2 luglio 2011

Memorial Alfredo Sartori

Dopo quasi 10 mesi dai campionati italiani long 2010 torno in Val dei Mocheni, fra le 109 fittissime curve di livello che ospitano la gara regionale del primo merorial Alfredo Sartori. Per l'ennesima volta in stagione cerco di inimicarmi gli organizzatori chiedendo il cambio di categoria all'ultimo, spostandomi da una M35 per pochi intimi, ad una MA non molto più numerosa ma con alcuni atleti di valore. 4,7 km con 250 di dislivello dovrebbero essere un buon antipasto alla O-marathon che si corre il giorno dopo nella stessa zona.

Da giorni le gambe mi mandano segnali inconraggianti, vediamo di aggiungergli una testa accorta.

Partenza in salita ma tecnicamente agevole, con una radura ben visibile e un sasso comodo punto d'attacco, per la 2 si prosegue attraversando il pianoro fino a scivolare nella bucona, per la 3 basta scavalcare e cadere nella buca successiva, per la 4 si sale alla strada e poi su dritti dal naso. Nessun grosso errore, ma non sono pulito, e in MA servirebbe anche quello. Per la 5 decido di aggirare il nasone e la corsa nel bosco di larici è molto piacevole. Attacco la 6 in modo prudente dalla fine dell'asfalto, ma finendo un po' a destra, mentre alla 7 ci arrivo preciso ma davvero troppo prudente. Per la 8 si prosegue in curva, il nasone con prato accompagna alla 9, azimut verso il sassone per la 10 e di nuovo in curva con la terrazzina a fare da punto di attacco per la 11. E fin qui vado anche un po' più pulito. Mi distraggo un po' sulla strada per la 12 che finisco per attaccare in curva invece che da sotto come volevo, mentre per la 13 faccio la scelta filante sulla strada sopra, che a posteriori scoprirò essere quasi 1' migliore di quella in costa adottata da Marsoner e Cristellon C. E' il momento migliore della mia gara, salgo al prato e attacco in sicurezza la 14 (dove raggiungo Friz partito 3' prima di me vendicando almeno un po' il suo aggancio ai campionati trentini midle) e lo stacco scavalcando il nasino che mi porta al paio della 15. Per la 16 basterebbe un azimut preciso mentre io scendo un po' prudente (quasi 20'' da Carlo sono davvero tanti) e alla 17 mi gioco il podio perdendo la concentrazione quel tanto che basta ad impedirmi dall'incrocio fra sentiero e steccato di salire comodamente per 40 metri fino al punto. Per la 18 basta scendere, per la 19 si attraversa il prato e poi si costeggia il verde 2, per la 20 vorrei buttarmi nel vallone e attaccare da sopra ma finisco per andare troppo ad est e trovarmi sulle rocce sopra il punto, perdendo un po' di tempo a scendere. La 21 sembra banale, io mi limiterò a perdere una manciata di secondi confondendo i due dossi, ma qualche big ci perderà quasi un minuto, e anche la 22 finisce per essere più ostica del previsto, forse anche perché la valletta che ci porta è parzialmente coperta dal cerchietto magenta.
La 23 si vede da sopra dopo il trasferimento in curva, mentre per la 24 mi preoccupo inutilmente di trovare riferimenti accorgendomi solo alla fine che è la 100 e si vedeva anche dal ritrovo.
Complessivamente la mia gara è discreta, ma finisco 5' dietro a Carlo, 4' dietro a Davide Miori e 3' dietro a Fabio che non ha avuto una giornata particolarmente felice. Anche se "no podio no party" essere quasi al loro livello mi sembra per oggi quasi soddisfacente. A proposito di campionati italiani long 2010, tornando a quella gara per preparare questa ho scoperto che nel frattempo sono apparsi gli split che pensavo persi per sempre e ho scoperto con piacere che davvero fino alla 15 ero sul podio, staccatissimo da Rigoni ma a 45'' da Bianchi e davanti a Corona PP! Poi, il raffreddore mi sconfisse, ma questo vuol dire che un pensierino a Bellamonte posso continuare a farlo con un minimo di ragion veduta.

Nessun commento:

Posta un commento

non lasciate commenti anonimi, suvvia...