11 giugno 2022

Coppa Italia in Cansiglio

La Foresta del Cansiglio è uno di quei luoghi magici in cui gli orientisti bravi incontrano fate e folletti che regalano loro paioli pieni di monete d'oro, e quelli cattivi vengono cucinati dalle streghe. Io, nella mia tardiva ma ormai lunghetta carriera orientistica, non ci avevo mai trovato un penny e ci ero già stato fatto al forno, in padella e pure in salmì.

Ma gli ultimi risultati sembrano sorridermi e allora mi ci ripresento con immutato e giovanile ardore, che chissà mai che almeno uno gnomo prima o poi mi appaia. E poi per "motivi famigliari" ho dovuto saltare la sprint a Treviso, che era la "mia" gara, quindi sono in credito con il destino. E poi mi piace molto correre sul 15.000.

Parterre de roi, per quanto lo conceda questo (lungo) periodo balordo, dove dei miei avversari dei bei tempi, alcuni sono via per guai fisici (Denny), alcuni sono in pensione (Re Carlo), alcuni in anno sabbatico prolungato (i Cristellon Brothers), di qualcuno si sono perse le tracce (Buselli), qualcuno è stato rapito dagli alieni (il Perfido Ruggero), e vari vanno e vengono sparpagliati fra M35, M40 e M45 (i Grassi Brother, Pin). I roi di oggi sono Emiliano Corona, Lorenzo Vivian, Matteo Morara, Davide Martignago, Michele Ausermiller e Tommaso Civera: non malissimo...

Nelle due chiacchiere pre-gara con Emiliano, mi dice che il bosco è una specie di Monte Livata del nord, e io adoro Monte Livata e ci ho pure vinto una long di Coppa Italia, tanti anni fa. Sembra un ottimo auspicio; meno il fatto che per sbaglio mi sia portato dietro i pantaloncini lunghi di mia moglie invece dei miei corti, e che mi avvii in partenza senza aver preso la pozione anti asma (ma mi ricordo in tempo per tornare a doparmi).
 
Nei 2 km con 370 metri di dislivello per arrivare in partenza, risulta chiaro che la temperatura è gradevole, ma l'umidità è quella della foresta equatoriale, quindi sarà dura. Ma risulta chiaro anche che la faggeta lassù è proprio splendida e siamo nella stagione migliore per godersela. E allora godiamocela.

(Per chi si fosse già stufato di leggere, la gara può essere comodamente seguita in differita sullo splendido e divertentissimo Livelox, purtroppo senza la traccia di Emiliano, che non l'ha caricata. Per gli/le altre/i, proseguiamo).

Il Tracciator Gentile (Federico Venezian) prima di scaraventarci nella zona più ostica e di sottoporci la tratta da 20 cm, ci fa prendere un po' di misure con il bosco. Le prendo talmente bene che alla 3 sono in testa con 5 secondi su Emiliano. Purtroppo non dura, perché mi faccio intimorire dal vallone polimorfo prima della 4 e faccio una scelta un po' troppo prudente, che mi fa perdere 40'' e la testa della gara, che non vedrò mai più.

Assieme a quella della gara, fortunatamente non perdo anche la mia, di testa, e anzi dalla 5 alla 8 rosicchio un po' di secondi a Corona (4+1+2+4), nonostante una scelta decisamente troppo pavida alla 8, dove, come fa Vivian, potevo puntare deciso il collinone lasciando la strada al praticello.

Dopo l'errorino di incertezza alla 9 (prendo il primo praticello per il secondo) il primo vero svarione di giornata è alla 10: sto prendendo Civera, lui va molto a sinistra, penso "stavolta non mi faccio fregare, lui è troppo a sinistra, non lo seguo e vado a destra". Solo che invece aveva ragione lui e ci lascio 1'. Il secondo posto lo avevo già lasciato a Lorenzo alla 9, ma me lo riprendo alla 12, grazie a due migliori tempi di tratta guadagnati con un po' di attenzione e molte gambe (e ad un inspiegabile errore di 1' di Vivian alla 12).

Poi è tempo di Tratta Lunga, che è lunga proprio. Sono l'unico a scegliere la strada alta, che ha parecchie meno curvette, e stando a Livelox è una ottima idea, dato che a metà tratta sono davanti a tutti (tolto Emi, di cui nulla sappiamo). Però poi era meglio rimanere alti come ha fatto Morara, che in cambio di qualche sicurezza in meno risparmia 20'' (ma rimane comunque abbondantemente dietro, per una condotta di gara meno brillante del solito).
 
Siamo dunque giunti nella Maledetta Zona Carsica, dove in un fazzoletto di bosco sono consapevole di poter perdere ore (come da queste parti ho già fatto in zona analoga un anno fa...). 
 
Ebbene, alla 13, ingresso ufficiale del Triangolo Delle Bermuda, la classifica è la seguente
 
1° Emiliano Corona
2° Dario Pedrotti + 2'2''
3° Lorenzo Vivian + 2'59''
4° Matteo Morara + 4'12''

alla 19, uscita ufficiale dal TdB, la classifica è la seguente

1° Emiliano Corona
2° Dario Pedrotti + 2'47''
3° Matteo Morara + 4'13''
4° Lorenzo Vivian + 5'20''

in pratica, rallento (!), mi aggrappo alla cartina con le unghie e con i denti (e con i miei preziosissimi occhialetti da Geppetto che mi rovinano il sex appeal ma mi fanno leggere moooolto meglio), conto ogni buca e ogni dossetto, e se non fosse che per la 19 faccio una scelta decisamente troppo prudente (livelox dice che io a scendere lungo la dorsale percorro 219 metri, le persone normali ad andare in direzione ne percorrono 158) finirei addirittura per guadagnare su tutti.

In ogni caso c'è ancora tutto il tempo per mandare tutto alle ortiche (anche in senso metaforico, dato che in senso stretto di ortiche ne ho già attraversate parecchie, come le mie gambe mi ricorderanno bene nelle 12 ore successive). E per una volta posso anche dire di avere avuto un po' di sfiga.

Acquattato alla 19, con l'aria di uno che evidentemente non sa in che continente si trova, c'è un atleta che conosco bene e che mi chiede "scusa, hai un po' di tempo da perdere?". A quel punto, nell'ordine

1) perdo 1'' a pensare "ma che ca**o di domanda è???"
2) perdo 1'' a rispondergli "a dire il vero no"
3) perdo metà della concentrazione nel minuto successivo, divorato dai sensi di colpa
4) sbaglio scelta alla grande
 
La scelta giusta è quella di Daniele Martignago, che risale 4 curve verso sud ovest, e poi si butta giù per il sentierone (1500 metri). Second best quella di Vivian, che per qualche oscuro motivo lascia il sentierone molto presto e la allunga di un bel po' (1800 metri). La mia (2334 metri) è meno peggio solo di quella di Morara (2673 metri), ma solo perché lui quando arriva, molto prima di me, sul sentierino che lo potrebbe salvare, non lo riconosce e prosegue verso l'inferno. L'unico motivo per cui in livelox la mia traccia è verdina e perdo solo 1'10'' da Lorenzo, è che da quando arrivo sul sentiero, fino alla 20, corro dandomi delle pedate nel culo e insultandomi ferocemente per l'abominio commesso.

Abominio che alla fine non mi costerà nulla, dato che Emiliano su quella tratta mi dà solo 4 dei 6 minuti che ci separeranno alla fine, e che Lorenzo, e tutti gli altri, rimarranno comunque dietro. 

Sono uscito vivo dal Cansiglio 😀
In una gara che in tutte le categorie ha fatto vittime illustrissime, chi con distacchi abissali, chi con ignominioso ritiro per disperazione 😁
 

 

9 commenti:

  1. Purtroppo avevo il GPS non funzionante... comunque ho fatto una gara abbastanza pulita senza grossi errori. Nella scelta lunga sono stato sulla strada in basso nella prima parte e poi alto e dritto nella seconda parte dopo aver attraversato lo stradello che portava in partenza. Nel finale per la 20 sono passato poco sotto i punti 13 e 14 scendendo nel ripido fino al sentierino poco prima della valle fonda. Per gli altri punti bastava andare diritti... 😏

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  2. Che dire … correre in Cansiglio è un’esperienza da non perdere, sia che ci troviamo ad Archeton, Vallorch, Taffarel, in Valsalega, alla Crosetta e via di questo passo. E cimentarsi con i tracciati è altrettanto una bella esperienza, stimolante e spesso gratificante anche se, diciamocelo, con cartine del genere, il compito non è esattamente proibitivo. Tuttavia, qualcosa può essere sempre migliorato.
    In primo luogo la logistica. Non so quanti abbiano apprezzato quei 1300 m. di passeggiata (2100 per i camperisti) tra il parcheggio e il ritrovo, con borse, sedie, tende e cani al seguito. E in caso di maltempo?
    Che dire poi di quei 285 m. di salita, tutti belli ripidi, per raggiungere la partenza? E in caso di maltempo?
    Ma logistica a parte mi soffermerei su alcuni aspetti che andrebbero maggiormente curati dai nostri tracciatori di terzo livello. Ho qui sottomano il mio percorso (categoria anziani) e ancora non riesco a comprendere la logica di un primo punto “in strada”. Siamo d’accordo, la prima lanterna non va posata in un labirinto, per evitare immediati assembramenti, come tra l’altro stabilito da ancora vigenti norme sanitarie, ma neanche sprecare un tratto di 500 m. in questo modo.
    Seconda cosa: con una tale carta a disposizione, che senso ha proporre un occhiello (loop per gli anglofoni) con conseguente incrocio nella zona più tecnica? Risultato: sette punti di controllo in un’area di neanche un terzo di kmq con conseguente andirivieni di concorrenti che proprio in quell’area hanno lasciato 15, 30, 45 minuti. Vedere i tempi intermedi (si dai, gli split time) per credere.
    Terza cosa: il penultimo tratto. Quasi un km in linea d’aria. E dove viene piazzato il punto? 50 m. dopo l’unica e chiara linea d’arresto: il sentiero che portava alla partenza bassa. Al primo corso di tracciamento che seguii a Lavarone, nell’86 se non sbaglio, mi insegnarono (e approfitto per citare Bruno Bosin) che per le categorie agonistiche i punti di controllo vanno posizionati ben PRIMA delle linee d’arresto, a maggior ragione al termine di un tratto lungo. Il motivo è intuibile. O no?
    Ultima cosa: l’arrivo. Sempre riferendomi alle regole di tracciamento, che a quanto pare sono state cambiate, e di molto, gli arrivi in discesa sono sempre da evitare. Sono pericolosi, ci si può far male, i concorrenti più preparati sfrecciano e si lanciano lungo il pendio a rotta di collo, il pubblico neanche li vede. Se poi ci piazziamo una bella curva a gomito al termine della ripida discesa la frittata è servita. Ma ce la immaginiamo l’ecatombe di concorrenti su quella curva in caso di pioggia?
    La domanda da porci (accento acuto mi raccomando) a questo punto è: ma esiste in Fiso un organo, una commissione, un primo ministro, qualcuno insomma che mette in risalto o che tira gli orecchi al lavoro svolto dagli organizzatori? O va sempre tutto bene madama la marchesa?

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  3. Il tracciatore è Luca Rosato non Federico Venezian,hanno usato solo il suo nome perché chi ha tracciato nella realtà,il controllore,non aveva l'abilità di terzo livello.

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    1. Andiamo bene! Delegato Tecnicooo ... se ci sei batti un colpo!

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  4. Ciao a tutti. Mi giunge solo adesso la notizia di questo articolo,purtroppo è il mio nome ufficialmente quello riportato ma io non ho né tracciato né controllato i percorsi e su tante cose non sono stato d'accordo. Per il resto sono d'accordo anche con le osservazioni tecniche che fa Stefano,nulla da dire..

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  5. Ciao a tutti! Dal momento che mi fischiano le orecchie ci terrei a fare alcune precisazioni.
    Fermo restando che apprezzo le critiche e le osservazioni costruttive tanto quanto, se non di più, i complimenti, ci terrei comunque a fornire le motivazioni di alcune scelte che sono state fatte.
    1- logistica Parcheggi - ritrovo e ritrovo-partenza: purtroppo non si possono costringere i proprietari terrieri a concedere spazi necessari per il loro sostentamento (produzione di foraggio per le bestie che producono i prodotti a marchio d.o.p.), quindi il ritrovo è stato posizionato nell'unico posto fruibile.
    Inerente a questo aspetto, ma anche al posizionamento delle partenze, c'è un altro purtroppo: non si possono spianare le montagne. Le aree gara che si volevano sfruttare sono separate dalla piana dal rampone che la costeggia: quest'ultimo volevo evitare di proporlo a tutti i concorrenti in gara in salita (anche perché, realisticamente, avrebbero potuto affrontarlo solo gli ME).
    Da qui la scelta di tenere le categorie più lente in una zona bassa (anche per ovviare i problemi della discesa). La partenza dev'essere montata e necessita di materiali pesanti, da qui il compromesso ottenuto tra la maggior vicinanza al ritrovo, la maggior capacità di evitare dislivello inutile nei percorsi per poterli tenere filanti, una buona disponibilità di primi punti e variabilità flussi e la maggior facilità di trasporto utenze.
    Per quanto riguarda la M65, guardando i tempi di Vallorch 2016, la velocità media era di circa 6'30"/km se non erro. Su un bosco facile come quello della zona bassa, non era fattibile un percorso da 50 min circa, se non con orribili scarpinate per far salire la componente dislivello: da qui la scelta della partenza in alto.
    Il percorso poi è stato sviluppato considerando che, a quest'età, c'è più predilezione per scelte tecniche e di navigazione piuttosto che scelte che prediligano l'uso di sentieri ed alte velocità di corsa (aspetti proposti maggiormente in categorie giovanili ed assolute): ergo, è stato scelto un flusso che comprendesse prevalentemente la zona più tecnica della mappa: ne consegue che ho alzato i tempi di percorrenza di 1'/km e di 30 " di margine (ho gli excell per tutte le categorie), contanto la velocità di svolgimento a 8'/km. 6 km sforzo * 8 min/km sforzo = 48 min.

    ...to be continued

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  6. ...continuazione:

    Vedendo i tempi su winsplit senza errori, 3 concorrenti sarebbero stati sulla media dei 50 min, così come il vincitore di categoria, quindi desumo che lo sforzo fisico richiesto fosse adeguato.
    Sul posizionamento dei punti, o meglio, sulla scelta di per quali punti far transitare il percorso sono stati fatti dei compromessi, dato che c'erano altri 16 tracciati con P1 oltre alla M65, tra cui la M14. Il primo punto su strada era facile, ok, ma offriva comunque una scelta di taglio (la migliore) che doveva comunque essere ben eseguita. Per quanto riguarda il loop, personalmente lo ritenevo sufficientemente ampio, con punti lontani dal fine mappa e che consentiva dei cambi di direzione con punti un po' più ravvicinati: non penso che i 15-30-45 min di errore fossero dovuti a difficoltà di lettura introdotte dalla grafica o ai concorrenti che erano in zona, quanto alla complessità morfologica della zona (che nella maggior parte delle altre categorie -tranne alcune supermaster e la ME che aveva poi numerose altre scelte- ho tenuto per ultima).
    Per quanto riguarda la tratta finale, mi rendo conto che non fosse la migliore possibile, ma in questo caso la cosa che mi premeva di più era disincentivare scelte giù per il declivio più ripido: i punti disponibili prima del sentiero d'arresto erano comunque facili e la tratta sarebbe cambiata di pochissimo: anzi, avrebbe tolto la scelta di risalire o di fare costa fino alla cento.
    Effettivamente, ho considerato più importante il tragitto per arrivare alle lanterne ed il corretto posizionamento, meno la vicinanza a linee d'arresto molto evidenti.
    Sulla curva a gomito del finish è stata scelta altrui.

    Con questo papirozzo non voglio affatto sminuire le osservazioni proposte, di cui farò tesoro per gli aspetti che mi possono competere qualora abbia altre occasioni di cimentarmi in tracciati boschivi.
    Col senno di poi so che ho fatto qualche errore e che certe cose potevano essere evitate e saranno evitabili.
    In generale, ho cercato comunque di proporre una long che fosse tale e non una middle allungata, con tratte lunghe interessanti: è risultata più tosta del previsto a causa di un terreno più pesante ed umido e con sentierini meno evidenti rispetto al controllo punti di maggio. Spero comunque che ci si sia divertiti!

    Luca Rosato

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