La cartina è quella di Malè+Croviana, dove ho già corso qualche anno fa e la griglia in M35 è piuttosto scarna, ma con il solito duo Corradini&Cipriani a renderla succosa. Quest'anno mi hanno già battuto un numero imprecisato di volte, dopo che un numero imprecisato di volte ho pensato "oggi li batto". Così questa volta mi limito a pensare "se non li batto oggi in centro storico, non li batterò mai più".
Il tempo è brutto ma non infame come nel resto del Trentino, e alla partenza delle ore 11 non piove e la temperatura non è neanche troppo polare. La formula è quella della partenza in massa con multi farfalle, per cui nessuno ha la stessa sequenza ma la sequenza è obbligata (e dopo le mie ultime performance ringrazio sentitamente il Bezzi per la scelta).
Il riscaldamento è molto approssimativo, così come il tentativo di concentrazione, e alla prima lanterna arrivo qualche secondo dopo un ucraino che aveva fatto il giro da sotto, decisamente più corto (ma io avevo in mente il parco davanti al teatro dove c'erano gli spogliatoi, e in automatico ho rifatto la strada da cui ero venuto). Dopo la 2 stacco l'ucraino e mi avvio in compagnia Fabio Marsoner. Le gambe non le sento molto bene, ma se vado al suo ritmo tanto male non devono andare.
Le nostre strade si separano già alla 3 e proseguo attraverso il centro di Malè con il primo passaggio dalla 100, con un buon anticipo sulle scelte successive. La seconda ala non richiede grandi scelte ma solo un minimo di precisione di lettura, e così la terza.
La quarta offre un percorso un po' spezzettato quasi sotto la linea rossa, ma opto per il giro largo sulla strada principale che richiede meno sforzo di lettura. Alla chiusura dell'ultima ala sono ancora ben concentrato e vedo il Cip che punzona un paio di secondi dietro di me. Dopo il briciolo di attenzione richiesto dalla 17 si corre fino alla 22. Andrea rimane sempre dietro, ma non capisco se fatica a tenere il passo o si tiene per dopo. Andando alla 23 perdo per un attimo il contatto con la carta sulla stradina lungo i frutteti, e mi fermo all'incrocio facendomi superare. Ma alla lanterna sono già di nuovo davanti. Per la 24 c'è un minimo di salita che prosegue per la 25 e mi sembra di non sentire più il Cip alle spalle, ma non mi volto. Alla fine della discesa dopo la 25 do fondo a tutte le mie energie residue, che ri rivelano inaspettatamente abbondanti. In quel momento il pensiero che mi passa per la mente è "se mi supera adesso, bravo lui". Riguardo 20 volte la carta per prendere bene la 26, che mi sembra uno di quei tipici punti su cui si possono buttare le gare per un errore di lettura, e pur continuando a non vedere traccia dell'inseguitore spingo fino alla fine, cuidendo con 30 secondi di vantaggio sul Cip.
Nicolò, che pensavo già sotto la doccia, arriverà solo due minuti e mezzo dopo, incredulo per non averci mai visto durante la gara, e affermando di non avere sbagliato quasi nulla (ma gli split dicono che alla 18 un po' di casino deve averlo fatto).
La settimana di Venezia non poteva iniziare in modo migliore.
Il tempo è brutto ma non infame come nel resto del Trentino, e alla partenza delle ore 11 non piove e la temperatura non è neanche troppo polare. La formula è quella della partenza in massa con multi farfalle, per cui nessuno ha la stessa sequenza ma la sequenza è obbligata (e dopo le mie ultime performance ringrazio sentitamente il Bezzi per la scelta).
Il riscaldamento è molto approssimativo, così come il tentativo di concentrazione, e alla prima lanterna arrivo qualche secondo dopo un ucraino che aveva fatto il giro da sotto, decisamente più corto (ma io avevo in mente il parco davanti al teatro dove c'erano gli spogliatoi, e in automatico ho rifatto la strada da cui ero venuto). Dopo la 2 stacco l'ucraino e mi avvio in compagnia Fabio Marsoner. Le gambe non le sento molto bene, ma se vado al suo ritmo tanto male non devono andare.
Le nostre strade si separano già alla 3 e proseguo attraverso il centro di Malè con il primo passaggio dalla 100, con un buon anticipo sulle scelte successive. La seconda ala non richiede grandi scelte ma solo un minimo di precisione di lettura, e così la terza.
La quarta offre un percorso un po' spezzettato quasi sotto la linea rossa, ma opto per il giro largo sulla strada principale che richiede meno sforzo di lettura. Alla chiusura dell'ultima ala sono ancora ben concentrato e vedo il Cip che punzona un paio di secondi dietro di me. Dopo il briciolo di attenzione richiesto dalla 17 si corre fino alla 22. Andrea rimane sempre dietro, ma non capisco se fatica a tenere il passo o si tiene per dopo. Andando alla 23 perdo per un attimo il contatto con la carta sulla stradina lungo i frutteti, e mi fermo all'incrocio facendomi superare. Ma alla lanterna sono già di nuovo davanti. Per la 24 c'è un minimo di salita che prosegue per la 25 e mi sembra di non sentire più il Cip alle spalle, ma non mi volto. Alla fine della discesa dopo la 25 do fondo a tutte le mie energie residue, che ri rivelano inaspettatamente abbondanti. In quel momento il pensiero che mi passa per la mente è "se mi supera adesso, bravo lui". Riguardo 20 volte la carta per prendere bene la 26, che mi sembra uno di quei tipici punti su cui si possono buttare le gare per un errore di lettura, e pur continuando a non vedere traccia dell'inseguitore spingo fino alla fine, cuidendo con 30 secondi di vantaggio sul Cip.
Nicolò, che pensavo già sotto la doccia, arriverà solo due minuti e mezzo dopo, incredulo per non averci mai visto durante la gara, e affermando di non avere sbagliato quasi nulla (ma gli split dicono che alla 18 un po' di casino deve averlo fatto).
La settimana di Venezia non poteva iniziare in modo migliore.
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