1 ottobre 2010

Fighting Autumn

Se alla tristezza di non avere gare serie da fare si aggiunge la tragedia di non trovare più neanche post sugli ori-blog (niente torroni di Stegal, niente psicodrammi di Orimaster, niente facezie di Cosim-o, niente scherzi di Er-Team, niente romanzi di Ruski, niente frecciate di Remox e persino nessuna puntata di Lo Zen e l'Arte di Punzonare) la situazione si fa davvero bigia e l'Autunno rischia di avere la meglio sul mondo orientistico prima ancora che la Coppa Italia sia giunta al termine.

Mi sento quindi in dovere di portare sulle spalle il peso del Movimento tediando la bloggosfera con le mie due ultime ori-prestazioni in altrettante gare promozionali, una in Trentino e una in Alto Adige.

La prima era l'ormai centenario Trofeo Vela, ameno sobborgo di Trento che presenta una morfologia caratterizzata da due principali aspetti:
1) le strade sono 2
2) c'è una discreta salita
A partire da questa ardita morfologia, la fantasia del tracciatore si può sbizzarrire fin che vuole, ma la gara sostanzialmente si risolve, dato che è tradizionalmente a sequenza libera, nel decidere se correre in senso orario o antiorario, e dunque prendere la salita dal lato lungo e dolce o da quello corto e erto. A questa ardua scelta si aggiunge normalmente a fare selezione la lanterna trabocchetto nella parte della carta che di solito si piega e che riappare magicamente solo dopo l'arrivo.

Dato che nella lanterna trabocchetto ci ero già caduto l'anno scorso, quest'anno si trattava solo di scegliere il senso giusto ed avevo deciso nel lungo training mentale pre gara di provare l'antiorario. Ragion per cui in gara ho poi corso in senso orario.

Gli avversari più accreditati erano Segatta e Candotti, ma si sono entrambi suicidati già alla prima lanterna, il primo andando per vigneti, il secondo mandando il cervello in apnea con la rampa a freddo e sbagliando clamorosamente il primo bivio. E dalla lucidità con cui ha affrontato i punti successivi ci è mancato davvero poco che non imboccasse l'autostrada. Io ho fatto del mio meglio, decidendo erroneamente che era meglio fare la 5 e la 6 prima di andare oltre autostrada invece che prima dell'ultimo punto, incaponendomi sul cespuglio sbagliato vicino al cimitero, e visitando una scarpata innocente prima di trovare la 14. Ma non è stato sufficiente per evitare la vittoria e quindi di dover dividere il podio con Fabietto Daves (che se si allenasse seriamente potrebbe forse essere davvero forte, ma non lo sapremo mai perchè la condizione non si verifica).

La domenica a Collepietra in occasione del Memorial Luis Lantschner, sono stato molto più bravo, e sono quindi riuscito ad evitare di dover salire sul podio con Corradini e Beltramba, che si sono fatti dividere da Stephan Hillebrand, che ha impiegato 21 minuti più di me a portare a termine il percorso, ma è stato più intelligente (o forse solo meno stupido).
La carta era molto carina, ma la formula diabolica: bisognava punzonare non più di 17 lanterne cercando di fare il maggior punteggio. Le lanterne più lontante valevano di più, ma ce ne erano anche un paio in posizione equivoca, che si rivelavano quelle decisive.
Nel raffinato trainig mentale pre gara di cui sopra, avevo stabilito che visti i precedenti, e vista la mia inequivocabile possibilità di recuperare con la corsa qualche secondo perso nel leggere la carta per bene, dovevo partire con molta calma, studiare bene la situazione e poi accelerare.

Grande è stato quindi il mio stupore nel rendermi conto che sono partito come un lepre inseguita da varie mute di cani da caccia, novello Heidi fra i pascoli altoatesini, senza neanche la scusa di inseguire Peter. A tre quarti del primo pratone mi ero ben accorto guardandomi indietro che un certo Corradini e un certo Beltramba avevano abbandonato il prato ben prima, ma era ormai troppo tardi ed ero lanciato verso la rovina. Infatti la mia idea che la 14 e la 15 potevo recuperarle prima di andare al traguardo, si sarebbe rivelata ben presto peregrina. Non contento, ho anche seminato il testimone poco dopo la mia prima lanterna (la 28), non accorgendomene che 200 metri e 3-4 curve di livello più avanti, e ho provato la spiacevole esperienza di correre in discesa lungo il prato, mentre tutti i miei avversari che (che avevano anche già punzonato più lanterne di me) correvano nella direzione opposta e si involavano irreparabilmente.

Ormai depresso ho infilato anche vari erroretti nel bosco, anche se la vera perla l'ho riservata per la fine, quando a 50 metri dalla 100 mi sono ricordato che nelle 17 da punzonare bisognava contare anche quella, che non era numerata con il numero più alto come a Bolbeno, ma con un perfido numero 1. Non avendolo fatto, e avendone dunque punzonate 18 dato che la 100 era obbligatoria, sono stato punito con la confisca di 45 punti, che mi hanno appunto relegato alla medaglia di legno nonostante Stephan sia arrivato parecchio tempo dopo. Anche il mio omonimo era arrivato parecchio prima di Stephan (e 4' prima di me), ma nonostante sia stato più accorto nel contare le lanterne, si è fatto fregare punzonando la 12, che valeva meno della 15.

Ed ora, orsù, vi prego, ricambiate il favore raccontando le vostre ultime ori-performance, sia pure alla gara score che avete organizzato (e vinto!) in occasione della festa di compleanno del vostro figlio di 4 anni.

Il Movimento ve ne sarà grato.

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