8 giugno 2010

Quando il gatto manca...

...i topi si gettano fra i rovi.

Il proverbio originale non era esattamente questo, ma il riadattamento descrive bene il mio caso specifico nella IV gara di coppa Italia a Paluzza, dove in M35 era assente Re Carlo (che ha vinto l'elite).

Nel mio lungo (e incompiuto) cammino verso il gotha dell'orienteering, è arrivato un momento in cui ho pensato che per diventare come gli elite la cosa più veloce era vestirsi come loro. Così ho tagliato le maniche alla maglietta, ho accorciato i pantaloni e ho eliminato le ghette dal mio guardaroba: se non le mettono loro, perchè dovrei metterle io? Domenica a fine gara ho capito chiaramente la risposta alla domanda: perchè loro sono furbi e io no.

Paluzza è una ridente località situata in cima alla cima della provincia di Udine, a 4 ore di macchina da Trento, che possono essere utilizzate anche per percorrere la variante alpina, godere degli ameni paesaggi austriaci e tentare (fallendo) di rimediare una colazione teutonica. Grazie alla partenza da casa alle ore 4.30 e alla strada libera, arriviamo a destinazione con buon anticipo, in tempo a preparare per benino la mia partenza alle ore 0:01.

L'arrivo è in paese e un tappeto blu conduce sotto l'arco gonfiabile del finish, rendendo meno problematico lo sprint con le scarpe chiodate. E oggi lo sprint sarà particolarmente delicato, dato che il sig. Cipriani mi parte 2' dietro, e che mancando Rigoni in M35, è doveroso puntare alla vittoria. Archivio fra i ricordi molto sbiaditi i 13' che ho preso dal Cip solo 4 giorni prima, e mi presento alla partenza piuttosto accaldato ma molto concentrato.

Niente partenza svedese, e 1' per guardare la carta prima di partire: una pacchia. Primi metri in salita, ma poi c'è un lunghissimo sentiero per andare alla 1. E' largo, comodo e in leggera discesa: non riesco a capacitarmi di essere nel posto giusto. Eppure tutto torna e arrivo alla 1 dopo 500 metri di sentiero, un pratino, un boschetto e un altro prato con erba alle ascelle. Per la 2 altro sentiero e comodo attacco dal bosco verso il naso visibile. Per la 3 discesa lungo il ruscello e primo contatto della giornata con il verde 2 (?). Ne esco indenne e riesco a riconoscere il sassone che cerco, nonostante dalla mia parte sembri una casa.

Dalla 4 alla 7 si percorre un cerchio che porta a incrociare di nuovo la strada fatta fra la 3 e la 4. Lo percorro con discreta sicurezza a parte un leggero sbandamento sulla 6, e incrocio Remo che sta andando alla 4 (anzi, forse alla 2). Leggo dal suo blog che lui in quel momento ha capito che io stavo finendo il "loop", quanto ci avevo messo io a farlo, e quanto ci avrebbe messo lui. Io in quel momento ho capito solo che era Remo, nè mi ero accorto prima che ci fosse un "loop". Questo credo voglia dire che si potrebbero trarre dalla cartina molte più informazioni di quelle di cui mi accontento io. Se servano a qualcosa o meno, non lo so.

La cartina prosegue nel suo processo di disfacimento (che fortunatamente la vedrà cedere solo dopo l'arrivo) e io proseguo nella mia gara andando ad affrontare la 8 che mi sembra ostica. E' in una zona pianeggiante vicino al fiume, con un verdino sbifido di contorno e curvette di livello aleatorie. Decido di attaccarla dalla radurina a sud del cerchietto, percorrendo il sentiero a ovest della linea rossa, e di passare dalla 11 per portarmi avanti per dopo. La 11 non la trovo, e la raduretta è molto diversa da come me la aspettavo. Probabilmente scambio i sassi a nord del punto con quelli a sud, comunque dopo non molto riconosco dietro di me la radura tozza a cavallo del cerchietto e trovo la lanterna. Ho perso un po' di tempo (50'' diranno gli split) e mi lancio un po' a caso verso la 9 che mi appare magicamente nel sottobosco, poi cozzo contro un paio di muretti per la 10, e torno sul prato e poi sul sentiero per la 11, che attaccata da nord risulta visibilissima.

Per la 12 si attraversa per la prima volta il torrente, su comodo passaggio asciutto, e prima di salire il sentiero che mi porta ad attaccarla da nord salendo il crinale fino al sassone, do un'occhiata oltre la distesa lunare del greto per trovare tracce di Cip, ma non ne vedo. Trovo bene la 12, perdo un po' di secondi sulla 13 perchè sono troppo in basso (o è troppo in alto la lanterna?), aggiro a colpo sicuro il rudere della 14, cerco di inutilmente di farmi male scendendo la scarpata per arrivare al sentiero che mi porta alla 15, e mi lancio nel trasferimento con attraversamento bagnato (e viscido!) del fiume che passa anche dal ristoro, dove sorseggio un mezzo bicchiere correndo.

Mi aspetta la parte più bastarda della carta, un intrico di muretti con una miriade di tonalità di verdi. Mi sembra di aver corso molto bene fino a quel momento (e gli split diranno che ero effettivamente primo con 1'40'' sul Cip), e so che devo stare attento, ma non sarà una consapevolezza sufficiente. Già alla 16 non mi ritrovo un granchè, ma la trovo in fretta. Per la 17 punto a seguire i muretti verso sud per arrivare al prato, ma qualcosa non funziona perchè mi trovo a fianco del verde privato a ovest della linea. Uscito dal mio primo verde 8 della giornata vado sul sentiero e piego a sud dopo il primo muretto, ma vado in confusione e invece di proseguire poi lungo il prato mi sposto verso ovest e finisco alla 21. Il che è utile perchè mi fa capire dove sono e mi permette di trovare in tempi brevi la 17, ma è letale perchè uscendo dalla 17 penso "questa la so!" e mi lancio deciso ...verso la 21. Quando ci arrivo mi rendo subito conto di essere un cretino, ma la frittata è fatta. Andando alla 18 ne vedo uscire Cipriani che nel frattempo mi ha raggiunto e superato, e mi lancio in un inutile e confuso inseguimento che prima mi farà rischiare di finire in una botola (dove finiscono Remo e Stephen...), e poi mi paralizzerà fra le spine del verde 14 a sud della 20.

Quando riesco ad uscirne (lasciando vari brandelli di pelle di ogni parte del corpo a beneficio degli insetti del posto) raggiungo facilmente la 21 con cui ormai eravamo grandi amici, e via prato concludo il calvario dei muretti trovando la 22. Ci sarebbero ancora 5 lanterne di corsa pura in paese, ma non vedo più traccia del Cip, e spingo con moderazione fino al traguardo.

Dove terminato il tappeto blu Stegal mi annuncia che sono il primo master ad arrivare. Il Cip si era perso ad andare alla 22. Ma non abbastanza da restituirmi il regalo, e mi batte per 55''. Terzo arriva un austriaco, quarto e quinto DarioS e Remo, entrambi non in ottima giornata. Hueller non ha potuto partire per una storta rimediata il giorno prima nella sprint, peccato.

6 commenti:

  1. "Quando il gatto manca... si mangia coniglio"

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  2. Complimenti!! Ed a vedere la carta rimpiango di non essere venuto.
    Raramente rinuncio ad un appuntamento nazionale, ma stavolta l'ho dovuto fare.
    Ripeto: complimenti! Sia per l'argento che per i tuoi post, che sono sempre simpatici e mooolto descrittivi!!

    Ci si vede ad Asiago...spero in forma! :)

    Stefano

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  3. Ciao Stefano,
    i complimenti non me li merito, per aver gettato alle ortiche (anche in senso stretto) una vittoria in coppa Italia che mi manca da anni e anni. Asiago è molto lontana, chissà come ci arriverò. Intanto domenica mentre tu ti trastulli sul Terminillo noi si va a orimaratonare...

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  4. Vedendo la carta e sentendo i commenti sono contento di essermi fatto una tapasciata...-); è comunque triste vedere le classifiche M35 e M40! forse, nemmeno 20 anni fa c'erano così pochi partecipanti....

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  5. non sò bene quanto sia distante paluzza da trento....ma partire alle 4.30 è da trentini.
    noi da genova x crespano del grappa a febbraio(con neve sui giovi e pioggia fino a verona ) siamo partiti alle 6.00 e siamo riusciti a partire in tre amici in coda alla griglia tirandoci come i dannati e non riuscendo lo stesso a fare i famigerati 60 punti di lista base

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  6. Da questo punto di vista io sono ben poco trentino, perchè sono un ritardatario cronico. Ma la partenza in griglia a 0:01 (e l'ultimo M35 partiva ai 0:15...) non dava molti margini, e tra perdere un'ora di sonno, e soffrire seduto in macchina per una coda inaspettata con la paura di non riuscire a partire, preferisco di gran lunga la prima :-)

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