Festa del 2 giugno a Bosco di Civezzano, si torna sulla cartina del campionato Italiano middle 2009, che tante poche soddisfazioni aveva saputo regalarmi. Di nuovo organizzazione made in Trent-o, e come a San Giovanni ci aspetta una long, che sarà davvero molto long. La carta, dai colori forse un po' troppo psichedelici per una lettura ottimale, è la solita trafedia di buche, curve di livello e verdi, e il primo obiettivo di giornata è quello di uscirne vivo. Il secondo, ma non in ordine di importanza, sarebbe quello di battere Corradini, Cipriani, Beltramba, Hueller e Candotti. O almeno qualcuno di loro. Le gambe non mi sembrano al top della condizione, ma tant'è.

La 2 è la prima tratta lunga di giornata (4 in tutto...) e decido di andare a prendere il sentiero grosso nel pratone, salire sotto l'alta tensione, seguire il sentiero fino all'angolo del reconto non attraversabile, tagliare in diagonale verso il prato proibito e costeggiarlo fino alla lanterna. Faccio effettivamente così, non velocissimo nella risalita e nel taglio nel verde 1,5 e circospetto sulle buche in zona punto. Il Cip ci mette 40'' di meno salendo dal sentierino all'angolo nord del pratone e seguendo il sentiero fino al prato proibito.
La 3 sarebbe un azimut comodo con un capanno di appoggio, ma le buche mi incutono timore e ci lascio una ventina di secondi.

La 4 sarebbe a azimut, ma io continuo ad essere timoroso e conto le buche: il gioco mi costa 30''.
Per la 6 il programma è di farsi meno male possibile scendendo fino al sentiero e farsi portare da lui alla lanterna. Però confondo la rientranza a sud del nasone con quella vicino al cerchio, e mi gioco 2' nel capirlo e trovare la buca giusta.

Per la 8, vedi 5 e altri 20'' regalati.
La 9 è ostica, perchè non appare nessun apprezzabile punto d'attacco nè linea conduttrice. C'è solo una flebile linea di arresto, ovvero il cambio di direzione della costa. Dato che non vedo altre soluzioni, mi lancio in un azimut molto circospetto, non riuscendo a riconoscere nessuna delle forme del terreno che mi vengono incontro. Superato il tratto di verde 2 arrivo a quello che mi sembra il cambio di direzione della costa, e vedo sopra di me una zona che mi sembra assomigliare a quella nel cerchietto. Sono un po' titubante (mi scoccerebbe salire per niente) ma alla fine mi lancio: e la lanterna è lì! 1' e 20'' da Cipriani e 40'' da Candotti, ma non molto tempo fa io su una lanterna così ci avrei lasciato il pomeriggio.

Per la 11 torno al prato, passo in quello sotto e lo attraverso in corsa ginocchia alte (mica facile correre nei prati non tagliati...) fino alla strada sotto i tralicci. Col senno di poi, conveniva stare a ovest del cocuzzolo, perchè da est arrivare in curva al roccione era arduo, e ho dovuto scendere e risalire. 30'' dal Cip.

La 13 è in mezzo al verde e scelgo come linea conduttrice il bordo del terrazzone su cui si trova. In breve mi appare la torretta e a pochi metri la lanterna: 20'' meglio di Cipriani, e anche di un altro signore col cognome diminutivo.
Parto ringalluzzito per la 14, sulla quale faccio un po' il pignolo per caderci giusto giusto, e mi perdo i 20'' che avevo appena guadagnato.
Per la 15 non vedo il sentiero parallelo alla linea rossa, e seguo l'altro. L'attraversamento della linea elettrica è meno pborlematico di quello che i colori facciano pensare, e superata la prima collinetta appare la lanterna. 10'' più lentamente di quanto sia apparsa al Cip.

E altri 20'' li prendo andando alla 17, accorgendomi solo alla fine che bastava arrivare al sentierino per farsi portare alla lanterna. Fra l'altro la lanterna la trovo solo perchè un bambino la sta indicando a quello che chiama "maestro", perchè io la stavo cercando sotto il sentiero, e non sopra dove era.
In conclusione, se l'obiettivo era quello che indica sempre Stegal ("sconfiggere il bosco") allora ho vinto io. Se era quello di sconfiggere gli avversari, andiamo un po' peggio. E' sicuramente una soddisfazione aver messo dietro Candotti e Hueller, e passi per il minuto rimediato da Beltramba, ma 13 minuti da Cipriani sono proprio troppi. E poi ci sarebbe quell'altro signore con il congnome diminutivo che di minuti me ne ha dato 20. Che con partenza in linea vorrebbe dire che mentre lui punzonava il finish io avevo appena punzonato la 12...
Facciamo che mi facevano un po' paura le buche ed ero ancora un po' stanco dal trittico, se no mi deprimo troppo e domenica c'è la coppa Italia.
In effetti a volte è difficile capacitarsi di certi distacchi che si prendono dai "top orienteers".
RispondiEliminaOrmai sono abbastanza convinto che la differenza non la facciano tanto la condizione atletica oppure la tecnica. Si può fare qualche errore e anche correre un po' meno ma 15 minuti in un ora di gara (a volte anche meno) sono tanti, tantissimi.
La differenza fra l'orientista medio e quello "top" secondo me viene fatta dalla "fluidità" dell'azione orientistica, vista nel suo insieme: velocità nel prendere le decisioni (senza fermarsi), costante contatto carta terreno anche alle velocità di corsa elevate, capacità di non rallentare mai la corsa specie in fase decisionale o nei piccoli ricollocamenti rispetto alla posizione in cui si pensava di essere, capacità di semplificare la lettura quando serve. Certo poi corsa veloce e minimizzazione degli errori tecnici determinano ulteriori gap.
Se si mette tutto assieme arrivano i "quarti d'ora". Con conseguente sbigottimento di chi sta dietro.
come puoi dire:
RispondiElimina"Ormai sono abbastanza convinto che la differenza non la facciano (...) la tecnica"
e poi scrivere:
"velocità nel prendere le decisioni (senza fermarsi), costante contatto carta terreno anche alle velocità di corsa elevate, capacità di non rallentare mai la corsa specie in fase decisionale o nei piccoli ricollocamenti rispetto alla posizione in cui si pensava di essere, capacità di semplificare la lettura quando serve"
quello che hai scritto è LA TECNICA: leggere avanti, semplificare, rilocalizzarsi.
Latecnica NON è passeggiare nel bosco e riconoscere la corrispondenza cartina terreno. Quella è la capacità di leggere una cartina non la TECNICA della Corsa d'ORIENTAMENTO.
un appunto per la formazione dei dopolavorat-ORI: il bicchierino era in descrizione punti. Va messo lì quando è su un punto. La descrizione punti l'hai presa in mano prima di partire, no? mi auguro che tu non l'abbia guardato solo per guardare quanto dislivello c'è :) . Dalla descrizione punti si prendono nozioni interessanti: numero dei punti, ristori, passaggi obbligati, lunghezza dello sprint. non serve solo per i codici.
ciao
O Sommo Maestro,
RispondiEliminada tempo mi chiedevo a cosa servisse quel pezzo di carta rettangolare con tanti disegnini che vedevo prendere a tutti i concorrenti nei pressi della partenza. Ora finalmente ho capito, e lo prenderò anch'io.
Temo però che dovrà illuminarmi su come è indicato il ristoro, dato che sul pezzettino di carta che avevo casualmente preso sono quasi certo non ci fosse alcun simbolo bicchieriforme (come del resto non se ne vedono nella descrizione punti stampata sulla carta e riportata nella carta in pdf lodevolmente disponibile sul sito del Trent-0)
Dai Andrea non S besì R, non fare il difficile... hai capito bene cosa volevo dire....
RispondiEliminahai sicuramente ragione sulla descrizione punti.
RispondiEliminail bicchiere mancava.
però pensavo di aver recuperato per la cartina.
qunati errori che riesco a fare in una sola gara :)