Quando l'ho fatto nel 2020 c'era un tempo un po' schifoso e mi ero riproposto di rifarlo. Quando ci ho provato l'autunno scorso, prima mi è uscito un misterioso dolore al ginocchio (mai venuto prima, scomparso il giorno dopo e mai ritornato) a meno di metà strada, poi mi aveva bloccato la fascite un paio di giorni prima della data fissata per il secondo tentativo. Poteva venirmi il dubbio che fosse un percorso che porta sfiga, e invece no. Ci ho riprovato, e il cielo non mi è caduto sulla testa.
Il percorso segue per gran parte il sentiero europeo E5, che a me risultava andare dal Lago di Costanza a Verona, e invece pare vada dall'oceano atlantico a Venezia (e la verità sta nel mezzo, perché sulla relativa pagina sul sito della Federazione Italiana Escursionismo dicono che "Attualmente il tratto Verona-Venezia non è definito, per cui il sentiero termina all’Arena di Verona"). Io in ogni caso ne ho fatto parecchio di meno, e contromano. Partenza prevista ore 4.00, ma poi mi sono svegliato un po' prima della sveglia, e sono partito alle 3.40. Si poteva partire anche parecchio dopo, che tanto di treni che tornano da Bolzano ce ne sono fino alle 23, ma io volevo riuscire ad andare a cena dai suoceri.Come allenamento lungh(issim)issimo è fantastico, per la distribuzione del dislivello, per la varietà del fondo comunque per lo più sterrato, per la varietà degli ambienti e dei panorami, per l'abbondanza di punti ritiro o ristoro, nonostante per gran parte del tempo si sia fuori dal mondo. Lunghezza sui 95 km, dislivello sui 4.000, godimento complessivo 9+.
Per chi volesse dettagli sul percorso, rimando alla pagina su Strava, qui mi limito a qualche cenno ed agli highlights.
Rispetto alle altre volte sono partito verso Martignano invece che verso Villamontagna, aggirando il Calisio da ovest invece che da est. Come km e dislivello è praticamente identica, ma si fa parecchio meno asfalto.Il tratto fino al lago di Santa Colomba e poi fino a Pian del Gac è al solito bellissimo, frontale spenta perché tanto ci si vede abbastanza ed è una buona scusa per andare un po' più piano.
Per scendere al lago di Lases invece dei soliti tornantoni sulla cava dismessa vado in cerca del sentiero che è indicato su fatmap. Più che un sentiero trovo all'inizio solo una vaga traccia, (scopro ora che il problema è stato non risalire abbastanza fino al bivio vero), in effetti poi il sentiero c'è.
La Val Freda fino a Lona sempre bellissima, e discesa sul fondo della valle di Cembra questa volta lungo la condotta forzata, con un risparmio di varie decine di metri.
A Cembra highlight#1: la Macelleria Gastronomia Pasticceria Zanotelli. Non chiedetevi perché mai abbiano messo insieme una macelleria e una pasticceria, limitatevi ad assaggiare le brioche che fanno loro (tipo la integrale vuota) e a commuovervi. Soprattutto se sono le 7 di mattina e avete già fatto 25 km e guadato il canyon della Val di Cembra.
Da Cembra, nel fallito tentativo dell'autunno scorso avevo trovato la strada giusta, nel 2020 ero andato su un po' a caso, mancando il lago Santo e ricollegandomi più avanti sulla retta via. Meglio la retta via. Che non è retta per niente, ma è bellissima, soprattutto quando si arriva in quota e ci sono 4 km quasi piani in mezzo ai faggi (ma converrebbe andarci a metà maggio per vederli al loro meglio).
Il tratto da Gfrill-Cauria a Kaltenbrunnen-Fontanefredde è un po' meno bello (cioè, è comunque molto bello, ma meno di quello di prima), sempre nel bosco (Vaia permettendo) ma non più di faggio, è più lungo di quello che ci si aspetta, ma a Truden-Trodena c'è l'highlight#2: superati i 50 km vi siete guadagnati il diritto ad un Apfelschorle, ad uno Skiwasser, o ad una banale birra (ma i dietologi sconsigliano in massa): un bar vale l'altro, ma il posto più adatto è l'Hotel Schönwies, perché è alla fine del paese, subito prima dell'inizio della discesa.
A Kaltenbrunnen-Fontanefredde, c'è la più grave carenza nella segnaletica, perché arrivati sulla provinciale che sale da Ora verso Cavalese non si capisce cosa si deve fare e io sono andato un po' a caso. A posteriori, mi pare di aver capito che bisogna attraversare la provinciale, arrivare sulla quasi parallela stradina successiva, proseguire a destra ignorando l'invitante sentiero per il campo sportivo, e al tornante prendere il bivio, sempre a destra, lungo una sterrata che potrebbe essere segnata come sentiero 7, forse con indicazioni per Unterradein-Redagno di Sotto.
In ogni caso, da lì spariscono le indicazioni per il sentiero E5 e bisogna seguire quelle per Weissenstein-Pietralba, sentiero 8. Perchè? Boh. Sempre per la serie "boh", qui cambia anche la stima dei tempi, perché normalmente di corsa io ci metto metà del tempo dei cartelli CAI-SAT in Trentino, e un terzo del tempo dei cartelli CAI-AVS in Alto Adige, ma per arrivare da Kaltenbrunnen-Fontanefredde a Weissenstein-Pietralba ce ne metto due terzi abbondanti, senza rallentare significativamente.
Decido di meritarmi comunque l'highlight#3: bevanda calda e torta al bar del santuario. Qui però mi sa che faccio un errore. Mi lascio tentare dalla Schwarzwald che accompagno con caffè americano, ma probabilmente era meglio lo strudel con la cioccolata calda con panna. Un po' perché secondo me il mattone di mele-pinoli e pasta frolla me lo sarei goduto di più, un po' perché la S.W. mi va su e giù per un qualche km. Errori di gioventù.
Dal santuario e da Deutschenhofen-Nova Ponente ci sarebbero anche gli highlights#4e5, ma non sono in formissima (loro). Dopo le nuvole sparse dalle 4 alle 8, e il cielo azzurro dalle 8 alle 9, il cielo si è ingrigito e Catinaccio e Latemar, che da qui sono belli assai, sono un po' appannati. Ne approfitto per non perdere troppo tempo a fotografarli e mi avvio verso Bolzano, che tanto è vicina. Ma non è vicina un corno, e dopo essermi sfiancato per un po' con l'illusione di riuscire a prendere l'ultimo treno buono per la cena dai suoceri, getto la spugna a Kohler-Colle, da cui la meta si vede là sotto, ma non trovo il sentiero per arrivarci, e comunque ormai è troppo tardi per il treno.
Arrivo al treno un po' cottarello, tanto da rinunciare all'highlight#6, il paio di würstel con senape + patatine fritte al baracchino davanti alla stazione (che invece i dietologi in massa osannano), che ho sognato da prima dell'alba, ma di cui a quel punto non ho più voglia per niente. Peccato, dovrò rifarlo.
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