1 novembre 2016

Road to Finals

Il prossimo fine settimana in Toscana ci sono le Finals. Finale di Coppa Italia il sabato a San Gimignano, e finale di Sprint Race Tour domenica a Siena. Due gare sprint in centro storico, il mio pane. Mio e di Quell'Altro. Quindi bisognava prepararsi per bene, e io l'ho fatto.

Step 1 - Coppa del Trentino Sprint - Mezzolombardo
Sprint in centro storico, preparazione ideale. Ci ho corso già un po' troppe volte perché sia una allenamento davvero significativo, ma pazienza. A renderlo un po' più significativo ci pensa per fortuna la presenza di Carlo Cristellon, che due settimane prima mi ha privato della gioia del Triplete sui titoli trentini, strappandomi quello della long. E poi ci sono anche Ingemar e Eddy. Le Finals sono ancora sufficientemente lontane, quindi c'è una sola cosa da fare: vincere. E la faccio, con 11 migliori tempi su 17, e in altre 5 distacco dal miglior tempo uguale o inferiore ai 2''. Unico errore alla 5: non mi accorgo del giro da ovest. La posizione in carta del numero della lanterna non aiutava, ma  8'' sono un errore grave in una gara del genere. Comunque, primo con 50'' su Carlo e 2' e rotti su Eddy.

 

Step 2 - Val Adamè
Lunghissimo dalle parti dell'Adamello: con la preparazione di due gare in centro storico non c'entra una sega. Ma mi sono messo in testa che voglio andare in Val di Fumo in questo splendido autunno, e un lunghissimo al mese lo voglio comunque fare, perché mi piace e perché mi serve per sopravvivere alle garone che mi piace fare in estate. Ho preparato per bene il mio piano di azione, pernottamento in un alberghetto in val Daone (tagliatelle fatte in casa al ragù di cervo, polenta di patate, tosella alla griglia, insalata mista e meringata: il paradiso esiste) e partenza alle 5.30. La giornata scorre fantastica fino alla parte alla della Val Adamè, da dove devo salire (sotto una spettacolare vedretta) fino al bivacco Baroni e poi fino alla forcella che mi riporterà in val di Fumo. Prima c'è un po' di neve, poi un po' di più, poi decisamente troppa. Ma io proseguo. Dal minuto 1'54'' del video sottostante, proseguire è una cosa stupida e pericolosa (quei sassi non si vedono, sono sotto mezzo metro di neve, sia loro sia le voragini fra uno e l'altro), ma io proseguo. Al minuto 2'01'' quello che vedo io in loco sono tre strisce di neve di notevole pendenza, separate da due rocce. La strada giusta è quella in mezzo, ma i segnali sono sotto la neve. Provo a salire a destra, ma non ci riesco, provo a salire a sinistra, ma non ci riesco, dal centro, dove c'è il tipo con la maglietta verde, non se ne parla proprio. Probabilmente da sinistra riuscirei anche a salire, ma guardando sopra (dove nel video c'è il segnale bianco e rosso) vedo una cosa che assomiglia molto ad una parete quasi verticale di neve. È solo a quel punto che mi rendo conto che morire mi dispiacerebbe, soprattutto a due settimane dalla Finals. E torno indietro. Grazie ad un passaggio di due gitanti riesco ad arrivare a Brescia, da cui torno comodamente a casa in treno, dopo soli 45 km e neanche 3000 metri di dislivello.


Step 3 - Gara CSI a Pergine Valsugana
È un misto con più bosco che centro storico, ma a questo punto non si può fare troppo gli schizzinosi. Le Finals adesso sono proprio vicine, quindi c'è una sola cosa da fare: NON vincere.

Non è facile. In M35 non siamo in molti e ai miei avversari di giornata do in media almeno 7-8 minuti a gara. Però sento che posso farcela.

Non parto bene perché alla 1 ho già 10'' di vantaggio sul secondo, meno male che infrattarmi su per i rovi invece che andare subito al sentiero mi permette di perderne 20. Cercare di ammazzarmi giù per la 3 senza le scarpe chiodate però mi riporta in testa, e la 4 è troppo da correre per non fare il miglior tempo (seppur in condominio). C'è bisogno di una grande idea, di quelle risolutive, e la mia mente geniale la partorisce all'istante: facciamo finta che la 4 sia la 9, e comportiamoci di conseguenza.

Certo, non è facile, bisogna ignorare tutta una serie di elementi che dovrebbero farti capire che la 4 NON è la 9 (tipo un muretto e una casetta che ci sono in carta e nella realtà immediatamente a nord della 4, e che NON ci sono immediatamente a nord della 9), ma ho la forza psicologica per resistere a questo e ad altro. Ad esempio per resistere al fatto che salendo non incontro nessun grosso sentiero. Riesco ad ignorare il fatto che dovevo salire solo 5 curve, mentre io ne salgo 17 (diciassette! sic e sigh) prima di pensare che forse sono salito un po' troppo. È solo lassù, al limite delle nevi perenni, che mi accorgo che si è staccato lo spinotto che collega il cervello al resto del corpo, lo riattacco, e guardandomi intorno capisco nel giro di 5'' dove sono arrivato. 

A quel punto la NON vittoria è in tasca, e pazienza se mi sento il più deficiente degli orientisti deficienti: sono riuscito a perdere 8 minuti in un punto solo, senza neanche dare a vedere che in realtà era tutto premeditato. Però non sono ancora tranquillo. Mi ha raggiunto Nicola Bertoldi, che mi sembra essere il più serio candidato alla vittoria, e nelle due lanterne successive lo stacco troppo facilmente. C'è ancora parecchio da qui alla fine, e nell'orienteering non si sa mai.

Così mi servo di Francesco Raimondo per i miei loschi fini. Lui corre in 19-34, ma la carta è la stessa. Abbiamo punzonato insieme la 7 e andando alla 8, a circa 50 metri dal punto, si butta in una canaletta a sinistra. Vedo che punzona, SO BENISSIMO che non è la nostra, ma lo seguo facendo finta di niente e portandomi dietro anche Nicola Bertoldi, che ha visto che seguivo Francesco Raimondo, e non può capire quanto io sia astuto. Naturalmente a nessuno dei 2 passa per la mente di controllare il codice della lanterna. A nessuno di loro due, intendo, perché io so benissimo che è quella sbagliata. Ovviamente non posso far vedere che so di aver fatto PE e quindi proseguo come nulla fosse, e come volessi recuperare a tutti i costi il tempo perso.

Lo faccio in modo talmente efficace che perdo ancora 1'20'' alla 9, prima scegliendo consapevolmente la via più del cavolo per arrivarci e poi guardando stranito la torretta per 10'' prima di rassegnarmi al fatto che quella che dovevo cercare era una mangiatoia. Poi perdo un altro minutino scegliendo probabilmente il lato giusto per andare alla 10 ma
a) mancando il praticello che mi avrebbe fatto risparmiare 100 metri
b) andando a schiantarmi contro un cancello non visto (e in verità segnato come un muretto) che mi costringe ad un lungo aggiramento del padiglione più grande dell'ex manicomio di Pergine

A quel punto posso permettermi di fare il miglior tempo sulla 11 (ben 1'' più veloce del misterioso Bee, atleta che non ho mai sentito nominare e che avrebbe vinto se alla 17 non avesse inspiegabilmente perso 10 minuto) prima di fare appositamente la scelta sbagliata alla 12, in modo da potermi poi permettere 7 migliori tempi da lì alla fine.

Chiudo ultimo degli squalificati. Viatico eccellente in vista delle Finals.

 

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