8 aprile 2018

1° Coppa Italia - middle - Montello

Dopo una piacevolissima serata trascorsa con Lucia, Chiara, e un altro ragazzo del Nirvana di cui non ricordo il nome, la domenica è finalmente tempo di orienteering nel bosco. Temo parecchio la carta del Montello, ma come al solito fantastico di avere possibilità di podio.

Arrivo in partenza benedicendo il "warm up", quell'assaggio di mappa che di danno in qualche gara, (che si potrebbe benissimo chiamare "riscaldamento"...), che ti permette di capire di che morte morirai, facendoti vedere come ha lavorato il cartografo e che tipo di bosco troverai in gara. Al primo punto del warm up sono già mezzo perso, ma ho il tempo per raccapezzarmi un po' e partire non completamente in balia della carta. 

Questo non mi permette di fare la scelta migliore per la 1, che ci arrivava praticamente restando sempre su sentiero, però in tutta la gara non farò neanche uno dei miei leggendari svarioni. Magari non sarò sempre velocissimo, magari non farò sempre la scelta migliore, ma non penso neanche per un minuto "sono il peggior orientista del globo" in seguito a scellerati smarrimenti e fortunosi ritrovamenti. Ad essere sinceri, la carta aiutava parecchio, dato che ho corso quasi tutta la gara sui sentieri, visto che allontanarsene avrebbe significato sfracellarsi fra le spine. Il che non depone molto a favore della "lochescion", sicuramente suggestiva, ma tecnicamente non all'altezza di una coppa Italia, a detta anche di molti altri.

Vi risparmierò quindi la descrizione punto per punto (limitandomi ad accennare al fatto che alla 3 sono finito in un posto diverso dal previsto, ma mi sono ritrovato velocemente; che dalla 5 alla 6 ho preferito fare il giro del mondo piuttosto che sbrandellarmi la pelle fra le spine, ma evidentemente c'era un tunnel che non ho visto; che per la 7 quelli forti sono risaliti dal canalone che partiva a sud del roccione e sono poi scesi dall'altra senza doversi calare in corda doppia come ho fatto io).

È stato decisamente più interessane il dopogara, che merita una telecronaca per punti salienti.


mio arrivo - Stegal si entusiasma dandomi 1° con 6'' di vantaggio su Max Bianchi (che era davanti alla penultima, ma ha fatto un giretto sul sentiero invece di tagliare su verso la 10, come tutti).

arrivo di Denny Pagliari - Stegal di entusiasma di nuovo, dicendo che Denny è 2'' dietro Massimo, e io penso che sono un mito e appenderò le scarpe al chiodo dopo un risultato del genere. È evidente che per finirmi dietro deve avere fatto un errore clamoroso, ma "that's orienteering, baby"

due parole con Denny - scopro che ha perso 10' (dieci-minuti!) perché  una volta arrivato alla 3 si è reso conto che era senza brichetto, ed è tornato quasi fino alla 2 per cercarlo, trovandolo dove si ricordava di essere quasi caduto appendendosi ad un alberello. Se ciononostante gli ho dato solo 8'', forse non sono esattamente un mito.

arrivo di Ingemar - lo vedo arrivare all'ultima lanterna, anche lui facendo la scelta insana di Max. Gongolo pensando a quanti secondi avrà perso, solo che quando arriva viene fuori che mi ha dato 2 minuti e mezzo, quindi quei 9'' non sono molto rilevanti. Vabbeh, sono sempre secondo.

arrivo di Michele Ausermiller - è uno di quelli che pensavo potessero andare bene, ma quando scopro che mi ha dato quasi 8 (otto!) minuti, ci rimango maluccio. Vero, sono ancora sul podio e non c'è più nessuno che può arrivare a portarmi via il terzo posto, ma 8 (otto!) minuti sono una eternità. Sigh.

arrivo di Christine Kirchlechner - corre in donne elite, che hanno il nostro stesso percorso e lei di minuti me ne dà addirittura 9 (nove!). Ok che ha fatto vari mondiali, ma nell'ultimo anno si è allenata la metà di quanto mi sono allenato io. Strasigh.

Credo sia la prima volta in vita mia che salgo depresso su un podio. È ben vero che se non ci fossi neanche salito, sarei stato più depresso ancora, e che questa volta non mi è neanche venuta in mente la "maledizione del week-end", quella che fino all'anno scorso mi aveva SEMPRE condannato, nei fine settimane di due gare, a farne almeno una da c***, però di strada ce n'è da fare proprio ancora tanta. E sarebbe anche il caso che io la facessi con una carta e una bussola in mano, dato che il problema non sono le gambe. 
Perché è vero che ultimamente mi dedico spesso al trail, ma questo è di gran lunga il mio gioco preferito!



8 commenti:

  1. Ma per andare alla 3 cosa ti aveva fatto di male il sentiero dritto ovest-est che portava sopra il punto?

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    1. eh, io volevo ben arrivare lì, e pensavo di essere arrivato sulla forestale prima del curvone, invece ero sulla forestale, dopo il curvone. Sì, c'erano 90° di differenza...

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    2. allora ho capito. Io ho corso tutta la traccia (diventata nel frattempo una pista per trattori) continuando ad andare verso nord est e mi sono ritrovatoin a nord del sentiero. Tu hai piegato verso sud-est ad un certo punto (probabilmente dove avevano tirato giù gli alberi con le bombe) e ti sei ritrovato a sud del sentierino

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    3. ho deviato in un canalino, pulitissimo all'inizio e pieno di spine poi. era meglio la tua, se non altro per fare "deviazione controllata", la mia non era controllata per niente

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  2. Potremmo a questo punto inventarci un'altra specialità: la path-O (o polku-O, come direbbero lassù) dove è vietato abbandonare i sentieri pena, non la squalifica, ma la scarnificazione.
    Che tristezza!

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  3. Da giovani (sigh!) quando si giocava a calcio a una porta, ogni tre corner avevi diritto a battere un calcio di rigore. Qui come funziona? Ogni tre podi ...

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    1. ogni tre podi un pezzo di pizza vecchia per il tuo cane, ma devono essere tre podi nello stesso circuito, quindi per ora sono a 1 in Coppa Italia, e 1 in sprint race tour...

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    2. La pizza vecchia te la mangi te. Per lei solo cibi freschi, grazie. Inoltre faccio ammenda: si dovrebbe dire podii

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