Tradizionalmente il giorno dopo del campionato italiano sprint c'è una long di Coppa Italia, che serve a taluni per dare a 500 km di viaggio un senso un po' più sensato di 20' di gara sprint, e a talaltri per tentare di ricomporre la psiche dopo le scoppole del giorno prima. Io faccio parte dei talaltri, ma l'osticità della carta, su cui ho già corso qualche anno fa, non dà garanzie sulla riuscita dell'operazione "ricomporre".
Il posto sarebbe splendido, ma se la settimana prima hai corso a Carezza viene un po' da fare i difficili. Il bosco è bellissimo, ma un po' meno. Le montagne sono belle, ma non sono il Latemar e il Catinaccio. Il lago è molto bello, ma non ha i colori di quello di Carezza. Ma il Monteginer che organizza la gara è probabilmente intrallazzato con la locale azienda per il turismo, e allora cerca di riguadagnare dei punti mettendo l'arrivo a due passi dalla riva, e facendo correre a quasi tutte le categorie tre fantastici punti sul lungo lago. Qualcuno si lamenta per lo scarsi significato tecnico di questa scelta, ma se io non avessi corso in una delle 19 categorie che dovevano correre tutto attorno al lago, avrei fatto causa all'organizzazione per danni morali. Che poi il giro non me lo sono goduto molto, ma questa è un'altra storia.
La partenza è a pochi passi dalla casa estiva del Vecchio dell'Alpe, ma nè lui, nè Heidi, nè Nebbia nè tutte le loro caprette sono in casa quando arrivano gli orientisti. O erano ai pascoli alti con Peter, o erano a messa in paese, dato che era domenica mattina (anche se non mi risulta che Heidi e famiglia fossero cattolici, ma forse è perchè quella parte lì l'avevano censurata, dato che a quei tempi in italia la tv era ancora laica). A scambiarsi facezie prima del via ci sono Rigoni, Grassi PM, Di Pace e qualche altro, e io come al solito fuggo in cerca di quella concentrazione maxima che credo mi servirà per affrontare quel costone di nulla che ricordo esserci da queste parti.
Quando finalmente prendo in mano la cartina, il costone di nulla mi viene servito come primo piatto, e mi fermo un po' per capire come prenderlo: la 1 è uno di quei centro farfalla che minacciano di tenerti occupato tutta la giornata, e mi scoccerebbe, dato che poi vorrei fare il bagno. Sembra che andando via un curva di livello e contando i ruscelli, si possa avere qualche probabilità di riuscire ad arrestarsi al verdino giusto. E mi avvio. I ruscelli per fortuna ci sono davvero, il verdino è abbastanza evidente, e dato che ne esce anche un orientista, potrebbe proprio essere quello giusto. Mi pare di incontrare una radura più del previsto, ma avvisto la lanterna, quindi va bene così. Non un missile (quinto a 1'30'' da PMG, diranno gli split), ma non mi sono perso.
Per la 2 sembra che uscendo dal verdino e superando la palude si debba poi solo scendere. Quando oltre la palude incontro il sasso il mio cuore esulta e mi scapicollo convinto verso il basso, atterrando sulla lanterna. Molto più ostica si preannuncia la 3, dove mi esibisco nel primo azimut sballato di giornata. Arrivo troppo basso e capisco poco dei verdi, ma in qualche modo la trovo. Lento, ma non mi sono perso neanche questa volta. La 4 è il centro della stella e dovrei più o meno sapere dov'è. Più o meno. Per la 5 devo attraversare la palude e poi salire, incontro Dario Stefani che scende e mi pare un po' strano, ma ho altro da pensare, dato che devo preoccuparmi che la palude non mi risucchi le scarpe, come ha fatto con altri. Ripartiamo insieme verso la 6, "troppo basso...", penso sprezzante di lui. Quindi naturalmente arriva sul punto mezzo minuto prima di me, mentre cerco di interpretare verdi di tutte le gradazioni, e mi faccio uccellare da un sassone davanti al quale non vedo la lanterna (che, come è scritto chiaramente nella descrizione punto) è dietro. Quando torno di slancio alla 7, penso che il peggio sia passato, o almeno il primo peggio. Gli split diranno che a quel punto ero quinto a 5' dal primo. C'è di meglio, ma non mi sono perso.
E allora ci provo andando alla 8, pensando di poter raggiungerla attaccandola dal verde, non capendo bene se al verde ci sono arrivato, proseguendo fino ad un sasso dove c'è una lanterna, e scoprendo che non è la mia. Nessuna idea di dove potrei essere. Decido che la cosa più saggia è andare alla curva della strada a ovest e attaccare da lì. Dato che passo vicino ad una lanterna, ci butto un'occhio. Toh, è la mia. Vabbeh, punzoniamola.
Per la 9 c'è un prato da attraversare, è il pascolo del Vecchio dell'Alpe, ma naturalmente non me ne accorgo. Comunque attacco saggiamente dal boschetto rotondo, sto un po' troppo alto, ma la avvisto con la coda dell'occhio, con il secondo tempo di tratta. La 10 promette rogne, e reso saggio dall'età cerco di evitarli. Cerco di appoggiarmi al movimento del terreno a ovest del punto, lo individuo, mi sembra di riconoscere la paludina fra lui e il punto, vedo da lontano un cocuzzolo, mi sembra di sentire un bip, vedo un tizio che sembra uscire dal punto. Ma l'età mi ha reso troppo saggio. "Non è che mi sto sbagliando?" Torno indietro, torno alla forma del terreno, trovo un sacco di sassi, capisco in modo inappellabile dove sono, faccio azimut in senso contrario, e arrivo di nuovo allo stesso cocuzzolo. La descrizione punto dice che la lanterna è lì dietro. Pirla.
Fra me e la 11 a quel punto c'è un ristoro, che sembra anche un buon punto di attacco. Bevo, e attacco. Ma il mio sestante oggi è fuori di vari gradi, e solo un provvidenziale muretto mi impedisce di arrivare in val di Sole. Da lì al punto sono capace di andare diritto anch'io. E poi è riaparso il DiPa, che avevo intravisto alla 11. Con lui andiamo alla 12, o meglio, io tento di seminarlo, ma il costone malefico mi frega di nuovo. Si vedono molto bene i due tagli di bosco, molto meno bene il verde contro cui dovrei andare a sbattere. Penso di essere nel bianco fra i due verdi, invece sono più in basso, e quando alla fine la trovo un po' per culo, arriva anche DiPa. Che poi punzona prima di me la 13, perchè di nuovo azimutto in modo disastroso e mi serve una piroetta per tornare sulla retta via.
Per la 14 bisogna sostanzialmente correre, perchè c'è una linea d'arresto grande una casa. Io e DiPa partiamo in parallelo, e è solo questione di culo beccare una zona dove si corre bene o una dove si fa fatica ad andare avanti. Mi dà fastidio vedere che sto correndo pensando a lui, e cerco di non pensarci. Comunque quando arrivo alla famosa linea di arresto sono giusto un pelo basso, e lassù mi appare la radice con la lanterna. Del DiPa non c'è più traccia, ma ci ho messo 1' e 50'' più di Rigoni.
Anche per la 15 c'è da correre e il terreno è di nuovo molto variegato. Incontron anche un capriolo, che si sarà rotto le balle di cercare un posto dove nessuno gliele rompe. Arrivo magicamente al sentiero in corrispondenza del sentierino che mi serve, parto in curva, inquadro la radura e punto il sasso. Un gioco da ragazzi: 3° tempo, ma 1' peggio di Rigoni e 20'' peggio di PMG... La 16 non è difficile, ma giro il dosso dalla parte sbagliata e mi impiglio nel verde perdendo un altro minuto, per la 17 opto per la scelta astuta andando a cercare il sentierino a nord del punto, ma è meno di una traccia per camosci e ad un certo punto scompare pure, lasciandomi in un posto che più o meno so dove è, ma da cui non è comodissimo arrivare alla lanterna. E altri 2'.
Per la 18 mentre sgambetto fra i prati preparo pinne, fucile ed occhiali, dato che la carta mi annuncia l'attraversamento del mar rosso. Invece arrivo alla collinetta della lanterna senza neanche bagnarmi le scarpe. Ci rimango un po' male, ma riparto con ritmo ancora discreto verso la 19. Peccato che mi fermo a 5m dalla roccia giusta cercando di capire se era davvero la roccia giusta. Prima di dubitare potevo almeno provare ad arrivarci, dato che ero anche dalla parte giusta. Rigoni mi dà i soliti 50'', ma riesco a darne 20 a PGM. Per la 20 basta arrivare alla strada, ma è più facile a dirsi che a farsi. L'agilità non è mai stata la mia dote principale e correre sulla punta dei sassi che cospargono la zona ne richiederebbe parecchia. Ciononostante faccio un ottimo 2° tempo di tratta. Inutile dire dietro a chi.
Con la carta al 10.000 magari si poteva pure arrischiare una scelta più spregiudicata, ma con il 15.000 è già tanto se riesco a beccare la 21 attaccando dal prato. Ci metto 10'' solo per capire se quella roba marroncina di un millimetro di lunghezza è un dosso o una buca. Quando lo capisco, dopo altra breve danza sui sassi, arrivo velocemente alla lanterna, ma è stato clemente il tracciatore che l'ha messa dalla parte da cui arrivavo. Danza che ti danza do finalmente fondo alle mie doti funamboliche dando una poderosa ginocchiata contro un pietrone in uscita dal punto. La valle rimbomba dell'eco della botta, ma io incurante o quasi vado un po' a caso verso dove mi pare dovrebbe esserci la 22 e un po' a caso la trovo. A questo punto rimane solo una sgambata sul lungo lago, la apprezzerei di più se non dovessi passare gran parte del tempo a promettere al mio ginocchio che solo ancora 2 e poi basta. Lui è così gentile da non prendersela neanche troppo quando mi accorgo che ci sarebbe anche la 24, e evito all'ultimo uno scocciante PM sulla lanterna più facile della gara.
Allo scarico sono di nuovo quarto. Oltre a Rigoni e PMG davanti a me c'è di nuovo Buselli. Eccheccazzo. Va bene che tra un mese correrà i mondiali con la maglia dell'argentina per via del nonno biancoazzurro, e che quindi sarà piuttosto allenato, ma dato che per vincere i mondiali battere Pedrotti non è tanto utile, poteva anche starmi dietro, almeno oggi.
Mi consolo con il bagno, che, non essendo vietato come al lago di Carezza, dove abusivamente mi sono abluzionato in meno di 2'', posso fare con tutta calma. Almeno 8 i secondi di permanenza in acqua, alla faccia di Buselli (comunque, auguri!).
Ciao, a proposito del giro del lago "uguale" per tante categorie e così bello che era UN delitto non fare ...
RispondiEliminala risposta più semplice è perchè non mettere un paio di punti in più e fare così delle tratte diverse? (l'impegno non sarebbe stato grande).
Ad esser sincero negli ultimi punti (dove non sapevo che erano uguali per tutti) era la sagra della scampagnata..tutti assieme appassionatamente...un gran casino..poco orientistico...
Per essere tecnici poi...il regolamento tecnico federale prevede che ci possano essere delle tratte uguale per percorsi diversi, ma è fortemente sconsigliato (per esser gentili) fare un finale così uguale per tanti percorsi.
ad esempio il penultimo punto deve essere diversificato per le varie categorie per ovvi motivi.. (il famoso ventaglio della partenza e anche dell'arrivo ed evitare così l'imbottigliamento)
che dire poi di fare tante tratte uguali per Elite maschi e femmine (e qui ci può stare) ma uguale anche per gli M 16 (4-5 anni al massimo di esperienza e spesso su sentiero) o MB?
Forse c'è qualcosa che non torna...
Mi è capitato di vedere alcuni percorsi master donne e ti faccio una domanda: saresti contento tra qualche hanno fare una gara dove il bosco lo vedi per poco e poi corri sulla strada asfaltata e cerchi le lanterne a destra o a sinistra ma che comunque le puoi vedere o quasi dalla stessa? E cosa mi dici di una gara LONG che dura circa 30 minuti?
e non c'erano nemmeno tratte lunghe!!!!!BELIN!!!!!!...e poi vogliamo parlare dell'accorpamento dei neutrini del tunnel di arrivo o della temperatura dell'h2o del lago in netto contrasto con l'erretieffe?......e se pioveva tanto e il lago strabordava e copriva il loop finale?.....c'erano le canoe pronte x i concorrenti? ah ecco perchè il loop era uguale per tutti: avevano canoe multiposto e così avrebbero risolto il problema dell'imbottigliamento!!!
RispondiEliminascusate se l'ho presa troppo sul tecnico
se fra qualche anno mi faranno fare una gara su asfalto, mi lamenterò molto, e ancora peggio se mi faranno fare una long di 30'. Lascio le valutazioni tecniche e di quadro generale a chi ne capisce più di me, a me il giro attorno al lago è piaciuto molto, e penso che chi arrivava lì di gara ne aveva fatta abbastanza da godersi il lungo spiaggia senza soffrirne troppo. Ma è una valutazione puramente personale.
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