Avevo promesso che, se fossi arrivato sul podio anche agli italiani middle, sarei stato molto più soddisfatto di quanto lo sono stato per gli sprint, e non ho difficoltà a mantenere la promessa, dato che sul podio non ci sono arrivato. Peccato, perché oltre ad essere i campionati italiani con la più agguerrita partecipazione di sempre, è stata anche una gran bella gara, che ho anche corso bene, almeno per un po'.

E l'ho risentito poco dopo sulla strada per la 6, quando mi sono trovato davanti una miriade di canalette e canaloni e vallette e solo un attimo prima di cedere allo sconforto mi sono reso conto che ero corto e che la mia palude doveva essere un po' più un là (e c'era, e con lei la lanterna, e il primo posto di tratta e il quarto assoluto).
Poi arriva il mio exploit di giornata: tratta lunghissima a scelta multipla (più da long che da middle, ma a me che'mmi frega) che decido di prendere di petto, puntando al sentierino che porta alla forestale che taglia il verdone sassoso, e a uscirne poi dalla strada più corta, diritto verso il punto. Esecuzione da manuale, discesa precisa poco sotto il bivio, saluto festoso alla stradina, discesa a manetta fino al curvone e "corsa" sgarrupata fra i sassi e il verdino fino a sbucare al sentiero dopo. Qui un breve (10''...) momento di appannamento dovuto al fatto che mi trovo davanti un incrocio, che però in carta non c'è. Dopo un po' (troppo) decido che il cartografo ha pensato che il pezzo di strada che prosegue oltre la forestale dopo essere uscito dalla conca gialla, non valeva la pena di segnarlo, e riparto lungo la salita. Qualche altro attimo di timore in corsa dovuto al fatto che il vallone mi sembra non arrivare più, ma poi arriva e poco dopo punzono. Miglior tempo di tratta, 2'' meglio di Rigoni (che ha preso la tangenziale sud), 40'' meglio di GPM e quasi 2' meglio di Gobber. Lasciate che mi incensi un attimo, che poi non c'è più trippa per gatti.
Succede infatti che nella banale tratta dalla 7 alla 8 perdo 4', e, da lì in poi, la gara.
L'intenzione era di puntare al verdino e poi andarci sotto. Non era la tecnica più furba, dato che sarebbe stato un facile azimut da 200 metri con in mezzo un sasso a fare da rompitratta, ma non sarebbe stata neanche male, se l'avessi usata sul serio. Invece, il verdino si vede poco e non trovo di meglio che iniziare a scendere, sempre più velocemente, non sognandomi nemmeno di stimare le curve di livello. Arrivo nei pressi di un grosso cocuzzolo con lanterna, che in carta è quasi altrettanto grosso, ma non lo riconosco. Mi trovo davanti la Fossa delle Mariane, ma non riconosco neanche lei. Dopo di lei ce n'è qualche altra, ma non riesco ad oppormi all'attrazione dell'abisso, e scendo ancora. In un empito di residua lucidità do un'occhiata al codice della lanterna che mi trovo davanti e a quello delle mie dopo, e scopro di essere alla 9. Mi sento sollevato e molto molto stupido.
Mi mangio le 6 curve di livello che mi separano dalla 8 e mi ributto come un assatanato alla 9 (ma Rigoni è comunque più assatanato di me, dato che ci mette 5'' di meno nonostante io ci fossi già stato), ma da lì in poi la mia gara è irreparabilmente mediocre.
Re Carlo dice che non ho saputo reagire all'errore, io invece ho l'impressione che Super Pippo aveva finito le noccioline. A farmelo pensare è il fatto che all'arrivo, mentre io ringhiavo come un cane idrofobo a quelli che mi chiedevano come era andata, le mie mani sono andate senza chiedermi niente ad immergersi nell'uva passa e nei biscotti, prelevandone una generosa quantità, e hanno anche arraffato un panino dalla mia borsa, prima di farsi portare a fare defaticamento. Allenato come sono, dalla colazione alle 8 alla partenza alle 12 non era passato abbastanza tempo perché le gambe rimanessero senza benzina, ma più che a sufficienza perché alla testa non ne arrivasse abbastanza per lavorare in modalità "super-plus", che è quella che a me è richiesta per potermela giocare con i migliori.

Chiudo settimo, a 13' da Rigoni, a 5'30'' dalla medaglia d'argento di Buselli e a 4'30'' da quella di bronzo di GPM. Il che non è neanche malaccio, dato che sulla coppia 8+12 ci ho lasciato 6'30'', e avevo finito le noccioline.
E
giovedì rivincita in coppa Italia a Laranza (sotto lo Sciliar, un posto
bellissimo), peccato che non ci sia Rigoni (contrattura al polpaccio)
né, pare, Buselli. Io di solito nei boschi altoatesini alle gare del primo maggio mi prendevo delle ripassate memorabili. Vediamo se questa volta mi riesce di fare un po' meglio.
