7 giugno 2012

Campionato italiano sprint

Le sprint sono fatte di attimi fuggenti. Il mio attimo se ne è fuggito alla 3, quando dopo una discreta 1 e una tollerabile 2 mi sono lasciato distrarre da Marco Seppi che andava spedito alla sua e senza neanche accorgermene l'ho seguito senza guardare bene la carta. Dalla mia occhiata fugace mi pareva che la mia 3 fosse su una radice, e da lontano mi pareva di vedere una radice vicino alla lanterna dove stava andando lui, e sono andato con lui. Ma là non c'era nessuna radice, e comunque la mia non era sulla radice. Ho letto il codice e ho almeno capito che non era la mia, ma da lì a trovare la mia 3 sono passati quei 34'' che mi hanno lasciato ai piedi del podio.

Podio su cui è invece salito, insieme a Re Carlo e al Rivale, "un certo Francesco Buselli", che solo la mia giovane età orientistica mi aveva permesso di non mettere fra i favoriti. Si dà il caso infatti che quando io nel 2000 rifiutavo gli inviti ad andare a provare l'orieteering da quello che sarebbe diventato mio suocero, lui vincesse la qualificazione del campionato italiano corta distanza davanti ad un tale Michele Tavernaro, e in lista base si trovasse al sesto posto, davanti a gente come Bezzi G, Grassi S, Beltramba, Dalla Santa, Pradel R, Bezzi M, Zanetello, Tenani e altri allegri (allora) giovincelli. Insomma, non proprio un pirla qualsiasi.

Dopodichè, anche avessi scoperto che era Sgiursgiù traversito, non è che avrei rosicato di meno.

Anche perchè la gara era proprio bella bella, e per quello che ci capisco io di orienteering, non esito a definire geniale il tracciato di Bezzi M. Perchè Madonna di Campiglio è un posto che a passeggiarci non diresti che ne possa venire fuori una gara così divertente e difficile, e invece. Quello che non faceva la carta l'ha fatto il Bezzi, con una prima parte in un boschetto banale per Cappuccetto Rosso ma molto meno per degli assatanati M35 con le stradine in mente, una transizione fra i prati in discesa dove sciami di lanterne erano pronti a fotterti se ti distraevi un secondo, e una lunga sequenza in paese, dove quasi ogni lanterna aveva una piccola trappola incorporata. Come la 8, dove la strada ti portava automaticamente al ponte grande ma quello pedonale sarebbe stato più corto. Come la 9, dove io la trappola non l'ho vista ma in vari ci sono cascati. Come la 10, dove a occhio ti veniva da andare a destra ma a sinistra era molto più veloce. Come la 11, dove la lanterna era messa a una distanza dal recinto tale da farti pensare che ci arrivavi da fuori anche senza scavalcare ma invece poi dovevi proprio scavalcare. Come la 17, dove dovevi capire che fare le scale a chiocciola per scendere al ponticello non era una buona idea. Come la 18, dove potevi scegliere fra tornare indietro o andare avanti e fare il giro alla casa. Come la 19, che era al piano di sopra. Come la 20, che era in un garage dove entrando dal pieno sole all'inizio non vedevi una mazza. Come la 23 dove dovevi dimostrare di aver capito almeno al secondo tentativo la storia della scala a chiocciola. Come la 25, dove tutti i disegnini ti (o almeno mi) facevano pensare che stare sotto la linea rossa non era l'unica cosa sensata da fare. E nel frattempo dovevi correre, parecchio.

A parte il fuggito attimo fuggente della 3, la mia gara è stata buona, il che quest'anno in M35, giustamente, non basta. Potrei dire che le mie imprecisioni sono state dovute soprattutto al fatto di non avere una descrizione punti comodamente consultabile senza scartabellare con la cartina, e sarebbe vero, ma non ce l'avevano neanche gli altri. Prima di partire ho catechizzato Fabietto sull'importanza di leggere le descrizioni punto più ancora dei codici delle lanterne, ma poi in gara ho iniziato a farlo dalla 8. Così ho perso qualche secondo prezioso alla 2 mentre il macigno che nascondeva la lanterna mi guardava a 2 metri di distanza, ho fatto quello che ho fatto alla 3, e ho guardato la premiazione dalla zona pubblico.

Peccato, perchè nonostante per tutta la gara avessi la sensazione che le gambe non fossero magiche abbastanza, in realtà loro hanno fatto il loro dovere, tanto che nella tratta lunga ho persino fatto il miglior tempo davanti a Rigoni (ma a pari merito con Buselli...).

Come agli italiani middle sono di nuovo fra i 4 master più forti d'Italia, solo che questa volta sono un pochino peggio del terzo. Sottigliezze. 




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