Arrivo al campionato italiano long di Bellamonte nelle mie condizioni migliori possibili. Molto in forma atleticamente, di ottimo umore, carico al punto giusto e molto consapevole dei miei mezzi. Non ho neanche il raffreddore e il posto è talmente bello che da mesi aspetto questa gara guardando le foto sul sito del Pavione. Ho anche un certo conto in sospeso con gli italiani long dopo il secondo posto a metà gara dell'anno scorso, e a Bellamonte mia moglie ha vinto una medaglia agli italiani (in W12...) e dove lei ha preso medaglie di solito le prendo anch'io.
Quando arrivo in partenza dopo il viaggio in seggiovia che mi godo come un bambino e quello sotto la seggiovia successiva che mi godo molto meno, sono riscaldato e concentrato a puntino e non chiedo altro che 6 pib per partire.
Premessa metodologica. Nella seguente descrizione non nominerò mai Stefano Maddalena, perchè oltre ad essere di un altro pianeta è anche di un'altra nazione, quindi non correva per il titolo. Per la cronaca lui è arrivato secondo.
La prima lanterna non è perfetta, perchè scendo dal naso mentre potevo rimanere su e risparmiare qualche curva di risalita, ma, a parte Rigoni che si prende già mezzo minuto, gli altri miei avversari sono lì a un paio di secondi.
Per la 2 si corre per i prati, e dopo l'Alta Badia la cosa mi dà una certa sicurezza. Scelta non ottimale ma tranquilla e Rigoni mi dà un altro minuto e 20'' me li dà anche Bianchi, ma il Cip è lì e comunque sono entrato bene in carta.
Per la 3 c'è già la prima trattona, che però mette a disposizione un comodo sentiero fino a tre quarti, poi c'è una sella e poi andando in curva si può sbattere su un torrentello che ha una curva che sembra fatta apposta per fare da punto di attacco. Così inizio a correre giulivo per i prati fino ad un boschetto dove ho una della poche micro amnesie di giornata. Che non sarebbe neanche tanto micro, dato che improvvisamente mi viene il dubbio di essere sul sentiero più in alto e così lo lascio e vado via un curva, ma in quella che poteva trasformarsi in una orrida cavolata mi viene in soccorso il recinto che mi spiega dove sono, e mi dice anche che le stelle sono dalla mia parte. Mi rimetto a macinare sulla retta via e poco dopo aver attraversato il torrente vengo superato da Rigoni, che partiva 4' dopo di me. Però mentre l'anno scorso mi aveva raggiunto perchè ero perso, sta volta mi ha raggiunto perchè lui va come un Eurostar e io solo come un Intercity, e quindi va bene così. Mentre iniziamo la salita diventa subito evidente che non riuscirei a seguirlo neanche con la carta in tasca, ma non ne ho comunque nessuna intenzione. E arrivo persino alla 3 prima di lui perchè evidentemente la mia scelta prudente di sponda sul ruscello risulta più efficace della sua più alta e forse più diritta. Gli split alla fine diranno che su 17' di tratta pago due minuti e mezzo a King Carl e 45'' al Cip, ma do quasi 2' a Bianchi.
La 4 è una tratta corta, che corro assieme a Carlo, ma in autonomia. I 15'' che mi dà dipendono dal fatto che io avevo punzonato prima la 3 e lui arriva prima sulla 4 (nonostante si fermi a bere al ruscello...).
Per la 5 decido inizialmente di andre in curva o qualcosa del genere, ma poi vedo Rigoni sulla strada sotto e mi lascio tentare. Le 9 curve da risalire fino al punto mi fanno capire che le mie gambe non sono poi così reattive come pensavo, ma arrivo al punto in sicurezza e guadagno quasi 2' e mezzo a Bianchi (perdendo solo 15'' dal Cip, mentre Carlo si è ormai involato).
La 6 è di una banalità talmente sconcertante che io faccio l'8° tempo, Bianchi il 7° e Cipriani addirittura il 15°. Misteri dell'orienteering, e a questo punto sono 2°!
Per la 7 mi sembra una buona idea tagliare giù al torrente, ma lo faccio in modo un po' superficiale e quando sono in fondo non so più dove sono. Prima di risalire a caso ho la buona idea di andare a cercare un punto certo e incontro un naso che mi accompagna fino al punto (anche se perdo qualche secondo a dubitare di essere davvero nel posto giusto). 1' peggio di Rigoni ma 45'' meglio del Cip e solo 4'' peggio di Bianchi.
Per la 8 c'è da fare sostanzialmente una cosa: correre. E io penso di saperlo fare. Anche se le gambe mi risultano molto più pesanti di quello che mi sarei aspettato. E' vero che sono già in gara da tre quarti d'ora, ma speravo meglio. Ad un certo punto sento arrivare uno dietro di me che sembra decisamente più lanciato, e penso che se è un master mi ritiro. Ma è Schgaguler, quindi proseguo. Gli split diranno che ho perso 20'' da Rigoni (ma pare abbia fatto una cavolata in zona punto) e 8'' dal Cip, ma sono ancora secondo e Bianchi è affondato 10' più indietro per un grandioso casino in zona punto (nella quale io invece faccio un figurone con una w20 o giù di lì che mi chiede dove è la 145, grazie al fatto che ho letto la descrizione punto e ho sentito qualcuno che ha detto che Guglielmetti ha detto che il problema sono i punti nascosti, così punto a colpo sicuro al cocuzzolo dove la lanterna non si vede per niente ma che io sono certo nasconda il telo bianco e arancione, ed è proprio così).
Per la 9 c'è poca strada ed è in discesa, c'è un terrazzino con un gruppetto di alberi (invece dell'albero isolato segnato in carta, ma vabbeh) poi un dosso nel bianco e poi si scende nella depressione da cui sta uscendo Visioli. Non un fulmine di guerra (ottavo tempo) e il Cip mi risicchia 20'', ma rimane dietro.
Per la 10 bisogna di nuovo correre sulla strada, e questa volta i secondi che Andrea mi recupera sono 50, parte per una maggiore freschezza nella corsa, e parte per la mia insipienza in zona punto, dove vedo una telecamera su un naso e mi convinco che la lanterna deve essere in vista telecamera nell'avallamento prima del naso, e quando non la vedo ci metto molto più del dovuto a capire che evidentemente è in quella dopo.
Per la 11 vado chirurgicamente via in curva, 4'' più lento di Cipriani ma 5'' più veloce di Rigoni e a due terzi di gara mi trovo terzo a 9' da Carlo ma soli 30'' da Andrea (e 3' da Maddalena) e 9' davanti a Bianchi. Da lì mi butto lungo la palude fino al torrente, lo attraverso e scendo ancora un po' fino alla radura, mi avvio in curva nel verdino, trovo la prima radura e da lì arrivo in breve a quella con il punto, facendo meglio di un paio di minuti rispetto al Cip e soprassandolo di slancio in classifica. Poi via a rotta di collo fino al torrente e dalla sorgentina su in azimut fino alla 13 prima di balzellare di radura in radura (ma con un minimo di prudenza) fino alla 14 e da lì di azimut in discesa alla 15.
Per la 16 basta andare in là fino all'avallamento e farsi portare dalla palude mentre la 17 richiede un trsferimento attraverso le piste e un attacco ragionato al punto. Io allargo un po' troppo e arrivo ai roccioni prima di capire che ho esagerato, ma pago solo 20'' al mio avversario diretto ma gliene restituisco alcuni alla 18 è comunque è sempre dietro.
Qualche curva in salita prima dell'ultima volata verso la 19 alla quale accompagna il pratino che entra dalla pista e poi si tratta solo di mulinare le gambe più in fretta possibile e vedere chi ne ha ancora di più: primo Rigoni in 1:25:28, secondo Pedrotti in 1:42:36, terzo Cipriani in 1:42:39, quarto Bianchi in 1:58:01.
Medaglia d'argento per 3'' su Cipriani e 16' su Bianchi!
Se fosse andata davvero così, non ci sarebbe stato proprio nulla di scandaloso. Ma la classifica che apparirà sul sito FISO (e già presente con mirabile velocità sul sito del Pavione, completa di split) è un po' diversa.
La cronaca è fedele fino al punto 11, poi accade che in prossimità del punto 12 raggiungo Cipriani che è perso in zona punto, e dato che sono tanto buono e un po' pirla decido di perdermi anch'io con lui, e fra la radurina prima della lanterna e quella giusta ci lasciamo 27' e 35'' io, e 19' e 16'' lui (perchè lui alla fine la trova molto prima di me, ma io non me ne accorgo e lui non fa nulla per farmene acorgere). Cosa che non impedisce a lui di prendere comunque il bronzo a 3'' dal secondo (che però è Bianchi) mentre, condanna me ad un mesto 10° posto.
Dopo lunghe riflessioni post gara sono giunto alla conclusione che il mio errore è stato quello di confondere la radura prima del punto con quella del punto, e la mia sfiga è stata che c'era lì il Cip (e quindi pensavo che se c'era lui doveva essere quella giusta) e che proseguendo un po' c'era una striscia di palude (non segnata in carta) che poteva essere tranquillamente scambiata per la paludina dopo il punto. Mi sarei io fermato alla radura prima se non avessi visto il Cip? Mi sarei io accorto dell'errore se non ci fosse stato lui? Non è dato saperlo. Rimane il fatto che ad un certo punto avevo deciso che la lanterna non c'era e me ne ero andato, ma avevo dovuto tornare sui miei passi dopo che due ragazze che avevo incontrato tempo prima in zona mi avevano detto che invece loro l'avevano trovata. E che sono riuscito a trovarla solo quando secoli dopo è arrivato Bianchi e mi ci ha portato.
Da lì in poi non sono più riuscito a fare nulla, con le gambe ormai meno che a mezzo servizio, dato che ero già in bosco da un'ora e quaranta, e il cervello ormai completamente in disarmo. I 9 minuti da Cipriani sono diventati 25 così come i 12 da Bianchi, che pure su 13, 14 e 15 aveva un ritmo tuttaltro che irresistibile.
Se mia nonna avesse avuto le ruote sarebbe stata una carriola. Ma io adesso so che una medaglia ai campionati italiani long non è un sogno irrealizzabile.
come diceva una pubblicità della PIRELLI:
RispondiElimina...La potenza è niente senza il controllo...
Il mio tempo finale era diverso se toglievo la n°5 e la n°8