18 giugno 2010

O-marathon: speciale Miori

Ribadisco che la mia gara non merita di essere raccontata, ho fatto una bella corsa nel bosco, ho guardato andare via i primi dope le prima lanterne assieme pensando "io non parto così forte neanche in una middle!", ho buttato via qualche manciata di secondi di imprecisioni nella prima farfalla, ho raggiunto felicemente il primo ristoro, ho raggiunto e superato Aaron che è molto più giovane ma molto meno allenato di me, ho inghiottito una mosca e cercato inutilmente di mandarla giù con quel liquido colloso che davano al ristoro, ho corso sui crinali assolati vedendo lontanissimi i puntini colorati dei primi 4, ho affrontato piste e boschi in discesa ad andatura sostenuta ma non smodata, mi sono tuffato nell'ultima farfalla con la lucidità sufficiente a perdere vari minuti solo in un punto in cui il muretto in carta mi sembrava molto più corto di quello dove continuavo ad arrivare dal vivo, e ho corso al trotto fino al finish, arrivando 15' dopo quello arrivato prima di me, e 10' prima di quello arrivato dopo di me.

E dato che nella vita bisogna sempre prepararsi a tutto, inizio a pensare a quando non potrò più essere un ori-blogger, iniziando una cariera di ori-editore, pubblicando in esclusiva (parzialmente rovinata dai commento di Eddy al mio post precedente) il mini diario di Miori, uno che la O-marathon l'ha fatta come si deve.

Purtroppo, come ho sempre pensato, chi corre molto scrive poco. Così troverete solo una sintetica sintesi accompagnata da alcune delle belle foto di Girardi, e se volete la cartina di gara. Per la cronaca, il Garmin di Miori ha registrato 24,69 km, 645 metri di salita, e 1112 metri di discesa.


Sempre per la cronaca: che invidia...


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