4 giugno 2010

Long, ma proprio long

Festa del 2 giugno a Bosco di Civezzano, si torna sulla cartina del campionato Italiano middle 2009, che tante poche soddisfazioni aveva saputo regalarmi. Di nuovo organizzazione made in Trent-o, e come a San Giovanni ci aspetta una long, che sarà davvero molto long. La carta, dai colori forse un po' troppo psichedelici per una lettura ottimale, è la solita trafedia di buche, curve di livello e verdi, e il primo obiettivo di giornata è quello di uscirne vivo. Il secondo, ma non in ordine di importanza, sarebbe quello di battere Corradini, Cipriani, Beltramba, Hueller e Candotti. O almeno qualcuno di loro. Le gambe non mi sembrano al top della condizione, ma tant'è.

Per la 1 ci sono almeno un paio di scelte: sentiero fino al primo bivio, taglio nel bianco salendo in mezza costa, scollinamento e attacco dal secondo dosso, oppure sentiero fino al secondo bivio nel prato, e attaco dal naso aggirando la collina. In gara vedo solo la prima, che è la più corta. Va tutto bene fino al primo dosso, poi piego inspiegabilmente a sinistra, e finisco sui roccioni. Mentre cerco di raccapezzarmi scopro che ho in mano la cartina rovescia, ma non capisco come. In ogni caso in pochi secondi arrivo alla lanterna, ma ho perso più di un minuto.
La 2 è la prima tratta lunga di giornata (4 in tutto...) e decido di andare a prendere il sentiero grosso nel pratone, salire sotto l'alta tensione, seguire il sentiero fino all'angolo del reconto non attraversabile, tagliare in diagonale verso il prato proibito e costeggiarlo fino alla lanterna. Faccio effettivamente così, non velocissimo nella risalita e nel taglio nel verde 1,5 e circospetto sulle buche in zona punto. Il Cip ci mette 40'' di meno salendo dal sentierino all'angolo nord del pratone e seguendo il sentiero fino al prato proibito.
La 3 sarebbe un azimut comodo con un capanno di appoggio, ma le buche mi incutono timore e ci lascio una ventina di secondi.

Per la 4 conveniva tagliare subito sul sentiero e salire nell'avallamento a destra della linea rossa. Io mi addentro nel verdino, risalgo il sentiero fino a dopo il bucone, salgo fino a superare l'avallementino e poi vado in curva fino a incontrare due che ostiano per averci messo ore a trovarla: 10'' da Cip ma 1' da Beltramba.
La 4 sarebbe a azimut, ma io continuo ad essere timoroso e conto le buche: il gioco mi costa 30''.
Per la 6 il programma è di farsi meno male possibile scendendo fino al sentiero e farsi portare da lui alla lanterna. Però confondo la rientranza a sud del nasone con quella vicino al cerchio, e mi gioco 2' nel capirlo e trovare la buca giusta.

Per la 7 ci sono 15 cm di linea rossa. Dato che buttarsi nel bosco è ampiamente sconsigliato, il doversi muovere sui sentieri lascia due opzioni sostanziali: alta o bassa. Io opto per quella bassa che mi sembra più corta è più sicura per arrivare in zona punto, ma commetto un errore fatale. Dopo aver imboccato il sentiero nel praticello a nord del prato proibito, arrivo nel prato con il rerinto e decido di aggirarlo da est, contando sul solito passaggio fra la recinzione e la vegetazione confinante. Ma il solito passaggio non c'è, e procedo per 200 metri quasi a passo d'uomo in piena foresta pluviale, regalandomi 5 inutili curve di livello, un graffio di 15 cm (come la tratta...) dietro al braccio destro, e un rosario di auto insulti per la scelta idiota (bastava aggirare il recinto da ovest, e dopo 100 metri scarsi di verde 1 si arrivava in autostrada). Comunque arrivo al fine all'agognato sentiero, che mi conduce amenamente fino all'incrocio con il sentiero che passa a 80 m dal punto. Dalla radurina salgo in verticale con la torretta che mi fa da faro, e poi perdo ancora un po' di secondi a cercare la buca (più lontana dal sentiero di quanto sembrasse in carta). La scelta era talmente migliore dell'altra che perdo solo 2' da Cipriani e guadagno 20'' su Beltramba. Chissà se non andavo a infrattarmi.
Per la 8, vedi 5 e altri 20'' regalati.
La 9 è ostica, perchè non appare nessun apprezzabile punto d'attacco nè linea conduttrice. C'è solo una flebile linea di arresto, ovvero il cambio di direzione della costa. Dato che non vedo altre soluzioni, mi lancio in un azimut molto circospetto, non riuscendo a riconoscere nessuna delle forme del terreno che mi vengono incontro. Superato il tratto di verde 2 arrivo a quello che mi sembra il cambio di direzione della costa, e vedo sopra di me una zona che mi sembra assomigliare a quella nel cerchietto. Sono un po' titubante (mi scoccerebbe salire per niente) ma alla fine mi lancio: e la lanterna è lì! 1' e 20'' da Cipriani e 40'' da Candotti, ma non molto tempo fa io su una lanterna così ci avrei lasciato il pomeriggio.

Le gambe iniziano a dare segni di cedimento, così ringrazio il sentiero che mi raccoglie e mi consegna alla strada, che abbandono al primo praticello per aggirare il nasone puntando alla torretta. Da lì scendo alla punta del prato per attraversare il terrazzone e punzonare la 10. Tutto molto pulito, a 2 soli secondi da Cipriani. Per premio assieme alla lanterna trovo un giacimento di bottigliette d'acqua, non segnate in cartina, ed è bellissimo.
Per la 11 torno al prato, passo in quello sotto e lo attraverso in corsa ginocchia alte (mica facile correre nei prati non tagliati...) fino alla strada sotto i tralicci. Col senno di poi, conveniva stare a ovest del cocuzzolo, perchè da est arrivare in curva al roccione era arduo, e ho dovuto scendere e risalire. 30'' dal Cip.

Anche il cervello inizia ad essere non lucidissimo, così per il nuovo trattone (ma sta volta i cm sono solo 11) decido di andarmene tranquillo sul sentiero che parte poco a ovest della 11 e mi porta fino ai piedi della collina che devo aggirare per arrivare alla 12. Da lì risalgo un po' il torrente, lo abbandono per seguire l'avallamento fino al bordo sud del prato, e mi faccio portare dal nuovo sentiero fino alla casetta. 45'' meglio di Cipriani, ma lui si è sbagliato e stava andando alla 15.
La 13 è in mezzo al verde e scelgo come linea conduttrice il bordo del terrazzone su cui si trova. In breve mi appare la torretta e a pochi metri la lanterna: 20'' meglio di Cipriani, e anche di un altro signore col cognome diminutivo.
Parto ringalluzzito per la 14, sulla quale faccio un po' il pignolo per caderci giusto giusto, e mi perdo i 20'' che avevo appena guadagnato.
Per la 15 non vedo il sentiero parallelo alla linea rossa, e seguo l'altro. L'attraversamento della linea elettrica è meno pborlematico di quello che i colori facciano pensare, e superata la prima collinetta appare la lanterna. 10'' più lentamente di quanto sia apparsa al Cip.

Per la 16 ci sono altri 10 cm, e sono ormai agli sgoccioli. Mi butto sul sentiero e faccio il galletto tagliando la S, ma in questo modo perdo contatto con la carta e devo passeggiare un po' su e giù per ritrovare il sentiero che mi porta al prato sotto la linea rossa. Da lì sentiero, strada, prato, ruscello, collina, collina, muretto e, dopo essermi guardato un po' in giro, lanterna. Credo che la scelta sarebbe stata ottima, ma dal ruscello in poi sono andato pianino e ho continuato a guardare la carta. Morale: 3' da Cipriani.
E altri 20'' li prendo andando alla 17, accorgendomi solo alla fine che bastava arrivare al sentierino per farsi portare alla lanterna. Fra l'altro la lanterna la trovo solo perchè un bambino la sta indicando a quello che chiama "maestro", perchè io la stavo cercando sotto il sentiero, e non sopra dove era.

In conclusione, se l'obiettivo era quello che indica sempre Stegal ("sconfiggere il bosco") allora ho vinto io. Se era quello di sconfiggere gli avversari, andiamo un po' peggio. E' sicuramente una soddisfazione aver messo dietro Candotti e Hueller, e passi per il minuto rimediato da Beltramba, ma 13 minuti da Cipriani sono proprio troppi. E poi ci sarebbe quell'altro signore con il congnome diminutivo che di minuti me ne ha dato 20. Che con partenza in linea vorrebbe dire che mentre lui punzonava il finish io avevo appena punzonato la 12...

Facciamo che mi facevano un po' paura le buche ed ero ancora un po' stanco dal trittico, se no mi deprimo troppo e domenica c'è la coppa Italia.

5 commenti:

  1. In effetti a volte è difficile capacitarsi di certi distacchi che si prendono dai "top orienteers".
    Ormai sono abbastanza convinto che la differenza non la facciano tanto la condizione atletica oppure la tecnica. Si può fare qualche errore e anche correre un po' meno ma 15 minuti in un ora di gara (a volte anche meno) sono tanti, tantissimi.
    La differenza fra l'orientista medio e quello "top" secondo me viene fatta dalla "fluidità" dell'azione orientistica, vista nel suo insieme: velocità nel prendere le decisioni (senza fermarsi), costante contatto carta terreno anche alle velocità di corsa elevate, capacità di non rallentare mai la corsa specie in fase decisionale o nei piccoli ricollocamenti rispetto alla posizione in cui si pensava di essere, capacità di semplificare la lettura quando serve. Certo poi corsa veloce e minimizzazione degli errori tecnici determinano ulteriori gap.
    Se si mette tutto assieme arrivano i "quarti d'ora". Con conseguente sbigottimento di chi sta dietro.

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  2. come puoi dire:
    "Ormai sono abbastanza convinto che la differenza non la facciano (...) la tecnica"
    e poi scrivere:
    "velocità nel prendere le decisioni (senza fermarsi), costante contatto carta terreno anche alle velocità di corsa elevate, capacità di non rallentare mai la corsa specie in fase decisionale o nei piccoli ricollocamenti rispetto alla posizione in cui si pensava di essere, capacità di semplificare la lettura quando serve"
    quello che hai scritto è LA TECNICA: leggere avanti, semplificare, rilocalizzarsi.
    Latecnica NON è passeggiare nel bosco e riconoscere la corrispondenza cartina terreno. Quella è la capacità di leggere una cartina non la TECNICA della Corsa d'ORIENTAMENTO.

    un appunto per la formazione dei dopolavorat-ORI: il bicchierino era in descrizione punti. Va messo lì quando è su un punto. La descrizione punti l'hai presa in mano prima di partire, no? mi auguro che tu non l'abbia guardato solo per guardare quanto dislivello c'è :) . Dalla descrizione punti si prendono nozioni interessanti: numero dei punti, ristori, passaggi obbligati, lunghezza dello sprint. non serve solo per i codici.
    ciao

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  3. O Sommo Maestro,
    da tempo mi chiedevo a cosa servisse quel pezzo di carta rettangolare con tanti disegnini che vedevo prendere a tutti i concorrenti nei pressi della partenza. Ora finalmente ho capito, e lo prenderò anch'io.
    Temo però che dovrà illuminarmi su come è indicato il ristoro, dato che sul pezzettino di carta che avevo casualmente preso sono quasi certo non ci fosse alcun simbolo bicchieriforme (come del resto non se ne vedono nella descrizione punti stampata sulla carta e riportata nella carta in pdf lodevolmente disponibile sul sito del Trent-0)

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  4. Dai Andrea non S besì R, non fare il difficile... hai capito bene cosa volevo dire....

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  5. hai sicuramente ragione sulla descrizione punti.
    il bicchiere mancava.

    però pensavo di aver recuperato per la cartina.

    qunati errori che riesco a fare in una sola gara :)

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