1 febbraio 2013

VeNotte 2013


Se un sabato sera di fine gennaio il cielo è terso e non fa tanto freddo, la cosa migliore da fare è sicuramente andare a correre una gara di orienteering a Venezia. Arrivando in treno lungo il ponte il tramonto era così bello che forse anche la mia culpix non sarebbe riuscita a rovinarlo troppo (ma era a casa in castigo) e il resto della serata non è stato da meno, con tanto di luna piena a specchiarsi nei canali e pochissima umidità a impregnare le ossa.

La gara è ormai talmente rodata che la precisione dell'organizzazione non è più una novità, e nell'arrivare l'unico dubbio è se avranno messo di nuovo la segreteria gare in quel posto scomodissimo dietro la porta. E la risposta è ancora "sì". C'è tanta gente, gli spogliatoi sono allegramente pieni e c'è chi si cambia sulle panchine esterne, come del resto si fa in tutte le altre gare dell'anno.

La partenza è in un posto nuovo e capire come girare la carta è uno dei miei crucci del giorno. Siamo partiti da un parco e c'è un triangolo sul bordo di un giallo, ma la ruggine invernale vuole il suo tributo, e ci metto un po' a capire dove sono e dove devo andare. Ma poi si parte, ed è sempre Venezia. Sempre Venezia di notte, che rende tutto un un po' più affascinante e po' più difficile: non so se è perchè è ad inizio stagione o davvero perchè è notte, ma ho sempre fatto più errori alla VeNotte che al Mov, nonostante la gara sia parecchio più corta. La mia gara non è male, ma anche quest'anno non mi faccio mancare qualche errore e sbavatura. Per andare alla 3 passo a dare un'occhiata alla 17 non tagliando poco prima, per la 5 manco il vicolo e per non tornare indietro prendo quello dopo, per la 6 faccio la scelta scorrevole che però è più lunga, per la 7 mi faccio distrarre da Eddy e solo per culo capisco di nuovo dove sono e perdo solo una decina di secondi. Lo svarione più grosso, anche se non mi costa secondi, lo faccio andando alla 14, quando solo dopo aver superato il ponte di Rialto mi rendo conto che ero dall'altra parte del Canal Grande rispetto a dove pensavo di essere. Che a pensarci a mente fredda sembra impossibile, ma lì per lì mi è successo. Dalle parti della 14 mi prende Riccardo Scalet, che ha il passo un po' più veloce del mio, e lo mollo prima di distrarmi e perdermi definitivamente. Da lì in poi corro abbastanza pulito, anche perchè per un bel pezzo rifaccio la strada che avevo fatto dalla 2 alla 3, e la zona dalle parti dell'arrivo alla quarta partecipazione comincio a conoscerla un po'. 

Finisco quinto, ai soliti due minuti da Lerose, 3 dagli Scalet's e 7 da Tenani, ma considerando gli errorini e l'ultra allenamento di 4 giorni prima, non mi posso lamentare. Le gambe erano abbastanza sciolte, e su Rialto e Accademia erano molto più brillanti del solito.

Siamo solo al primo di febbraio e ci siamo già giocati tutte le gare di Venezia di quest'anno, che peccato. Del resto con l'apparizione in laguna del novembre dell'anno scorso, abbiamo veramente fatto storia. Mentre correvo ho sentito almeno due volte dei mozziconi di frasi che parlavano "di quando abbiamo corso con l'acqua alta", e uno dei due discorsi lo stava facendo un gondoliere a quelli che stava gondolando. Ma non riapriamo la querelle se quella storia fosse il caso di farla o no.

Il post fa schifo, lo so, ma avevo voglia di andare a dormire presto. 'notte.

2 commenti:

  1. La domanda è: val la pena o no di farla di notte anche a novembre?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il problema secondo me è la logistica: un conto è una gara con un paio di centinaia di corridori, che alle 20.30 è già finita anche la premiazione, un conto è una gara che non finirebbe prima di mezzanotte o oltre, e a quel punto capire cosa fare dei partecipanti è dura (come avevo tentato di analizzare nei miei post post MOV).
      Io temo che la stagione del grande orienteering a Venezia sia terminata, semplicemente perchè Venezia è già troppo piena di altro/i.

      Elimina

non lasciate commenti anonimi, suvvia...