Di nuovo leggermente off topic, ma che volete, gare nel fine settimana scorso non sono riuscito a farne, e il mio allenamento di sabato mattina su per il Monte Bondone non ha dato spunti sufficienti per un epico racconto.
Neanche la fine ormai imminente del concorso per scrittori di trail running ha fornito materiale per un epico racconto, dato che non solo non ho vinto io (è ormai ufficiale, a 2 ore dalla chiusura delle votazioni ho 1000 voti di distacco dalla prima), ma non ho neanche perso dalla "fighetta bionda" (come si autodefinisce quella che per un po' mi aveva conteso il primato, prima che irrompesse la rappresentante del Popolo Eletto, con tutto il suo seguito).
Quindi, off topic per off topic, almeno rimaniamo alla stretta attualità, andando a mettere il culo nelle pedate con un breve post sul referendum.
Chi non gli frega nulla di cosa ne penso in proposito, o ha già assolutamente deciso cosa voterà, può cliccare qui se maschio, qui se femmina.
A chi prosegue nella lettura, lascio un paio di considerazioni, con la premessa che non ho approfondito molto la questione, ma lo ha fatto una persona di cui mi fido ciecamente (della quale riporto un commento più articolato sotto), e tanto mi basta: io voterò no.
Principalmente perché mi pare che questa riforma non risolva nessuno dei problemi che qualcuno dice risolverà, mentre contiene vari aspetti inquietanti (maggiori dettagli sotto).
Inoltre mi fa molta impressione che una delle principali motivazioni che si sentono a sostegno del "sì" è che c'è bisogno di cambiamento, qualunque esso sia. Sarebbe come dire che siccome ci siamo rotti le scatole di avere le telecronache di Stegal, va bene che le faccia chiunque altro, anche Zonato.
Ecco, quando sarete nel segreto dell'urna con la vostra matita copiativa in mano, dove Dio vi avrebbe visto (ma non gli frega più nulla) e Marx no (e tanto è morto) immaginatevi alla prima di Coppa Italia dell'anno prossimo, con 5 ore filate di telecronaca di Zonato nelle orecchie. Vediamo se avete il fegato di votare sì...
La parola all'esperta
Io voto NO, convintamente, per una serie piuttosto lunga di ragioni.
Primo, ho letto con cura il testo della riforma, anzi, con le mie quinte al serale stiamo studiando insieme il testo comparato, come è, e come sarebbe.
Trovo che sia pieno di contraddizioni, parti poco chiare, astruso da leggere e anche da applicare.
Non porterà alla snellezza che promette, anzi rischia di impantanare il procedimento legislativo (diventano 4 le modalità di fare le leggi, sono difficili da distinguere, prevedono comunque un bicameralismo, pur se nella maggior parte dei casi - ma non tutti - imperfetto).
Dà maggiori poteri allo stato centrale togliendoli alle Regioni, andando contro la riforma del 2001 per la quale avevo votato sì (in compagnia di molti che oggi votano di nuovo sì...).
Dà maggiore potere al Governo (che ne ha già molti e li usa male) sul Parlamento, toglie la rappresentatività del popolo ad uno dei due rami del Parlamento (che comunque approverebbe le leggi costituzionali in regime di bicameralismo perfetto) senza che questo rappresenti davvero i territori.
Secondo. Insieme con la riforma elettorale (italicum, già in vigore) questa riforma rende possibile che una minoranza (anche del 20%) possa avere: la maggioranza alla Camera, dare la fiducia al Governo, scegliere il Presidente della Repubblica, influenzare pesantemente Corte Costituzionale, e Consiglio superiore della Magistratura (Attraverso un meccanismo di numeri che è facile dimostrare). Il tutto in nome della "governabilità" (ma io non voglio vivere in un paese "governabile", semmai vorrei un "buon governo") e a scapito della rappresentanza democratica. No, grazie!
Terzo, non condivido per nulla il metodo con cui si è arrivati qui. Questo referendum comporta e comporterà una grossa spaccatura, proprio sulla carta costituzionale che invece dovrebbe unire (e così ha fatto nel secondo dopoguerra)
Da questo punto di vista che vinca il sì o il no, il danno comunque è fatto. Purtroppo. (E ' una delle cose che mi rattrista di più)
Quarto, trovo illegittime le modalità di approvazione della riforma.
Maggioranze variabili, che hanno potuto contare su parlamentari eletti (nominati) attraverso una legge elettorale dichiarata incostituzionale dalla corte costituzionale.
Legittimati forse a fare una legge elettorale (ma l'italicum è secondo me pessima)
ma non di sicuro una riforma della Costituzione.
Inoltre è una legge di riforma presentata dal Governo che l'ha fatta diventare un suo prodotto sulla base del quale chiede la fiducia al popolo.
Molto grave! Nell'assemblea costituente i membri del governo non presenziavano neppure alle sedute per non influenzare l'assemblea...
Quinto, è una riforma ispirata e voluta dai poteri forti dell'economia finanziaria.
Ecco un estratto del documento il "rapporto sull’area euro", della società finanziaria J.P. Morgan (ritenuta responsabile della crisi dei mutui subprime del 2008, secondo l’inchiesta della procura di New York, attualmente impegnata nel salvataggio di Monte dei Paschi di Siena), (28 maggio 2013):
«all’inizio della crisi, si pensava che i problemi nazionali fossero di natura economica, ma si è poi capito che ci sono anche problemi di natura politica. Le Costituzioni e i sistemi politici dei Paesi della periferia meridionale, sorti in seguito alla caduta del fascismo, hanno caratteristiche non adatte al processo di integrazione economica, (...) e sono ancora determinati dalla reazione alla caduta delle dittature. Queste Costituzioni mostrano una forte influenza socialista, riflesso della forza politica che le sinistre conquistarono dopo la sconfitta del fascismo. Perciò questi sistemi politici periferici hanno, tipicamente, caratteristiche come: governi deboli rispetto ai parlamenti, stati centrali deboli rispetto alle regioni, tutela costituzionale del diritto al lavoro, consenso basato sul clientelismo politico, diritto di protestare contro ogni cambiamento. La crisi è la conseguenza di queste caratteristiche. (...) Ma qualcosa sta cambiando: test essenziale sarà l’Italia, dove il nuovo governo può chiaramente impegnarsi in importanti riforme politiche ».
Io lo trovo inquietante.
Sesto, trovo scandalosi gli slogan per il sì. In particolare quelli che dicono che votare sì significa diminuire i politici. Io voglio che ci siano sempre più politici, ovvero persne che si occupano del bene pubblico. Magari vorrei che ci fossero quelli, in Parlamento, invece che i deputati di carriera come la maggior parte di quelli che sono in parlamento ora perché scelti dai partiti e non dai cittadini (vedi la critica alla legge elettorale passata e presente di cui sopra).
Dire ai cittadini che si vuole meno politica è essere falsi, demagoghi o ipocriti.
Settimo, per quella che chiamo la "teoria della bicicletta". Quando arranco su per i passi dolimitici con mio marito impreco e mi viene da dire che il problema è la mia vecchia bici. Ma in cuor mio so bene che il problema sono le mie gambe poco allenate e i miei chili di troppo.
Il problema del nostro paese non è la Costituzione.
Potrebbe essere modificata, certo, nella parte del bicameralismo, secondo varie proposte che sono state presentate, ma la costituzione e il bicameralismo perfetto non possono essere identificati come la causa di nessuno dei mali di cui soffriamo oggi (quante buone leggi si sono fatte, e in fretta, quando c'è stata la volontà di farlo!)
Le responsabilità dei disastri attuali (economici e sociali) sono altre (politiche) e altrove (anche nelle scelte di politica economica sbagliate di questo governo).
Inutile voler cambiare la bicicletta (che peraltro, se pur vecchia, va ancora benissimo!) quando sono i ciclisti che non funzionano.
Ottavo, 20 ex presidenti e vicepresidenti della Corte Costituzionale si dichiarano per il NO. Ho letto alcuni dei loro testi critici e li condivido. Ci sono anche i costituzionalisti per il sì, ma meno e, secondo me, meno autorevoli.
Infine. Se mi chiedi se non c'è qualcosa di buono nella riforma, non posso mentire.
Alcuni cambiamenti che vengono lì proposti, li approverei. Ci stanno, e sono migliorativi.
Posso elencarteli, se vuoi.
Ma sono questioni secondarie, che non possono assolutamente controbilanciare le ragioni di cui sopra.
Vorrei tranquillizzare i lettori del blog di Dario: non ho nessuna intenzione di sostituirmi a Stegal, anzi, lunga vita a Stegal! Però non approfittatene, perché nel caso vi sbagliaste a mettere la crocetta oltre alla prima di Coppa Italia chiederò di fare da speaker anche all'Oricup, all'Inverno veneziano, alla o-marathon ...
RispondiEliminanoooooo, l'Oricup noooooooo!!!!!!
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