Già che ci sono, scrivo anche di questo, così mi tolgo il pensiero e avrò qualche pagina in più da rileggermi quando sarò pensionato (???).
E' l'ultimo giorno di scuola, solo che contrariamente a quello vero, qui non abbiamo davanti le vacanze estive, ma un lunghissimo inverno senza gare nazionali in cui ritrovarci in pigiama in luoghi improbabili a cercare pezzi di tela in mezzzo ai boschi e alle case. Sigh.
Siamo in Val Belluna, il sabato si corre la finale di Coppa Italia "city" o come si chiama, la domenica quella "forest". Io fra il sabato e la domenica per fortuna torno a casa, perché il sabato ho dimenticato a casa la pozione per l'asma e ormai sono troppo master per correre senza.
Durante il riscaldamento del sabato, in forma breve perché con Chiara ci siamo persi come due pivelli nei dintorni di Mel, mi rendo conto che è una settimana che non corro, e l'ultima volta erano i 50 km dell'ultima tappa del Maira Occitan Trail: e cosa c'è di meglio che correre una sprint in centro storico senza gambe e senza polmoni?
Fortuna che sono giovane e illuso e penso di potermela cavare comunque. Talmente giovane e talmente illuso che quasi quasi mi va bene davvero. Già andando alla 1 è evidente che quel litro di aria in più mi mancherà un sacco, ma cerco di compensare con l'entusiasmo e alla 3 sono in testa con 8'' su Emiliano (facciamo finta che Davide Martignago, che fa PE alla penultima, dove era abbondantemente in testa, non sia neanche partito).4-5-6-7 non sono complicatissime, e non lo sarebbe neanche la 8, se non ce ne fosse lì una poco lontana che induce moltissimo in tentazione, e io ci casco, perdendo 14'' e il primo posto. Per la 10 mi spolmono l'unico polmone disponibile e alla 11 l'ipossia cerebrale conclamata mi impedisce di vedere la scelta più sensata che scendeva ad ovest. Perdo 19'' e ciao ciao. Nel finale, dopo alcune lanterne corse di branchie, perdo il segno, un portico e 10'' alla 18, e concludo 2° a 24'' da Emiliano, che non sarebbe neanche male, se non fosse che la stupidaggine più grande l'ho commessa prima di partire da casa.
Il giorno dopo ho i polmoni in regola, ma la carta mi è decisamente meno favorevole. E' una carta bella e stranissima, con pochissimo dislivello, vegetazione ostica e tanti sassi, sul letto del torrente Piave o almeno quello che un tempo lo era.Faccio quello che posso con un warm-up molto prolungato e alla fine mi sembra pure di capirci qualcosa, ma mando tutto in vacca già alla 2, quando decido di andarci lungo i sentieri, ma non ho la pazienza di controllare bene i bivi e ben presto sono perso in mezzo alla jungla. Non sono neanche abbastanza audace da essere aiutato dalla fortuna, così quando incontro una lanterna non è una delle mie e quando arrivo in un prato apparentemente inconfondibile, non lo trovo in carta perché è segnato come semi aperto. Quando finalmente arrivo al sentierone a nord che era la mia ultima spaggia, sono passati secoli e ho perso 7 minuti abbondanti dai primi.
Da lì alla fine tento di salvare il salvabile e mi comporto discretamente, strappando anche 3 migliori tempo e un paio di secondi e di terzi, ma Morara, Corona e Martignago sono di un altro pianeta, e chiudo sesto, a 10-13 minuti da loro, e dietro anche a Vivian e Neuhauser.
Buon inverno. Sigh.
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