Lo so che il trofeo Arge Alp è una competizione a squadre, e nelle competizioni a squadre le prestazioni dei singoli valgono poco. Ma dato che tanto il Trentino ha vinto, posso anche concedermi di analizzare le mie prestazioni, che ben poco lustro hanno portato alla mia squadra. E sì che erano 30 anni che sognavo di poter indossare la tuta della rappresentativa provinciale, non potendo mai coronare il mio sogno quando ero un giovane buon cestista, perchè il livello nella nostra provincia era così basso che non meritavamo di avere una rappresentativa ai tornei nazionali.
Al via della seconda frazione della staffetta M35 ero bello carico, concentrato, e per una volta anche elegante, grazie alla nuova divisa da squadra del Trentino che aveva preso il posto della mia tutina vintage del US San Giorgio o di quella da catarifrangente umano che uso di solito. Friz mi dà il cambio con un distacco significativo dai primi tre, ma a poco più di 3' dall'Alto Adige, per il quale Giuliano Rampado mi precede nel bosco. Il lieve prato digradante e il lungo lago in pianura mi danno lo slancio per affrontare le prime lanterne. Parto molto bene, individuo subito il cocuzzolo della prima, salgo dalla parte giusta per il semiaperto della seconda, scendo alla facile terza, mi faccio portare dai sentieri fin davanti al crinale dove si intravede la quarta, vado tranquillo sulla quinta, e verso la sesta inquadro Rampado, che supero a velocità doppia salendo sulla collina dietro la quale trovo la lanterna: gli ho recuperato 3 minuti in 12 di gara. Il che vuol dire che sono tecnicamente alla sua altezza e fisicamente una spanna sopra. Peccato che mentalmente sia all'altezza del suo polpaccio.
Appena raggiungo Rampado infatti cado nella mia tradizionale confusione totale da raggiunto avversario, e invece di continuare con lo stesso passo, vado totalmente in confusione. Praticamente, smetto di fare orienteering, e comincio a cialtroneggiare per il bosco. Prima finisco in una specie di cratere nel tentativo di raggiungere la 7 lungo il crinale (e Giuliano sopraggiunge dalla parte giusta trotterellando e punzonar prima di me). Poi riparto di slancio e di nuovo punzono la 8 dopo Giuliano perchè lui sa dove sta andando e io non esattamente. Poi scegliamo due strade diverse, ma la sua porta alla 9 e la mia alla perdizione.Peccato che mentalmente sia all'altezza del suo polpaccio.
Trascorro i successivi 3 minuti nel vagare per una insignificante collinetta, nonostante ci siano almeno un paio di punti d'attacco elementari, e incroci addirittura Maddalena che sta andando al mio punto, ma a me sembra vada altrove. Una volta punzonato la 9 Rampado è sufficientemente lontano perchè io possa ricominciare ad usare il cervello, e faccio discretamente le successive 4. Quando passo dal punto spettacolo, di lui non c'è traccia da nessuna parte, e dunque nella smania di raggiungerlo mi metto a zigzagare sia andando alla 15 sia alla 16.
Lo intravedo alla 17, e quindi sbaglio la 18 non di molto, ma era talmente elementare che già 10'' sono un delitto. Comunque lo raggiungo perchè lui si inchioda sulla salitella e io riparto assatanato. Ma mi perdo un'altra volta rimanendo basso sotto il punto, e solo mettendomi vigliaccamente a cercarlo trovo lui e la 19. Corro come un matto lungo il dirupo verso la 100 per dare almeno il cambio davanti a lui. Ci riesco, per una ventina di secondi, ma la prestazione è veramente penosa.
Il giorno dopo i miei doveri verso la patria sono ancora più flebili. In M35 per il Trentino corrono Rigoni, e Hueller, quindi la possibilità che servano i miei punti è quasi nulla. Però ci terrei a fare una bella gara. La cartina pare essere molto bella, e il viaggio in bidonvia per la partenza mi piace un sacco, anche perchè ha una bellissima vista sul lago di Molveno e sul Gruppo di Brenta. Parto molto deciso sulla prima, ma già alla seconda sono a funghi, probabilmente perchè rimango un pelo alto al primo giro e un pelo basso al secondo: solo un tedesco mi permette di trovarla in tempo ragionevole (e intanto Rampado, partito 2' dopo di me, già mi trotterella poco dietro...).
Faccio una scelta molto prudente e faticosa (giù e su) per la 3, faccio di nuovo giù e su per la 4, ma questa volta senza volerlo, e poi mi avvio baldanzoso verso la 5, che mi darà il colpo di grazia al mio fine settimana orientistico. La lanterna è su un collinone che non è semplicissimo da mancare, ma mi fermo qualche centinaio di metri prima insospettito da uno strano casino sul terreno (probabilmente l'avallamento coperto dalla linea rossa) e vado in crisi. Scendo un po', torno un po' indietro, trovo una roccia che penso essere quella sotto la lanterna, risalgo, ma non c'è nessun dosso. Rimando a meditare, non troppo lucido, sulla carta e alla fine trovo su quale roccia sono finito. Da lì trovare la 5 è piuttosto semplice, così come poi le successive 6 lanterne, durante le quali mi accorgo però che le gambe non vanno più un granchè.
Dopo la 11 tocca fare la scelta di percorso per la 12, ma nonostante ci perda un po' di tempo non mi pare ci sia un granchè da scegliere. Magari potevo fare un pezzo di sentiero prima della strada asfaltata, ma rimane il fatto che bisogna risalire poco meno di 15 curve di livello, e non ne ho più molta voglia. Per un pezzo addirittura cammino... Dopo la 12 arrivo discretamente alla 13, dove impreco in direzione del tracciatore nel vedere che bisogna di nuovo tornare in fondo al vallone per tornare su dall'altra. La salita verso la 14 non sarebbe esattamente irresistibile, ma non ne ho più e solo il bip di un tedesco mi impedisce di vagare per la costa per un tempo imprecisato. La 15 è lenta ma facile, sulla 16 perdo vari minuti nel non accorgermi che devo scendere due curva dall'uscita dal roccione e nel cercarla lì nei dintorni, la 17 è facile, e la 18 anche, ma seguo due signore in uno strano semiaperto invece di andare al giallino dove volevo, e mi tocca poi capire dove sono e tornare su.
Al traguardo, il cronometro dice 1 ora e 46', con tre quarti d'ora da Rigoni, 25' da Grassi, più di un quarto d'ora da Hueller. Però sul podio con la squadra alla fine è stato carino.
Appena raggiungo Rampado infatti cado nella mia tradizionale confusione totale da raggiunto avversario, e invece di continuare con lo stesso passo, vado totalmente in confusione. Praticamente, smetto di fare orienteering, e comincio a cialtroneggiare per il bosco. Prima finisco in una specie di cratere nel tentativo di raggiungere la 7 lungo il crinale (e Giuliano sopraggiunge dalla parte giusta trotterellando e punzonar prima di me). Poi riparto di slancio e di nuovo punzono la 8 dopo Giuliano perchè lui sa dove sta andando e io non esattamente. Poi scegliamo due strade diverse, ma la sua porta alla 9 e la mia alla perdizione.Peccato che mentalmente sia all'altezza del suo polpaccio.
Trascorro i successivi 3 minuti nel vagare per una insignificante collinetta, nonostante ci siano almeno un paio di punti d'attacco elementari, e incroci addirittura Maddalena che sta andando al mio punto, ma a me sembra vada altrove. Una volta punzonato la 9 Rampado è sufficientemente lontano perchè io possa ricominciare ad usare il cervello, e faccio discretamente le successive 4. Quando passo dal punto spettacolo, di lui non c'è traccia da nessuna parte, e dunque nella smania di raggiungerlo mi metto a zigzagare sia andando alla 15 sia alla 16.
Lo intravedo alla 17, e quindi sbaglio la 18 non di molto, ma era talmente elementare che già 10'' sono un delitto. Comunque lo raggiungo perchè lui si inchioda sulla salitella e io riparto assatanato. Ma mi perdo un'altra volta rimanendo basso sotto il punto, e solo mettendomi vigliaccamente a cercarlo trovo lui e la 19. Corro come un matto lungo il dirupo verso la 100 per dare almeno il cambio davanti a lui. Ci riesco, per una ventina di secondi, ma la prestazione è veramente penosa.
Il giorno dopo i miei doveri verso la patria sono ancora più flebili. In M35 per il Trentino corrono Rigoni, e Hueller, quindi la possibilità che servano i miei punti è quasi nulla. Però ci terrei a fare una bella gara. La cartina pare essere molto bella, e il viaggio in bidonvia per la partenza mi piace un sacco, anche perchè ha una bellissima vista sul lago di Molveno e sul Gruppo di Brenta. Parto molto deciso sulla prima, ma già alla seconda sono a funghi, probabilmente perchè rimango un pelo alto al primo giro e un pelo basso al secondo: solo un tedesco mi permette di trovarla in tempo ragionevole (e intanto Rampado, partito 2' dopo di me, già mi trotterella poco dietro...).
Faccio una scelta molto prudente e faticosa (giù e su) per la 3, faccio di nuovo giù e su per la 4, ma questa volta senza volerlo, e poi mi avvio baldanzoso verso la 5, che mi darà il colpo di grazia al mio fine settimana orientistico. La lanterna è su un collinone che non è semplicissimo da mancare, ma mi fermo qualche centinaio di metri prima insospettito da uno strano casino sul terreno (probabilmente l'avallamento coperto dalla linea rossa) e vado in crisi. Scendo un po', torno un po' indietro, trovo una roccia che penso essere quella sotto la lanterna, risalgo, ma non c'è nessun dosso. Rimando a meditare, non troppo lucido, sulla carta e alla fine trovo su quale roccia sono finito. Da lì trovare la 5 è piuttosto semplice, così come poi le successive 6 lanterne, durante le quali mi accorgo però che le gambe non vanno più un granchè.
Dopo la 11 tocca fare la scelta di percorso per la 12, ma nonostante ci perda un po' di tempo non mi pare ci sia un granchè da scegliere. Magari potevo fare un pezzo di sentiero prima della strada asfaltata, ma rimane il fatto che bisogna risalire poco meno di 15 curve di livello, e non ne ho più molta voglia. Per un pezzo addirittura cammino... Dopo la 12 arrivo discretamente alla 13, dove impreco in direzione del tracciatore nel vedere che bisogna di nuovo tornare in fondo al vallone per tornare su dall'altra. La salita verso la 14 non sarebbe esattamente irresistibile, ma non ne ho più e solo il bip di un tedesco mi impedisce di vagare per la costa per un tempo imprecisato. La 15 è lenta ma facile, sulla 16 perdo vari minuti nel non accorgermi che devo scendere due curva dall'uscita dal roccione e nel cercarla lì nei dintorni, la 17 è facile, e la 18 anche, ma seguo due signore in uno strano semiaperto invece di andare al giallino dove volevo, e mi tocca poi capire dove sono e tornare su.
Al traguardo, il cronometro dice 1 ora e 46', con tre quarti d'ora da Rigoni, 25' da Grassi, più di un quarto d'ora da Hueller. Però sul podio con la squadra alla fine è stato carino.
ooh finalmente vedo le mappe!! grazie
RispondiEliminanon è che tu puoi magicamente far spuntare anche i risultati? io sono uno studioso di orienteering assatanato di dati
...occhio che se vai avanti così anch'io trotterello alla stessa andatura di Giuliano...
inizio a crederci per domenica prossima :-)