19 giugno 2012

JTT Race a Serrada

Noi che vinciamo le medaglie agli italiani middle sappiamo che la middle è una gara infida.
Noi che vinciamo le medaglie agli italiani middle sappiamo che l'importante è partire bene.
Noi che vinciamo le medaglie agli italiani middle sappiamo che se entri bene in carta è fatta.
Noi che vinciamo le medaglie agli italiani middle sappiamo che sulla prima devi andare sul facile.
Noi che vinciamo le medaglie agli italiani middle sappiamo qual è la scenta migliore per la prima.
Poi, fra di noi, c'è chi fa la scelta migliore, e chi no. Io, no.

JTT Race  vuol dire gara dello Junior Team Trentino, una gara che tutti gli anni organizzano al termine del raduno dei giovincelli trentini per fare un po' di festa e raccattare qualche soldino. Quest'anno raduno e gara sono a Serrada, e la carta la conosco, è bastarda. La giornata è bellissima, è da 15 giorni che non corro, non vedo l'ora.

Arrivo in partenza un po' presto e sto lì ad aspettare. Cerco di non distrarmi, ma forse non ci riesco. Per andare alla prima c'è una scelta facilissima, sentiero e canaletta, l'ideale per entrare in carta bene e iniziare con una botta di autostima. Si può anche andare in curva, si risparmia qualche metro, ma è meno sicura e il bosco è un po' sporco. Mi lancio deciso sul sentiero. Resisto 100 metri. E poi vado a perdermi in curva.

Magari in quel momento lì mi sarà anche sembrata la decisione migliore, ma con il senno di prima e con il senno di poi non lo era. Butto via 3 minuti ancora prima di iniziare e il resto della gara verrà un po' di conseguenza. Perchè Segatta partiva 2' prima di me e pigliarlo presto sarebbe stato utile, e perchè se perdi 3' alla prima poi puoi anche far finta che non sia successo, ma dentro di te non parte quel magico processo di autogasamento virtuoso in cui la mancanza di errori ti spinge a continuare a non farne. O qualcosa del genere.

Il resto della giornata, conclusa con un'altra "gloriosa" medaglia di legno, la quarta di fila, a dimostrazione di una invidiabile costanza di risultati, sarà figlio di quell'inizio, con qualche lanterna fatta benino, varie fatte maluccio, e un tempo complessivo 11' (undici...) più alto di quello di DD, 10' peggio di quello di Rudimair, e 5' peggio di FabioH.

Per la 2 esco dal punto fuori di 45° e vengo fortunosamente salvato dalla muraglia cinese, per la 3 faccio una scelta prudente in appoggio sul cocuzzolone ma c'era un costone sotto la linea rossa che mi avrebbe portato altrettanto prudentemente e forse più velocemente al punto (DD ci mette 20'' di meno, sarà andato di là?), per la 4 aggiro la montagnola 10'' più lentamente di FabioH, e alla 5 mi do alle esercitazioni fra i muretti, quando una scelta più pavida sui sentieri sarebbe stata molto più veloce (diciamo 3' più veloce). Al ristoro agguanto finalmente Segatta, ma praticamente non riuscirò più a staccarlo.

La 6 è in una zona dove mi sono perso tutte le volte che ho corso qui, ma la trovo più di culo che altro. Dato che ci devo tornare, ho l'idea da grande orientista di cercare un punto di riferimento. Solo che l'esecuzione dell'idea è da orientista del cavolo e prendo come punto di riferimento un non meglio precisato bosco un po' aperto circa per di là. La 7 è in curva, la 8 da correre. E non la faccio neanche malissimo (con Segatta incollato alle calcagna) se non fosse che perdiamo forse mezzo minuto a districarci nel prato sporco prima del sentiero, che si poteva evitare con il sentierino a nord che faceva anche risparmiare un paio di curve, e un altro po' di secondi nell'avallamento prima di quello giusto (che era parecchio meno accentuato, somaro!). Per la 9 con uno scatto semino Segatta, ma poi rimango bassissimo per la 10 senza capire bene perchè (forse un paio di radure non segnate?) e mentre risalgo faticosamente alla 11 mi passa di nuovo.  Tornando alla 12 becchiamo la esile traccia che probabilmente abbiamo mancato all'andata, e scappo di nuovo andando alla 13. Dove mi fido troppo del riferimento casual che ho preso prima, e mi perdo come tradizione. Quando torno al muretto per un attacco un po' più serio, Segatta è là e andiamo insieme al punto. Ma lo stacco di nuovo volando alla 14 (con la 9 gli unici miei due migliori tempi di giornata). Ma mi perdo di nuovo alla 15, quando la smania di seminare Segatta è di più del cura nel guardare la carta.

Dato che almeno voglio riprenderlo, gambe in spalla mi butto sui sentieri, e alla strada asfaltata mi riappare. Mirco dubbio sulla scelta di percorso (e forse era meglio andare a sinistra lungo la strada asfaltata) e poi mi getto all'inseguimento. Il suo passo è un po' più lento del mio, ma quando lo aggancio in salita, mi si attacca. Dopo un po' inizia a fare un verso che vuol dire o che sta facendo finta di tirare le cuoia per prendermi per il culo, o che sta tirando le cuoia. Io tengo il ritmo, e lui schiatta. Quando la pendenza aumenta le vene delle gambe sembrano pompare direttamente acido lattico, ma non mollo. Almeno fino a quando non mi accorgo che nel pensare a Segatta ho allungato la strada di un centinaio di metri abbondanti. Mi volto angosciato temendo che lui abbia tagliato dalla parte giusta, ma non l'ha fatto.

Domenica prossima ci sono i campionati trentini middle. A noi che vinciamo le medaglie agli italiani middle, e che non le abbiamo vinte ai trentini sprint, ci piacerebbe tanto arrivare sul podio. Che di medaglie di legno ce ne abbiamo un po' piene le palle.

p.s. vedo ora, mettendo a posto la cartina, che c'è scritto su "Coppa del Trentino Long". Ah, non era una middle. Vabbeh, alla prima devi andare sul facile comunque.

1 commento:

  1. Nella salita finale avrei dato qualsiasi cosa per starti dietro ma... l'allenamento ora è quello che è ... e anche gli anni purtroppo aumentano.
    Però almeno stavolta ho fatto una bella gara con pochi errori.

    RispondiElimina

non lasciate commenti anonimi, suvvia...