A Oltrebrenta ci avevo già corso alla prima di Coppa Italia del 2011, e ne ero uscito con il morale malconcio. Quest'anno era "solo" Oricup, e forse potrei aprire e chiudere il post con la frase lapidaria del sempre sincero Fabietto, che nel dopogara ha chiosato "mi sa che oggi ti hanno battuto tutti".
Non proprio tutti tutti, ma insomma quasi. Diciamo che l'unica consolazione è che manca ancora un mese alla Coppa Italia, e forse sarò riuscito a dimenticarmi questo sabato di quasi inverno in mezzo alla sempre ostica vegetazione e sul sempre ostico terreno di questo angolo della Valsugana.

Comunque, corro giulivo come un tordo e, ben sapendo che da quelle parti è tutto uguale e rischio di perdermi, mi ci perdo proprio. Aspetto fino alla 3, per non fare troppo brutta figura, e poi mi do alla antica tecnica del "a casaccio", provando un po' qui e un po' lì.
La 4 non è sbagliabile, ma prendo comunque 20'' dai giovincelli, la 5 invece sì, e allora prima vado via in curva di livello, poi mi dimentico che sono andato in curva e penso di aver visto un muretto che è due curve più in alto, così scendo, e poi devo risalire.
La 6 è la fiera del casual, arrivato su quello che potrebbe proprio essere il mio sentiero di arresto, decido che quella che vedo sotto è la curva del sentiero marcato, non badando al fatto che per vederla sotto di me avrei dovuto salire parecchio, cosa che sicuramente non ho fatto. Mi guardo un po' in giro smarrito finché arriva Giacomo Pezzè e va in alto, cosa che avrei potuto fare anche da solo, dato che avevo visto pochi metri sotto il sentierone, ma non è giornata.
Alla 7 ci vado barcollante, alla 8 ci arrivo dopo il ragazzino di cui sopra, alla 9 fisso per 1' la lanterna perché io la vedo su una briglia e non su un sasso come mi sembra sia segnata sulla carta (ma non è vero). Poi medito altri secoli su come uscire dal punto, poi ho il dubbio che il sentiero che cerco sia quella roba che vedo 4 curve sopra di me (cosa assolutamente impossibile), poi finalmente arrivo alla 10 dopo il ragazzino di cui sopra.
11 e 12 in treno con Mattia Tamanini, dal quale cerco di staccarmi andando alla 13, e ci riuscirei anche, se in zona punto non ci passassi ore. Ad un certo punto decido che un masso enorme che ho davanti è il triangolino nero segnato in carta (che vuol dire gruppo di sassi, non masso enorme...). Poi dato che così non la trovo, decido che era il triangolino più in alto (che continua a voler dire gruppo di sassi, non masso enorme...), poi finalmente riconosco il sentiero nella valletta a bordo carta e allora torno in là, ma troppo. Alla fine ci metto 5 minuti più dei più furbi, a trovare quella cavolo di lanterna.
14 di nuovo in treno con M.T. e 15 in splendida galoppata di coppia, di quelle che in realtà io guardo lui e lui guarda me e nessuno dei due sa davvero cosa sta facendo, tanto che finiamo, per culo, alla 16. Dalla quale è facile trovare la 15 e poi di nuovo la 16, ma per la 17 sono di nuovo già quasi perso, salvato solo da un cocuzzolo talmente gigante che non potevo non riconoscerlo.
Riesco a prendere 10'' anche alla 18, prima di fare il miglior tempo alla 19, probabilmente perché i giovani si sono fermati ad allacciarsi le scarpe o a lasciare passare qualche leprotto.
Sono veramente una sega. E buon viaggio a Fabietto in partenza per Kaunas, in Lituania, che chiude prematuramente la nostra sfida di Oricup, con un 2-0 che non ammette repliche.
