Arriva l'8 settembre 2019, io mi sono preparato per mesi (o forse per anni, dato che per essere pronto per il TOR di km, metri D+ e D- e giorni e notti fra le montagne devi averne messi da parte parecchi) e sto di merda. A due ore dalla partenza annoto sul mio diario "L'ansia è a livelli altissimi. Almeno qui posso portarla a spasso per i monti e mescolarmi con gli altri". Il fisico è pronto, tutto il resto non lo è mai stato di meno di così. Speriamo che il TOR sia la cura.
Gli organizzatori hanno un debole per Vasco Rossi, che io ho sempre cordialmente detestato. Nell'attesa del via i due poliedrici speaker fanno ascoltare gli "inni" delle prime 9 edizioni, e sono quasi tutte canzoni sue, cosa che non aiuta il mio morale scassato. Mangio quasi fino all'ultimo prima di partire, che tanto di calorie me ne serviranno parecchie e il ritmo di partenza non sarà di quelli che bloccano la digestione. E parto.



In una gara "normale" è una di quelle salite che ti ammazzerebbero, ma qui si prende a ritmo ragionevole, e allora i 1000 zig zag prima della cima sembrano quasi piacevoli. L'ultimo pezzo, con la luce della giornata che finisce e il Monte Bianco subito dietro le spalle, è a prova di depressi, e come lui la discesa all'ultima luce del giorno, con una pendenza tutta da correre (ma si passa accanto al cippo che ricorda che qui, in un posto senza nessuna difficoltà, due anni fa un concorrente ci è morto), fin sul fondo della valle dove sta la prima base vita di Valgrisenche. Prima di arrivarci, qualche km di falsopiano in salita, che prendo molto molto con calma.
Io e Luca e arriviamo insieme alla base vita, ma con programmi diversi. Lui mangia qualcosa e riparte, io voglio dichiarare chiuso il giorno 1, anche se sono da poco passate le 10, e me la prendo con calma: doccia, massaggi e tentativo di dormita (e mangio pure, ma non mi ricordo più né cosa né quando...). Con il senno di poi, superflui doccia e massaggi, velleitario il tentativo di dormita. Mi fanno accomodare in un camerone con una decina di letti a castello e altre brande, e sono solo. Sembra il paradiso e mi appisolo subito su una branda, con l'obiettivo di dormire un'ora. Dopo mezzora il paradiso finisce bruscamente con l'ingresso di altre 2-5-10 persone, che iniziano a fare un gran casino. Contrariatissimo, dopo un ancora più velleitario tentativo di ottenere un po' di silenzio, rimetto le mie cose nella borsa gialla e riparto, dopo una sosta di poco più di un'ora in tutto.
Come al solito il primo impatto appena usciti dalla base vita è tragico: tanto freddo e tanto buio. E l'alba è tanto lontana. E sono tanto solo.
Vai alla prossima puntata.
Vai alla puntata precedente.
Vai alla prossima puntata.
Vai alla puntata precedente.
Nessun commento:
Posta un commento
non lasciate commenti anonimi, suvvia...