24 ottobre 2011

Povero Mona

Nei dialetti trentino e veneto esiste una parola molto caratteristica che è "mona". Nella sezione in veneziano di Wikipiedia è così mirabilmente descritta:

"Mona xe na parola volgare che ła deriva dal łatin mea domna, cioè ł'òrgano genitałe de łe fémane. Al feminiłe ła significa apunto 'na parte del corpo de ła dona, ma dita al maschiłe ła xe un sinònimo de baùco, insemenìo, e insocà, e ła se riferixe a on omo che el xe on fià lento a rivarghe o che 'l sbaja masa robe.
"Va' in mona" se dixe a un che l'è drio romper, la xe la stesa roba de mandar un a quel paese. Ma "anda' in mona" se dixe anca de uno che, poareto, el se morto. Se invesse te parli de na roba (un ogeto) e no de un cristian, vol dire che el se' anda' a remengo. Par esempio la ua che dopo na tempestada la va tuta in mona, stesa fine ga' fato anca le assion Parmalat, e se 'ndae tute in mona.
"

In base a questa mirabile descrizione potrei dire che da mona ho mandato in mona la gara di Brescia. E nulla centra l'organo genitale femminile.

Si correva costì la tappa finale del circuito nazionale centri storici, TNCS per gli amici, e mi ci sono recato con il bellicoso propositi di testare la gamba in vista di Venezia, con un doppio scontro con Pin e Bianchi, prossimi avversari nella tenzone veneziana in M35. Questa volta eravamo tutti in MA, a goderci le due manches e la sfida con i più forti, nella fattispecie Tenani, Corona e qualche giovine di belle speranze.

Nonostante la temperatura un po' rigida e un riscaldamento un po' scarso con conseguenti gambe dure dopo dieci minuti scarsi, ho corso una discreta qualifica, con una breve distrazione alla 4 che mi ha fatto fare il giro ad un palazzone in più, e una infelice scelta di percorso alla 11 che mi costringeva a scalare una lunga scalinata (in preparazione al Ponte dell'Accademia, ovviamente) invece di correre sulla comoda diagonale (carta gentilmente copiata da Alessio, con mie variazini sul tema in blu). Ho finito al quarto posto, con una surreale classifica che dietro a Tenani, Corona e Pfeifer (un fulmineo austriaco che corre con l'Erebus) vedeva me e Fabio Daves precedere i vari Pin, Bignami, Marsoner ecc.

Dopo una cosa che doveva essere una quarantena per i qualificati, varie chiacchiere con gli orientisti forti, un lieve alleggerimento di abbigliamento e un riscaldamento più serio di quello della mattina, mi sono presentato al via per quartultimo, per tentare di arraffare un fiabesco podio, o almeno confermare una posizione fra i più forti. Appena partito, con ancora nelle orecchie le frasi di quel pirla di Stegal che dato che partivo in contemporanea con la giovane Lucia Curzio sproloquiava sul "vecchio e la bambina", mi si sono mescolate in testa le immagini di Matteo Sandri che tagliava subito dal boschetto e di Fabio Marsoner che correva lungo la strada, e ho iniziato a correre lungo la strada ma convinto che era meglio tagliare, e comunque che non volevo fare le scalette della mattina. Ne è venuta fuori una prima patetica, dove per non fermarmi 3'' a fare mente locale ho buttato mezzo minuto correndo a caso prima di raccapezzarmi ed arrivare alla 1 poco prima che sopraggiungesse il Treno Austriaco che partiva 1' dopo di me, e che mi supera alla 2 dopo un'altra mia divagazione.

Da qui inizio a raccapezzarmi e mi metto sulle sue code (come direbbe quel pirla di Stegal), del resto non potrei fare altro dato che per la 4 non ci sono scelte di percorso da fare. Per la 5 ci sarebbero, ma l'allenamento per il Ponte Accademia l'ho già fatto in mattinata e opto per la salita di destra, durante la quale inizio a prepararmi le lanterne nella fortezza, rischiando solo di cappottarmi su una catena che chiudeva la strada al traffico, fortunosamente vista all'ultimo secondo.

Alla 5 finisco per arrivarci un bel po' prima del Treno Austriaco, dato che lui manca il boschetto, e mi avvio correndo come un matto verso il labirinto del castello, come ben testimonia lo scatto di un fan dell'Erebus. Aver preparato le prossime lanterne si rivela subito una buona idea, dato che vado alla 9 senza esitazioni soli 6'' più lento di Tenani, ma già alla 10 faccio una scelta diversa diversa da quella che avevo studiato (e meno male, dato che l'altra era sbagliata) e alla 11 mi schianto contro un muro là dove pensavo di aver letto una scaletta. Qui vado nel pallone, raggiunto dal Treno Austriaco e incapace di articolare un pensiero compiuto, o almeno di ricordarmi come erano segnati i "passaggi segreti" sulla carta esposta in partenza, che grazie alla simbologia vecchia (mi dicono) era molto più chiara di quella che ho in mano. Ne viene fuori una scelta un po' a panza che mi porta passando per il ponticello più alto del castello anche alla 11, ma 50'' più lentamente del TA e degli altri orientisti seri. Alla 12 faccio il miglior tempo perchè ci sono appena passato, e qui incontro Tenani e Corona (che partivano rispettivamente 2' e 3' dopo di me) e decido che mi accodo e chissenefrega. Se non che, e qui entra in gioco il mona di cui sopra, loro sono fermi a leggere la cartina, e io, invece di pensare "se TENANI e CORONA sono fermi a leggere la carta forse è perchè c'è qualcosa da capire bene", li supero di slancio e mi butto a capofitto giù per le scalette invitando pure Alessio a seguirmi.

Per la 14 esito un po' sull'aiuola prima del punto, e poi mi fiondo verso l'uscita del castello, come ben testimonia un altro catto di un fan dell'Erebus. E non si tratta di un fotomontaggio: stavo davvero andando veloce come Corona! Dopo il ponticello c'è solo il tempo per la 100 e un brevissimo sprint prima di schiattare, ma sono molto orgoglioso della mia prestazione atletica, e pazienza se sono partito da culo e nel castello mi sono un po' incasinato. 

Senonchè per qualche motivo butto un'occhio sulla carta e mi appare il numero 13 accanto ad un cerchietto che mai prima avevo notato.

Quella che per molti costituirà la pietra di scandalo della giornata, perchè mal descritta nella descrizione punti e posata in un pezzo di carta di molto difficile lettura, era una lanterna a cui sono probabilmente passato a meno di 2 metri. PM. Povero Mona. Un uomo un po' lento ad arrivarci o che sbaglia troppe cose.



4 commenti:

  1. Beh, prima di essere un fan dell'Erebus sono un fan del Tarzo :)

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  2. Secondo me quando Corona ti ha passato ti ha lasciato un' altra striscia sulla testa come quella che avevi hai campionati italiani!!!!!!
    Comunque complimenti per questo post uno spasso.
    Michele Trent-O

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  3. Secondo me è il pigiama da CO che ti fa sbagliare. La prossima volta prova con un paio di calzoncini corti e una maglietta (vedi Emiliano)
    zonori

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