4 aprile 2011

Coppa Italia Oltrebrenta

Prima gara di coppa Italia 2011 in M35 dopo l'assaggio del giorno prima in élite (ma di cui parlerò più avanti), e la gara si preannuncia come bella tosta. Le foto sul sito parlano di un terreno infame, mentre il francobollo di cartina dice che i movimenti del terreno sono paragonabili a quelli di un orso in letargo, e i punti di attacco saranno merce rara. Nella zona di arrivo c'è anche un pennellone con un volto da eterno bambino incorniciato dalla classica barbetta incolta con cui lo vediamo nelle immagini all'oratorio, che va in giro dicendo che sarà più facile andare a podio in M35 che in M40. Già dalla descrizione si capisce che è un idiota e bisogna diffidare di lui, così vado in partenza bello concentrato pronto a vendere cara la cotica (che a giudicare dal “semiaperto sporco” in cui si trova la partenza, avrà parecchio da penare.

La svedese dista 5 metri dalla partenza, e mi ci avvio per una volta camminando. Curva di livello come linea di conduzione, verdino come linea di arresto e poi su. Ci sarebbe anche il sassone come punto d'attacco, ma non sono ancora abbastanza in carta da fare progetti così precisi. Faccio più o meno quello che avrei voluto, ma ci metto 1' più di quelli forti. Capisco di non essere andato granchè forte, ma in una carta così non essermi perso al primo punto è già buono. Ottime invece le probabilità di perdermi al secondo. Di nuovo l.c. curva di livello e di nuovo l.a. verdino, c'è anche in mezzo un fu torrente da attraversare. Non scorgo punti di attacco (ma c'era forse un avallamento un pelo più pronunciato) e faccio molta fatica a leggere la vegetazione che cambia. Comunque ad un certo punto capisco che devo essere nel bianco, torno indietro in quello che mi sembra un po' verde, e un po' di culo arrivo alla 2. Sta volta i minuti persi sono 2 abbondanti.Ma il morale non subisce contraccolpi, e mi lancio, sempre in curva, verso la 3. Altra esitazione fra i sassi e altri 30''. Ma la gara è ancora lunga.

La 4 è un breve azimut, ma dopo averlo impostato correttamente mi faccio distrarre dal sassone. Che è effettivamente quello vicino alla buca dove devo andare, ma dimentico la regola del mezzo campo da calcio, e rimuovo il fatto che “vicino” vuol dire a 20 metri. Non sarà l'ultima volta che abbandonerò la diritta via distratto da un particolare che andrebbe solo guardato da lontano come riferimento. Comunque, sono altri 10'', che su una lanterna da 50 non è male. Per la 5 c'è da seguire la solita cdl (che non è la Casa delle Libertà...) per arrestarsi al bordo del solito verdino per poi risalire la canaletta. Nel guadare il torrente secco supero Rusky di gran carriera e inevitabilmente mi passa per il cervello la sua frase “una corsa di un'altra categoria” con cui mi aveva lusingato ai campionati italiani middle dell'anno scorso. Sono certo che questo pensiero mi porterà in un dirupo, invece mi porta solo su una sassaia in semiaperto, che scopro essere a pochi metri dalla buca che certo. Attaccare la lanterna da lì è un gioco da ragazzi e stacco un clamoroso 3° tempo di tratta, a 7'' da Visioli e 5'' da Grassi.

Stesso piazzamento nella 6, con evidentissima linea di arresto nel sentierone ed eventuale punto di attacco di emergenza nel pratino. Ma non mi occorre neanche, riconosco da distanza l'avvallamento e mi ci tuffo giocondo. Per la 7 non mi azzardo nel verde e scelgo i sentieri fino al semiaperto dove facendo sponda sulla depressione cado sulla lanterna come come una palla 8 in buca laterale. La 8 è una formalità, con sentiero, greto e secondo avvallamento da seguire (di nuovo terzo tempo, a 5'' da Rigoni e 2'' da Grassi) e poi di corsa alla lanterna spettacolo, soli 2'' più lentamente di Re Carlo. Il morale è ancora alto, mi sento bene e mi sembra di star facendo una buona gara. C'è un po' da correre e rilassarsi per andare alla 10, che attacco, sempre in curva, dal cocuzzolone oltre il torrente. Ci arrivo perfetto, di nuovo terzo, sta volta dopo Visioli e un imprevedibile Hargrave.

La 11 si preannuncia ostica e procedo con prudenza. In curva fino al sentiero, sbatto contro un cocuzzolo che mi conferma la posizione, proseguo sempre in curva puntando a quella che penso essere una canaletta erosiva ma che non trovo. Fortunatamente poco dopo c'è una specie di cattedrale rupestre con tanto di grotta, inconfondibile, e da lì proseguire in curva fino alla roccetta è decisamente alla mia portata. Ci metto 1'10'' più di Grassi, ma 5'40'' meno di Re Carlo, e a questo punto sarei 2°. Anche per andare alla 12 non mi pare ci sia niente di meglio che la curva di livello, e quando trovo la lanterna dietro il piccolo movimento del terreno che riesco a riconoscere da lontano, vado in un brodo di giuggiole: secondo, benchè a 30'' da Re Carlo che evidentemente ha messo il turbo. Per la 13 nulla di nuovo, sempre curva di livello, perà c'è un avallamento molto significativo come linea di arresto e linea conduttrice per la lanterna. Riesco a non farmi ingannare da un movimento molto meno accentuato che incontro prima, e scendendo lungo il crinale casco sul sasso giusto. Di nuovo secondo tempo, sta volta dietro Visioli.


Reso ardito dai successi mi butto sul nasone e da lì in azimut al cocuzzolo. Ci arrivo proprio davanti, ma qui mi impappino. Nonostante abbia letto (come mi ero promesso) il codice lanterna e la descrizione punto, qualcosa nel mio cervello continua a pensare che “cocuzzolo” vuol dire “in cima al”, e rimango lì come un pirla a guardarmi in giro per vedere svettare la lanterna. Passa quasi un minuto prima che io faccia il giro del suddetto cocuzzolo e incontri la lanterna a meno di 5m in linea d'aria dove mi sono fermato in contemplazione.

Qui qualche meccanismo si inceppa e inizio a collezionare una serie di brutture che culminano nella 17. La 15 è molto facile, c'è una canaletta che ci porta. Però bisogna arrivare in fretta alla canaletta, e io invece ormai avezzo alle curve di livello seguo quella e faccio un giro inutile che mi costa un altro minuto. Per la 16 ci sono 3 sassi che indicano comodamente la direzione per l'azimut, ma io nonostante salga corricchiando piano perdo la pazienza prima di arrivare dove dovevo e la trovo un po' per caso perchè me la indica un tizio (che in cambio mi chiede dove siamo). Ma la gara la butto alla 17, e per una volta non è neanche per eccesso di supponenza. Mi sembra che partire di nuovo in curva sia troppo rischioso per la mancanza di una vera linea di arresto, decido di puntare alla cattedrale rupestre che ho già visto prima. Mi sembra un riferimento abbastanza grande da essere visto anche se ci passo un po' sopra o un po' sotto. Solo che evidentemente mi lascio sedurre troppo dal dolce declivio, e solo a posteriori mi rendo conto di essere finito varie curve sotto la cattedrale. La certezza di dove sono ce l'ho solo quando arrivo al cocuzzolo vicino al sentiero che avevo incontrato andando alla 12. Da lì arrivo con facilità al punto, ma ho perso 5' abbondanti.

La 18 sarebbe facile, ma sono un po' scosso ed esito un po' troppo fra semiaperto e prato perdendo un altro minutino, meglio alla 19 che però non presenta nessuna difficoltà tecnica e richiede solo un po' di decisione nel gettarsi nella vegetazione. Per la 20 c'è quasi solo da correre (ma si potrebbe fare in modo più dritto di quello che ho fatto io) mentre sullo sprint in discesa, che è uno dei miei pezzi forti, non faccio neanche il miglior tempo, a dimostrazione che già non ci credevo molto.

Un paio di considerazioni per concludere.

La prima è che o sono tutti dei marziani, o si allenano molto più di quello che dicono. È vero che Grassi ha vinto (anche) perchè è stato quello che ha sbagliato meno e che questo bosco non permetteva di correre veloce, ma richiedeva potenza e resistenza, e nelle poche lanterne in cui c'era anche da correre, G.S. e compagnia sono andati veloce quanto me, che “ho una corsa da categoria superiore” e mi sto facendo un mazzo così da novembre.

La seconda considerazione è che a dispetto di quello che pensava il pennellone con il volto ecc. ecc., questa gara sembra dire che quest'anno ci sono parecchi pretendenti al ruolo di Vice Rigoni in M35, e a vedere cosa è successo in M40, la situazione diventa ancora più interessante per quanto riguarda i campionati italiani dove la categoria è dai 35 ai 45.

Ultima, mesta, considerazione. Avevo sempre pensato che dovevo essere lì pronto per portare via la corona al Re Carlo nel caso remoto in cui lui la avesse appoggiata un attimo. A Oltrebrenta non solo non ho preso la corona, ma se avesse appoggiato anche lo scettro, il mantello di ermellino, la tunica di zibellino e i regali calzari a punta, mi avrebbero portato via anche quelli.

3 commenti:

  1. Anche stavolta, quando mi hai superato, ho pensato la stessa cosa anche perchè avevi punzonato la 4 prima di me...; ma a differenza di Roma questa volta non ti ho mollato perchè stavi andando dritto al punto; ti ho rivisto alla tua 7 ma poi, in quella discesa nel prato condito di rovi, ho pensato di riprendere il mio ritmo anche perchè sapevo che tu avevi già perso 2' dal Bardo (alias Dario S.) e che su questa carta non si doveva andare fuori giri. Fare quel pezzo alle tue spalle mi è servito molto perchè non correndo da cinque mesi pensavo di essere messo molto peggio.... è vero che non stavamo salendo!

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  2. Sempre un racconto bellissimo da gustare fino all'ultima parola... soprattutto per chi era nello stesso posto e per una volta sullo stesso percorso!

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  3. 2 appunti: secondo il tuo racconto avevi perso 3/4 minuti già alla 4 per una gara di orientamento in M 35 con quel parco di atleti partenti è aver perso ogni speranza di podio. Come dicevo nel post precedente qsanno vai forte quindi sei riuscito a rimetterti in sesto verso metà gara.
    La mia filosofia è se non sbaglio niente e faccio una gara a manetta ho qualche speranza di essere davanti!!!
    Ultimo appunto...un mazzo da novembre... mi piacerebbe vedere il tuo tabellino degli allenamenti mi sa che la concezione di mazzo è leggermente differente...salvo che non ti alleni al ritmo di Tenani che all'arrivo di domenica mi ha veramente impressionato..grandi mezzi, grande volontà...un esempio della grinta che ci vorrebbe.
    A proposito un po' di anni fa avevo soprannominato un allenamento "ma non si uccidono così anche i cavalli"...se vuoi te lo passo.
    Se ci sei domenica mi sa che incasserò il primo 0 - 1 in tuo favore ciao Mike

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