12 gennaio 2010

A dda passà 'a nuttata 4 - Disastri assortiti

L'onda lunga della delusione per i campionati italiani middle mi perseguita per tutti i mesi di maggio e giugno, dove infilo una serie di gare in cui le ombre sono mooolte più delle luci.


Il magnifico ciclo inizia in Alto Adige, a Nova Ponente, nel campionato altoatesino long del primo di maggio. L'organizzazione è minimale ma efficientissima ed è una di quelle tipiche gare in cui c'è tutto da perdere e nulla da guadagnare: in m19-34 c'è un pugno di concorrenti, tutti molto più forti di me, e la presenza di Micha garantisce già in partenza che non ci saàr da consolarsi neanche con la farsa dei punti in LB. L'unica è puntare a divertisti. La carta è molto bella ma il bosco è un po' sporco e già alla 2 perdo l'illusione del percorso perfetto. Arrivo maluccio alla 4 e cercando di scegliere il punto d'attacco per la 5 mi convinco che sarà una tragedia. "Soffro" talmente la carta, che neanche quando arrivo all'incrocio dei sentieri sotto la lanterna mi rendo conto di dove sono. Ne verrò a capo, del tutto casualmente, dopo 7' e 23'', circa 6 minuti più di quanto ci mette Micha, ma anche 5' di più di Marco Bezzi. Per il resto sarà una gara quasi dignitosa, che chiudo a 40' da Micha, settimo su otto partiti. Il vero problema è che non sono molto sicuro che se ci torno non finisco nello stesso modo...


Il 23 maggio è la volta della prima gara del circuito provinciale CSI, riserva di caccia per esordienti volenterosi o orientisti mediocri in cerca di facili allori. Quest'anno sono passato in M35 e per quadrissare i successi del 2006-2007-2008, dovrò guardarmi soprattutto dalla coppia del Trent-o Candotti&Segatta. La gara è un raro partenza individuale a sequenza libera, traccia Cavazzani e la carta non è banale, così come i dislivelli, però il bosco è molto bello. Tanto per mettere subito le cose in chiaro, fra la 4 e la 5 sbaglio sia sequenza sia (dovevo fare prima la 12, non la 13) sia direzione (per andare alla 13 non dovevo andare sulla collina...) e perdo quel paio di minuti che saranno fatali. Il resto della gara lo corro benino, con alcune sagge scelte di percorso, ma questo sarà sufficiente per fare quasi la doccia prima dell'arrivo di Segatta, ma non per non vedere Candotti che sorseggia il thè quando arrivo io.

Il 31 maggio è la volta del Trofeo delle Regioni a Varena, che corro da "privatista" in 19-34. La gara è davvero bella e tosta, e, nonostante io arrivi alla partenza pochi secondi prima del mio minuto, con il cuore in gola, non la corro neanche male. Il bosco è molto bello e la corsa (in discesa...) sul sentiero sul fondovalle che porta alla seconda parte della gara, con alternanza di bosco e prati ai lati, e ameno ruscelletto che scorre a fianco, rimane uno dei ricordi più piacevoli del mio 2009 orientistico. Nota a margine: lì per lì quel sentiero mi era sembrato l'unica e ovvia scelta possibile, salvo scoprire dopo altre fantasiose scelte di percorso... Chiudo al 12esimo posto, con parecchi errori nelle ultimissime lanterne, che non avrebbero però cambiato granchè. Il giorno dopo è già tempo di rivincite, non tanto con S&C, ma con il mio orgoglio ferito di orientista. Si corre il campionato Trenntino Middle, sulla carta della Maranza: grande come la mia mano chiusa e piena di curve di livello. I miei sforzi per trovare la concentrazione ottengono risultati medi, che non mi evitano una pascolata prima della 3, ma mi portano fino alla 9 in modo dignitoso. Faccio un po' di fatica a trovare la 10, ma niente a confronto di quello che succederà verso la 11: 13 minuti in gran parte passeggiando nel bosco, cercando di capire dove mai potevo essere e non riuscendoci. Nel dopogara sono riuscito a ricostruire gran pare del mio pellegrinaggio boschivo, ma non i percorsi "logici" che mi hanno portato così fuori. Quando arrivo al traguardo, 24esimo su 27, sono ancora una volta davvero depresso.

Il 7 giugno si corre la gara di Coppa Italia di Baselga di Pinè, ed è un'altra ultra long: 12900 metri con 520 metri di dislivello. Mi iscrivo in Elìte e l'obiettivo di giornata è quello di arrivare al traguardo in condizioni più dignitose di Tarzo. Anche perchè le primule sono sfiorite da un pezzo. La carta al 15.000 è lunga e stretta, e già dalla 1 alla 2 ci sono 6 cm di distanza. Sono in giornata buona e fino alla 9 corro al massimo delle mie potenzialità, che valgono un 14esimo posto (su 19). Per la 10 si impone una scelta: rimanere aggrappati al costone per non perdere curve di livello, o scendere sulla comoda strada e poi risalire di 10 curve. Io inizio ad essere stanco e opto per la prima scelta. Arrivo al punto con una certa sicurezza, ma perdendo quasi 5 minuti da quelli che scelgono la strada sotto. Comunque procedo abbastanza bene fino alla 17, dove è posto il ristoro, e poi alla 18. E' a questo punto che perdo per un attimo contatto con la carta, e lascio il sentiero 200 metri prima di quanto avevo deciso. Perdendomi irrimediabilmente. Per fortuna dopo un po' sbatto nella 21, ma ormai le mie energie residue sono andate, e prima non riesco ad attaccarmi a Gaio che mi supera alla 21, e poi faccio la scelta più stupida del mondo fra la 23 e la 24, perdendo altri 5 minuti dagli avversari diretti. Chiudo in 17esima posizione, ma non ho dovuto fare ricorso a nessuna pianta autoctona e all'arrivo mi reggo ancora sulle gambe: un successo!


Il 13 e 14 giugno si corre la due giorni di Barricata, nome che io associo ad una carta piena di buche che mi ha sconfitto ogni volta fin dai tempi della MB. Ma mancare sarebbe da vigliacchi e poi il posto è davvero bello. Si comincia il sabato con 6,8+230, tanto per assaggiare il terreno. Parto bene, ma fra la 2 e la 3 incontro Ferrai del Trent-o e come tradizione perdo del tutto la concentrazione: dovrei andare via in curva e scendo di 15 metri. Ci metto un bel po' a capire cosa ho fatto, e la lanterna successiva non è l'idale per uscire velocemente dalla "crisi": buchette, dossetti e mezze curve mi mandano, come tradizione, in confusione. Il resto della gara è discreto, salvo un brutto errore alla 15 dove scendo invece di salire, e chiudo 12esimo (a 20 minuti da Rigoni...). Ma il peggio deve ancora venire.

La domenica ci aspettano infatti 8,9 + 430 sua una carta osticissima, che, in particolare fra la 4 e la 8 dissemina una serie di roccioni misto verdini da paura. Chissà come me la sarei cavata nelle condizioni ideali. Se non lo saprei mai è perchè dopo una partenza ultra sprint mi faccio distrarre dagli alberi caduti e me ne vado completamente alla deriva. Mi serviranno 18 minuti per trovare la maledetta 2, e a quel punto la mia gara è virtualmente finita. Prima che lo sia anche nella pratica, infilo una serie di scelte discutibili fino ai roccioni, dove mi attacco a Santoni, che sembra capirne un po' più di me (anche se alla fine si ritirerà anche lui). Finiscono i roccioni, ma non i miei problemi, e sono rimasto solo a sbrogliarli. Per trovare la 9, non proprio irresistibile, ci metto addirittura 31 minuti. Va un po' meglio nelle lanterne successive, ma sono nel bosco ormai da 2 ore e sto per schiattare. Mi faccio forza fino alla 14 dove dovrei trovare il ristoro, ma non lo trovo (c'era? non c'era? all'arrivo i pareri sono discordi) e getto la spugna. E come me altri 13, contro gli 11 arrivati...

Chiudo il mese di giugno con la gara in centro storico di Roverè della Luna, dove colgo il miglior risultato del periodo: NP.

6 commenti:

  1. E questi sarebbero disastri??? Tze!
    Cerca una lanterna per 47 minuti, in una gara che PierPaolo Corona vince in 46 minuti... poi ne riparliamo!
    Dilettante! :-)

    Stegal

    RispondiElimina
  2. Al Cimirlo, dato che qualcuno mi aveva detto che la gara non era in bosco, ho fatto la gara con le scarpe da ginnastica....stamdo più per terra che in piadi. Non mi bullerei quindi di aver fatto la doccia........

    RispondiElimina
  3. andrea...quella gara il 90% dei partecipanti l'ha fatta con le scarpe da ginnastica

    RispondiElimina
  4. Non penso proprio Silvan. Io quel giorno ho avuto difficoltà enormi per stare in piedi e in merito alla tua velata ironia posso dire che magari avrei preso lo stesso eterno distacco con scarpe adatte.
    E poi pensa ad aggioranre il tuo blog. Non se ne può più del "fair play" di quella staffetta! Tiè!!
    Pittuosto Dario... dimmi un po' ti stai già allenando?

    RispondiElimina
  5. Basta che non litigate...
    Sì, mi stavo allenando discretamente (le solite due volte la settimana) ma poi una otite mi ha messo a letto per sette giorni. Vediamo cosa ne verrà fuori... Primo appuntamento: notturna di Venezia il 30 gennaio!

    RispondiElimina
  6. Ma daiiii che stai a pensare, io e il Silvan che litighiamo? E' solo una sana punzecchiatura.
    Anch'io ho riiniziato ad allenarmi, target minimo 3 volte a settimana. Ah... non ci crede nessuno per la tua cadenza bisettimanale di allenamento. Ma proprio nessuno nessuno nessuno nessuno. Ah ah ah Ciaooo

    RispondiElimina

non lasciate commenti anonimi, suvvia...