24 maggio 2018

Campionato italiano middle - postview...

Ci sono delle volte in cui ti sembra di aver fatto una garaccia, e poi alla fine scopri di aver fatto una gran gara. E poi ci sono quelle altre.

Sono salito al Passo Lavazé con un certo timore reverenziale: mi pareva di aver capito che il terreno era molto tecnico, di quelli con forme del terreno appena accennate, fondo infido e alto rischio di ravanamento ad oltranza. Il problema è che ho creduto fino alla fine che fosse così, e invece mica tanto.

Fino alla penultima lanterna, pensavo di essere in una di quelle giornate magiche in cui le gambe filano e le lanterne ti saltano addosso perché tu hai ammaestrato anche le rocce, i torrenti e le radure. Avevo fatto qualche sbavatura, ma proprio poca roba, e mi chiedevo se il podio non fosse un sogno poi così proibito.

Poi fra la terzultima e la penultima ho sentito che mi stava raggiungendo qualcuno e (orrore!) mi sono reso conto che era il Perfido Ruggiero, partito 2 minuti dopo di me. Ma ancora la Consapevolezza ha tardato a farsi spazio nella mia mente, e ho pensato "minchia, deve aver fatto proprio un garone, il bronzo è sicuramente suo". Già che c'ero, ho anche cannato alla grande la penultima, perché prima di vedere il PR avevo notato un enorme cannone della neve, e mi ero chiesto se non fosse quel tondino che vedevo in carta, ma dopo aver visto lui, ho rimosso questa (fondamentale) informazione dalla mia coscienza, e ciao (in seguito ho anche accuratamente evitato di accorgermi che la lanterna a cui ero arrivato per sbaglio, era la mia successiva, cosa che mi avrebbe parecchio aiutato a ridurre la mia perdita di tempo).

A quel punto ero ancora convinto di aver sputtanato al penultimo punto una ottima gara: illuso.

Solo dopo essere arrivato ho constatato con orrore che anche senza l'errorone alla 14 (sui 4' sigh...), sarei arrivato 7°, a 6' da Denny, 5' da Emiliano, e 3' abbondanti da Michele Aus. E che il PR, con il suo "garone", era solo quinto, a qualche secolo dai primi.

Un'attenta disamina tecnica della gara, mi ha permesso di comprendere che se stai correndo una long super tecnica, andare prudente e non fare grossi errori può farti arrivare lontano. Mentre se stai correndo una middle difficile solo nella tua testa (le lanterne sono saltate addosso a TUTTI i concorrenti, perché molte erano piuttosto banali), o corri dall'inizio alla fine con la bava alla bocca, prendendoti qualche bel rischio, o fai la figura del cioccolataio. Come ho fatto io. Aggravata dal fatto che siccome mi ero convinto che era super-tecnica e dovevo stare super-attento, ho fatto alcune scelte super-stupide, che mi hanno portato in sicurezza sulla lanterna, ma mi hanno fatto perdere un sacco di tempo, senza neanche accorgermene.

Tipo:
alla 5: probabilmente sotto la linea rossa ci si metteva di meno, anche se l'attacco era più vago
alla 6: SICURAMENTE arrivato sul sentiero DOVEVO tagliare usando la torretta come faro, non andare su per il sentiero
alla 7: idem, linea rossa anche dopo la strada, pirla
alla 8: era molto meglio andare in là fino al paludone e poi seguire il crinale (o la traccia, se si vedeva)
alla 10: dovevo fare un azimut da 40 metri decente...
alla 11: ok per la forestale, ma solo fino al torrentello, e da lì buttarsi a nord est fino al torrentellino, e da lì ancora fino al sentierino (ma sicuramente un MC avrebbe fatto la scelta mia...)
alla 13: dovevo andare su dritto per il bosco, non fare il bordo del prato, come un M12 qualsiasi
alla 14: non dovevo farmi distrarre da Mario...
alla 16: si doveva rimanere nel bosco praticamente sotto la linea rossa

Mi chiedevo se passare in M40. Forse è meglio se torno in MB.
Ma prima vediamo come va sabato prossimo alla middle di Coppa Italia in Renon, vah.

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