4 luglio 2012

Monte Penegal - coppa del Trentino

Non capita tutti gli anni di avere belle gare anche in luglio senza andare in giro per 5giorni, ma quest'anno capita. Gli iscritti non sono milioni, ma la carta è bellissima e in M35 ci sono Cipriani, Hueller e Neuhauser, quindi è quasi una Coppa Italia.

Impegni in partenza dei miei autisti mi portano in zona all'alba e vado un po' a spasso per il bosco, ma non in zona gara (o almeno non lo so...), potendo verificare che dove normalmente alloggiano i quadricipiti femorali, si trovano attualmente due lastre di porfido dello spessore di 6-7 cm, più adatte ad un barbecue che ad una gara di corsa. Grazie alla temperatura del luogo e al riscaldamento pre gara, quando arrivo in partenza sarebbero pronte per disporvi puntine, pasta di lucanica e melanzane affettate, ma il programma odierno prevede altro. I poteri taumaturgici del bip alto e i 250 metri dalla partenza alla Svedese fanno il miracolo, e quando passo dal triangolo ho di nuovo due cosce.

La sgambata fino alla Svedese mi serve quasi tutta a cercare il triangolo, dato che mi ero dimenticato di farlo nella carta in pre partenza e che stare in piedi leggendo la carta non è semplicissimo, sul sentiero a mezza costa su cui corro. Per fortuna poi c'è una forestale non sbagliabile, e sbatto sulla lanterna mentre sto ancora cercando la radurina. Che sia la mia giornata fortunata? Come direbbero al giorno d'oggi, anche no.

Accade infatti che mentre le mie gambe nuovamente magiche sviluppano tutti i loro cavalli lungo il costone successivo, costeggiando le rocce e guadando la radura, io vada a finire in una valletta + giallino + verdino che mi fa esultare per la precisione con cui ci arrivo. E l'entusiasmo e la ruota di pavone mi impediscono di vedere che il resto intorno non quadra un tubazzo. Dopo aver schiacciato la formina tonda nel buco ottagonale, e quella triangolare in quello quadrato, la formina a trifoglio si rifiuta cetegoricamente di entrare nel buco rettangolare, riportandomi alla cruda realtà. Riattivati i miei finissimi sensi orientistici individuo al volo una radura con un sentiero che ne esce, la trovo in cartina e riparto di slancio. Ma era solo la formina ottagonale che si era lasciata schiacciare nel buco tondo. E sono da capo. Vago per un po' e mentre decido di andare a guardare da vicino sta presunta radura con il sentiero che ne diparte, incontro una buca a cuore che assomiglia un sacco a quella vicino alla buca che cerco io, e infatti poco più avanti ride la 32. Scoprirò a fine gara che a 50 metri e una curva da quelli giusti, c'era un'altra valletta + giallino + verdino. Ho perso circa 4' a giocare con le formine. Fossi uno di quelli che ste cose non le fa mai, potrei anche deprimermi. Fossi uno di quelli.

E invece riparto, anfiteatro, sentiero, valletta, costone, avallamento fino in cima, doppio cocuzzolo e 33: 20'' meglio di Cipriani, ma solo 2'' meglio di Eddy: o ha iniziato ad allenarsi seriamente, o si droga.

Sentiero, avallamento fino in cima, radurina a destra, in costa fino all'altra radura, cocuzzolo e su: 3'' meglio di Cipriani e 4'' meglio di Eddy (sì, si droga).

Per la 5 bisogna pensarci su un po' di più, ma preferisco salire prima: costone in diagonale fino al poggio, giù fino in fondo alla valletta, in costa fino al sentiero, appoggio "visivo" al dossetto con verdino che si vede proprio bene e via verso il prato, ma con qualche incertezza di troppo. Epperò 10'' a Ingemar e 24'' a Eddy.

Per la 6 si potrebbe uscire subito sul sentiero, ma non me ne accorgo e vado dritto superando l'altura facendo un po' di fatica gratis. Poi il sentiero mi porta diritto alla lanterna, 40'' più velocemente di Ingemar e 9' più velocemente di Eddy (che evidentemente ha finito la roba). 

Meno scontata la 7, per la quale vado in costa, passo il cocuzzolo, raggiungo il sentiero, buca - giallo - giallo - cocuzzolo. Ma mi fermo un po' troppo a controllare dove sono e perdo 30'' da Ingemar e 10'' da tutti gli altri, compreso Eddy, che ha finito la roba ma ha trovato Fabio. Le gambe stanno andando bene e mi sento molto in contatto con la carta, ho dimenticato la fesseria alla 2 e mi sto divertendo. Ma la 8 si annuncia ostica.

Raggiunto il sentiero attacco dal giallo e una forza mi attrae in una direzione precisa, ma non mi tornano le forme. Scoprirò dopo la gara che non mi tornano perchè il trattino marrone che distingue il dosso dalla buca è nascosto dalla riga magenta, e scoprirò dopo un po' di minuti che la forza mi stava portando nel posto giusto. Ma lì per lì metto via l'istinto e tiro fuori la ragione, e me ne torno al sentiero, dove metto via anche la ragione correndo per un po' con la carta rovescia, prima di accorgermene e arrivare alla lanterna guidato da due rilievi e un giallo: dai 5 ai 6 i minuti persi. E sarebbe bastato fidarsi della "forza" (o, come la chiama Bezzi, della "snasa").

Per tirarsi su il morale c'è la tratta più lunga della giornata, con almeno tre scelte, di cui della seconda mi accorgo solo dopo che ho intrapreso la prima, e la terza la scopro solo dopo l'arrivo. Perchè di questi tempi quando vedo righe marroni, non riesco a non buttarmici. Nel caso specifico, sono 20 quelle da tagliare in su, e 25 quelle da tagliare in giù. Mentre arranco un pelo fra le ultime in su, mi viene il dubbio che magari non era la scelta migliore, ma pazienza. Anche perchè gli split mi daranno ragione: io ci metto 12:54'', il Cip, che fa il giro del mondo sui sentieri ce ne mette 13:08, e Eddy che con Fabio sceglie il sentiero intermedio a mezza costa, 14:38''. Ma naturalmente tutte queste cose al momento non le so, come non so che sono ancora a 7' dal primo.

Per la 10 c'è un bel sentiero che mi accompagna un bel po' e che poi mi lancia sulla forestale sottostante. Risalgo lungo la strada fino alla curva per un comodo attacco in picchiata dai cocuzzoli: scelta felicissima che mi fa recuperare altri 2' a Ingemar e mi posiziona a soli 11'' da Fabio e 1' abbondante davanti al Cip (che qui ci lascia 6' più di me).

Per la 11 basterebbe puntare al giallo tenendo il dossone sulla destra, e invece mi fermo un po' troppo a controllare i sentieri e i loro incroci, regalando 30'' ai migliori, e altri 40'' li regalo alla 12, quando quasi in zona punto vengo distratto da un sentiero non segnato e faccio un giro (che non ho segnato sulla carta) per tornare dove era giusto che fossi.

La 13 è lunga e non banale, e ci devo pensare un po' su. Alla fine decido che se salgo subito mi faccio qualche curva in più ma mi evito un po' di dentro e fuori: dossone, sentiero, selletta, in curva fino al terrazzone, buca. Da qui converrebbe tagliare giù dritto e puntare al dosso a ridosso (...) del cerchietto, ma non me ne accorgo e faccio un giro un po' assurdo. Rendo 30'' al Cip ma ne mangio 3' e mezzo abbondanti a Ingemar, che è ancora in testa ma è ormai solo 2' e mezzo davanti. E durante la tratta, quando si affaccia alla mia mente la domanda "sto facendo del mio meglio?", mi scappa un sorriso.

Scendendo dalla 13 alla strada, faccio uno di quei pensieri che in gara non si dovrebbero mai fare, ovvero penso agli avversari, anzi, al Rivale. "Qui il Cip sicuramente tira come un matto", penso, e lo faccio anch'io. Andandomi a perdere nella palude. Ricordo chiaramente di aver pensato di fare azimut fino alla recinto, ma non ho nessuna memoria di aver guardato la bussola per farlo, nè di aver scelto un punto di partenza, e dalla mia ricostruzione a posteriori credo che questo mi sia costato un errore di circa 45° e 4' molto abbondanti. Quando alla fine un po' per culo trovo la lanterna, sono talmente depresso che penso bene di Sbagliare anche quella dopo, attaccando coscienziosamente in costa lungo il prato, ma dimenticandomi di scendere poi una curva. Nel boschetto della mia fantasia ci pascolo una decina di minuti, e solo il fatto che si partiva a 8' di distanza impedisce a tutti i miei avversari di superarmi anche dal vivo.

Quinto e Ultimo, a 16 minuti dal primo (Ingemar) e 6' dal quarto (Eddy). Beh, ho fatto del mio meglio.



1 commento:

  1. :-) Ragazzo, mio! La mia roba è roba buona, e fa miracoli. Solo che devo trovare il modo di portarmene con me un kg a gara in modo da riuscire ad arrivare fino alla fine.
    In verità la mia salvezza in questa gara è stata una borraccetta piena di H2O perchè quel giorno faceva proprio un caldo fottuto.
    Il fattopoi di aver trovato il Fabio mi ha dato molta grinta e determinazione. Sapevo di aver buttato alle ortiche la gara alla 6( ben 9 min ) e quindi mi sono fiondato a bomba sulle lanterne seguenti nel tentativo disparato di staccarlo. Risultato ad ogni lanterna me lo ritrovavo dietro sormione. Lo attacco alla 7 e niente. Lo attacco di nuovo alla 8 e nada. Alla 9 riesco a rosicchiargli 20' che perdo al ristoro ( fortuna che c'era quella bottiglietta di H20, altrimenti ... ). Alla 10 lo riattacco, ma anche in questa occasione nulla da fare. Fabio c'è! E allora gli lascio fare le due lanterne seguenti e lo vedo involarsi sempre più da lontano verso la 13. Risultato che lui sbaglia ed io riesco a rosicchiargli quei 50' che mi danno la forza e l'animo per arrivargli davanti al traguardo.
    Nei giorni seguenti 3 allenamenti in carta ( Vattaro, Sella e Miola ) poi gara a Fonzaso il sabato. Prossimamente trasferta in Svezia e poi ...
    poi alla ripresa delle gare ti surclasso ...
    :-)
    Because orienteering is fun, but win aganst Dario P. is better

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