E dopo le mancate edizioni del 2020 e 2021, la versione estiva del 2022, la sosta da fascite plantare dell'anno scorso, torno finalmente alla vera VeNotte, quella dove è notte ed è inverno. Non è vera vera, perché dovrebbe anche essere freddino e non lo è affatto, ma accontentiamoci, e comunque io faccio quello che posso per aumentarne l'autenticità, dimenticando la termica e costringendomi a correre solo con la leggerissima divisa, ma non riesco a prendere freddo comunque.
Come da qualche anno a questa parte, la gara vale come Campionato Veneto in Notturna, e quindi c'è anche la M35, dove l'uomo da battere è Silvano Daves, che qui me le ha già suonate qualche anno fa. Quando gli chiedo "ti stai allenando?" mi risponde "eh, abbastanza", che tradotto dall'orientese pretattico significa "un casino". Ma naturalmente è solo un gioco e ciascuno augura il meglio al suo avversario e vinca il migliore.Dopo una chiacchierata con Candotti, che vista da fuori sembra il dialogo fra due bambini delle elementari che si stanno raccontando cosa hanno ricevuto a Natale, e noi la gara non l'abbiamo ancora cominciata, andando in partenza (che dista metri 10 dal ritrovo) sento Madella che chiosa "Non conta un cazzo, ma Venezia è sempre Venezia!" e non posso essere più d'accordo.
Così parto straconvinto e perdo 33'' alla 1.
Succede che il magenta (il colore del tracciato, ndr) è giusto un profumo spruzzato sulla carta e prima di riuscire a vedere il triangolo e la 1, ci metto un po', e quando ci riesco sono un po' confuso e vado dritto al primo ponte, e insomma alla 1 sono già 13esimo a 34'' dal primo, che guarda a caso è Silvano.
Ci metto più o meno fino alla 5 (dove arrivo in sesta posizione con due terzi posti come migliori split) a fare amicizia con il magenta, poi, dato che anche le gambe sono entrate in temperatura, approfitto della tratta John Holmes Rocco Siffredi (cit.) di 1.749 metri per me e di 1.636 metri per la prima WE (e i 1.622 metri di Karin Cescon che fa tutt'altra scelta, evidentemente migliore) dove infliggo una quarantina di secondi al secondo (Luca Stringher), un minutino a Silvano, e tanti saluti.
Con le gambe che verso la fine implorano pietà e dicono che non potrebbero mica andare avanti così per molto, e quella tipica sensazione delle gare a Venezia in cui ti senti come se fossi aggrappato alla mappa su un appiglio piccolissimo, e se cadi ciao. E un paio di volte a perdere l'appiglio ci sono andato proprio vicino (e mi sa che in M45 Boneccher ad un certo punto è finito giù nel dirupo perché alla 7 era terzo e alla 8 ha perso 8 minuti ed è finito 44esimo).
Insomma, ho vinto VeNotte, 3' davanti a Silvano e 4 minuti davanti a Gabriele Iussig, un "quasi nuovo" vecchietto del Trent-o, che l'anno scorso a VeNotte aveva preso 3' da Stringher, e quest'anno gli ha dato 10'', e mi sa che ci incontreremo ancora.Bello! Bello! Bello! Bello! (a parte il magenta, che ha mietuto parecchie vittime)
Per completezza avevo risposto "il giusto"... Che significa tutto e niente, come da coerente risposta di un orientista a una classica domanda orientistica... (chiaramente il commento è coerentemente intricato con una scelta di Venotte...)
RispondiEliminaeh, mi ricordavo che non era la risposta giusta, ma non mi ricordavo quella giusta...
EliminaE' sempre un piacere leggerti, anche per gli evidenti riconoscimenti che emergono dalle "cit." (che però risalgono ad Elio e le Storie Tese... quindi no, non mi riguardano). Però leggo sempre più spesso, o ricordo sempre più spesso, di gare alle quali ti presenti senza termica, senza pantaloni, senza scarpe, senza bussola, senza buff. Una bella checklist no? :-)
RispondiEliminatroppo facile con la check list....
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