20 aprile 2019

Valserena: Grazie Auser!

E alla fine venne il giorno del bosco. Come molti sanno, siccome 3-4 atleti devono preparare i mondiali sulle distanze corte, 700-800 orientisti non potranno correre una long di coppa Italia prima del 23 giugno (in Calabria, quindi 400-500 correranno la prima long nazionale ai campionati italiani del 8 settembre...). Però almeno questa volta ci permettono di mettere il naso nel bosco.

Sarebbe anche un gran bel bosco, se non facesse un freddo porco. Meno male che almeno non piove. O non nevica, dato che siamo sui 1000 metri di altitudine, nel cuore degli Appennini.

Sembra una gara adatta alle mie caratteristiche, dato che c'è tanta salita e forme del terreno molto evidenti. Così mi scazza un po' quando alla 3 mi prende Ausermiller, partito 2 minuti dopo di me. Split alla mano, a quel punto ero 9°, posizione frutto di una scelta minchiona alla 1 (subito nel bosco invece che asfalto e poi su dal comodissimo torrentello), di eccesso di timore alla 2 (sapevo quale era la canaletta giusta, ma nel dubbio ho dato un'occhiata anche a quelle prima), e di un attacco a la cazz alla 3 (dove vago 2 minuti a caso prima di trovare la lanterna). A questo punto, con Michele addosso, ho tutte le carte in regola per naufragare definitivamente, chiudendo fuori dai primi dieci e sentendomi l'orientista più scarso del pianeta, buono solo a correre in fretta sull'asfalto (orrore!) fra le case.
Invece si vede che a forza di compiere gli anni, ad un certo punto un briciolo di maturità agonistica finisce per piovere anche sui più zucconi, perché da quel momento, come dice Stegal citando l'Innominabile, "ho visto Michele, ho resettato, e non mi sono più voltato".

Abbiamo fatto un paio di lanterne insieme, 4-5-6-7, dove mi sono reso conto che lui non andava più di me e che la mia testa era disposta (magia della maturità agonistica...) a pensare più alla carta e al bosco che a lui, per la 8 abbiamo fatto scelte diverse (migliore la mia, di 20''), arrancando (io) verso la 9 ho visto con la coda dell'occhio che lui saliva più arzillo, e poi non ne ho più saputo nulla. Io ho continuato a spingere come un forsennato, senza che l'acido lattico, che andava accumulandosi nelle gambe, interferisse con il cervello (magia della maturità agonistica...). Era uno di quei giorni in cui il bosco mi parlava, e io stavo ad ascoltarlo diligentemente.

Dopo la 3, mister "Split Time Errors" mi dà 18'' alla 9 (frutto di momentanee gambe inchiodate) e 14'' alla 19 (probabilmente conveniva buttarsi subito giù al sentiero, invece di scendere in diagonale), per il resto, una delle gare migliori della mia "carriera", chiusa a 3' e mezzo da Emi Corona, che mangia pane e orienteering da quanto aveva 3 anni (e, essendo nato in Primiero, lo respira da prima del concepimento). In più, 2' me li ha dati dalla 1 alla 3, negli altri 33' di gara me ne ha dati solo uno e mezzo (di cui 20'' alla 20, dove io non sentivo più le gambe e loro avevano smesso di stare a sentire me). Sono certo che in M55 gli darò filo da torcere anche in bosco.
Gli altri due competitors di giornata, Auser e Martignago Dav, chiudono insieme sul terzo gradino del podio, facendo lo stesso tempo dalla 100 al finish, ma Davide ci ha messo un secondo in meno dalla penultima alla 100 e quindi è lui ad acciuffare il podio per i capelli. 

Prossimo appuntamento il 4 maggio al campionato italiano Middle, "tra i due sassi", nel parco regionale del Sasso Simone e Simoncello,  nella "più grande lecciaia d'Europa, o qualcosa del genere". Fortunatamente Denny Pagliari traccia, quindi non sarà in M35, ma è prevista una pioggia di Ex-mica-tanto-ex-Elite. Mi spiace per loro, perché io non ci sarò agli italiani long e sprint, quindi dovrò per forza vincere una medaglia ai middle. Ah, no, il Perfido Ruggero non ci sarà neanche questa volta.

Ah, bis, se ci fosse qualche fortissimo M35 in cerca di un compagno si taffetta...



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