2 ottobre 2015

Campionati Italiani Long Rovegno

La tenda dove ho dormito la notte prima della gara era a 200 metri dal fettucciato che portava dalla 100 all'arrivo. La sera prima della gara mi sono lavato i denti con vista finish. Prima di andare a dormire ho percorso tutto il canalone di arrivo immaginandomi di essere in gara e di arrivare vittorioso (malato? sì, un po').

Beh, non è bastato.

Ho cercato qualche chiave di lettura ironico-goliardica per questo post, ma non l'ho trovata. La verità è che ci tenevo un sacco a vincere questo campionato italiano, e non ci sono riuscito. E non ho neanche granché da recriminare, perché non ci sono neanche andato vicino, e mi sono pienamente meritato la mia sesta posizione, "grazie" ad un errore grosso (parallelo, alla 4), ad una pessima scelta di percorso (7), ad una non piccola distrazione in zona punto (14), a varie altre imprecisioni, e ad una condizione atletica non all'altezza (tanto che me hanno suonate anche nelle tratte di sola corsa o quasi, come la 15).

Non è stata ansia da prestazione o tremore di gambe da favorito, forse anche perché davvero favorito non ero più riuscito a sentirmici, dopo Nova Ponente e Sopramonte. Sono partito discretamente, non un fulmine di guerra ma bene in carta e preciso fino alla 4, dove sono incappato in un errore di parallelo per doppio bivio di torrente. Con il senno di poi non si poteva sbagliarlo (se scendevo dal naso e il bivio ce lo avevo a sinistra, non poteva che essere il più a est) ma la zona era ostica e quando ho incontrato un bivio di ruscello ero troppo contento per stare lì a sottilizzare.

5 i minuti persi lì, e poi non è stato più come prima. O meglio, non è che lì per lì me ne sia accorto più di tanto, ma si è rotta quella magica progressione che porta nelle gare davvero riuscite a fondere gambe, testa, mappa e terreno in un'unica cosa che scorre via veloce e senza fatica.

Certo, non era un bosco molto adatto alle mie caratteristiche, dato che non può essere una coincidenza che tutte le volte che sono arrivato dalle parti del Trebbia ne sono uscito malconcio. Ma è una ben magra consolazione, anzi non lo è affatto. 

Le medaglie se le sono prese, meritatissimamente, GPM, Pin e SGrassi, con Ruggiero subito dopo e Bianchi 2'' prima di me, distante dal mio sogno quasi 10 minuti.

Alla fine, quello che fa più male è la voce di Stegal. Non c'è niente di più deprimente (orientisticamente parlando) che arrivare al traguardo di una gara in cui speravi di far bene, e venire liquidato da The Speaker con quel tono da cui si capisce che intanto nel suo cervello multitasking sta facendo altre quattro cose, perché tu sei solo uno di quelli che "arrivano dopo".

Vediamo se prima dell'inverno mi riesce di farmi accogliere un'ultima volta come si deve.

7 commenti:

  1. Risposte
    1. sbagli a dispiacerti: quando vincerò (già, quando????) sarà grazie allo spirito tembrato dal dolore che mi infliggi...
      (mi piacerebbe avere una bella citazione cinematografica, ma sono ignorantissimo in materia...)

      Elimina
    2. Forse Michael Jordan? "Trentasei volte i miei compagni mi hanno affidato il tiro decisivo e l'ho sbagliato. Nella vita ho fallito molte volte. Ed è per questo che alla fine ho vinto tutto"

      Elimina
  2. Perchè alla 7 dici che hai fatto una pessima scelta di percorso? Cosa sarebbe stato meglio fare? Grazie.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. ciao Anonimo, era meglio andare a est lungo la traccetta, prendere il sentiero verso nord fino al curvone al torrente, uscirne verso nord per prendere l'altro sentiero e arrivare fino al bivio col sentiero che praticamente ti portava alla 7: 0 salita e pochissimo da leggere

      Elimina
  3. Intanto vedi di far bene la prima tratta, invece che "tontonare" in giro per il bosco per + di 6' (mi riferisco a ieri in val dei Mocheni) ...

    RispondiElimina

non lasciate commenti anonimi, suvvia...