunta dalla buca. 50'' peggio di Mario (che dirà poi che quando mi ha visto "ha resettato e è ripartito senza voltarsi più indietro") ma meglio di tutti gli altri, e leadership conservata.
Deciso in curva alla 8 e poi scelta prudente per la 9: aggiro il monticello e mi faccio portare dalla curva di livello. È una buona scelta, ma dovrei spingere molto di più sul costone. Morale, Mario mi rifila 40'' e si riprende la testa della gara con 3'' di vantaggio.
Giù a rotta di collo per la 10 (e Mario è 4'' più rotto di me) poi per la 11 decido di tenermi un po' largo, solo che mi tengo un po' troppo largo, talmente largo che mi spavento perché mi sembra di non arrivare più: 50'' persi malamente e Mario che si allontana. Bevo un attimo prima della 12 che è lì dietro, e ci lascio altri 15'' (avrò bevuto troppo?), ma rimango secondo. È in uscita da questo punto che non vedo il cartello.

Considerando che venivo più o meno da dove c'è il numero 12, potevo scegliere se proseguire diritto verso il podio, o svoltare di 90 gradi a destra verso affanculo. Non ci ho pensato un attimo e sono andato a destra. Tuttora non so perché. Era forse il punto più facile della gara, forse dalla 12 si vedeva pure. Ho deciso che dovevo seguire un nasone, ma perché abbia scelto quello, non me lo spiego. Non c'erano avversari, non ero agitato, non ero in aceto. Certo, potevo fermarmi qualche km prima vedendo che il nasone non finiva mai, ma c'era lì anche Cavazzani e volevo fargli vedere il mio bello stile. Quando arrivo alla 16 mi sento l'orientista più stupido della storia (e magari "della storia" è eccessivo, ma su quella tratta ho fatto 2'34'' peggio del penultimo tempo in M35, 3' peggio dell'ultimo tempo in M20, e in MA ha fatto peggio di me solo da Fabrizio Abrate, al quale evidentemente non scrivere più sul suo blog fa male).
Dalla 16 alla 13 probabilmente corro a 2'50'' al kms, qui incontro Michele, che non sapevo partisse 4' dopo di me, ma che comunque tento di seminare volando alla 14 (ma potevo tenermi un po' più alto e Mario fa meglio di 2''), trascinandolo dalla parte sbagliata dei recinti per la 15 (addirittura 16'' persi), ma riuscendoci solo salendo con il miglior tempo alla 16, 5'' più veloce di Mario (ma 9'' peggio di Mattia Debertolis, minchia...). Anche sulla 17 mi butto con discreta foga, ma sta volta 5'' più lento di Mario, e poi stacco di nuovo il cervello e mi ritrovo a rincorrere di nuovo Michele da lontano, riuscendo a riprenderlo solo in cima al cocuzzolo della 18, dove lui arriva con la lingua sotto le chiodate e io quasi fresco come una rosa, ma io sono mona e lui no.
Poi un miglior tempo alla 19 e due terzi alla 100 e al finish, tanto per rodermi ancora un po' su quanto andavano oggi le gambe nonostante (o grazie?) i 75 km di sabato scorso, e chiusura in 5° posizione, dietro a Mario, Michele, un inaspettato Davide Rusconi, e il sempre presente Ingemar.
Mi rode un pelino.
Forza SZ, infierisci.