16 novembre 2010

Ah, Venezia

...ma potrebbe anche essere "Venezia è sempre Venezia", non ho mai capito quale sia la citazione giusta da Indiana Jones, comunque sono d'accordo con tutte e due. Era la mia città preferita da piccolo, lo è da grande, e venirci a fare orienteering mi diverte sempre come un bambino alle giostre.

Quest'anno ero venuto con un solo obiettivo: vincere la M35. Sì, c'era anche la rivincita con Visioli dopo la battaglia del 2009 che mi aveva spinto ad iniziare questo blog, ma era un dettaglio. Io volevo vincere.

Per chi il MOV l'ha già corso, non c'è niente da descrivere, perchè sa già tutto, per chi non c'è mai stato, neanche, perchè tanto non capirebbe nulla. Il meeting di Venezia è semplicemente il meeting di Venezia, con problemi annosi che sempre avrà (tipo che ci sono un fottio di tursti e un discreto numero di veneziani incazzati in giro per la città), e un fascino che credo nessuna altra gara cittadina potrà mai avere.

Il tempo è discreto, temperatura più che accettabile e cielo coperto solo quel tanto da tenere a casa almeno qualche turista pavido. Quando sbarco in laguna dal pullman partito ad ore 5.30 da Trento, in giro c'è ancora poca gente, quasi solo giapponesi e sciami di persone con pigiami dagli improbabili colori, parastinchi e zainetto con la seggiola in metallo incorporata.


Parto a 3:06 e dedico un po' del tempo prima della partenza alla fotografia: di Venezia hanno già fotografato ogni pietra e ogni piccione ed è praticamente impossibile fare uno scatto che non sia banale, però i primi atleti fra i vicoli danno qualche spunto. O almeno lo danno a chi guarda con l'occhio annebbiato dell'orientista prima del via. A proposito di occhi, mentre faccio il riscaldamento, incrocio quelli di Osterbo, e rimango davvero impressionato dal suo sguardo che sembra puntato su un altro pianeta. Non ha l'aria di uno che se la tira, ma solo di uno concentrato al massimo. Quanto a concentrazione anch'io cerco di fare del mio meglio. So che Carbone parte 9 minuti prima di me e Hueller 3, ma preferisco non guardare quale sia la loro prima scelta, per non farmi influenzare. Il tracciatore quest'anno ha optato per le farfalle, e, dato che solo alla fine scoprirò che tutti le hanno uguali, parto convinto che se anche prendessi uno dei due, probabilmente non me ne accorgerei.

Tanto per mettere subito le cose in chiaro, non passano 10 metri che bisogna già fare la prima scelta e le tratte di pura corsa saranno veramente pochissime. Però riesco da subito ad anticipare abbastanza le scelte e a correre leggendo senza perdermi bivi o schiantarmi contro le persone. La 1 è nel primo vicolo cieco della giornata, che alla fine della gara saranno davvero tantissimi. E' stata evidentemente una scelta deliberata da parte del tracciatore, e non so dire se sia una buona idea. Sicuramente ha aumentato di molto le possibilità di scontrarsi con altri atleti, dato che in molti casi le lanterne, o peggio ancora i centri delle farfalle, erano in vicoli molto stretti.

Dopo la 2 ho il primo attimo di sbandamento, ma si parla di un paio di secondi, e poi mi aspetta già Rialto, che alle 12.30 passate è un gran caos. Mi tengo nella parte esterna, ma devo comunque fare slalom. Nel successivo "lungo Canal Grande" devo cercare contemporaneamente di capire le scelte da fare dopo, di evitare i concorrenti nel senso contrario al mio, e di non centrare i camerieri che escono a chiamare i clienti dei cari ristoranti che si affacciano sulla via. Arrivo alla 3, il centro della prima farfalla, con la scelta più corta e che richiede più lettura di carta, ma sono partito da talmente poco che posso permettermelo. La 4 e la 5 sono vicine ma interessanti, e sempre con buon anticipo torno alla 6. 7, 8 e 9 sono piuttosto semplici, ma alla 9 per la prima volta non preparo l'uscita dal punto e perdo qualche secondo nel capire dove andare. Dopo il nuovo centro farfalla della 10 bisogna superare di nuovo il Canal Grande, e mi pare di capire che sia meglio tornare da Rialto. Dato che la distanza da A a B non è uguale a quella da B ad A (...), faccio una scelta di percorso piuttosto diversa da quella di prima, arrischiandomi in una zona a grande traffico (con risultati sufficienti) e puntando a leggere meno possibile.

Superato con parecchie difficoltà Rialto, passo dalla 16 cercando di memorizzare il percorso che dovrò fare poi, e arrivo facilmente alla 11. Subito dopo ho il secondo micro smarrimento di giornata, dovuto alla forma strana del ponte su cui si trova la lanterna. In realtà sono nel posto dove dovrei essere, ma perdo una decina di secondi per capirlo. La 12 è in un nuovo profondo vicolo cieco, e anche la 13 richiede andata e ritorno, comunque torno agevolmente al centro della farfalla e riparto per la 15. Da queste parti incrocio Hueller, ma sono ancora convinto che lui possa avere una sequenza diversa e non ci faccio molto caso. Dopo una scelta di percorso forse non felicissima per la 16, imbocco la via nota per andare alla 17 ed uscire dalla seconda farfalla. Arrivo veloce alla 18, ma mi distraggo in uscita dal punto e di nuovo ho qualche secondo di smarrimento. Mi ritrovo prima di fare danni e mi avvio verso il super vicolo cieco ad U della 19. Decido che il tracciatore l'ha messa in quel posto assurdo per darci il tempo di preparare la tratta successiva e quindi provo a farlo. Il risultato non è un granchè, dato che non scelgo nè la più corta nè la più scorrevole, ma al momento non lo so e proseguo nel sempre più arduo esercizio di evitamento delle altre persone, con sorpassi molto azzardati sugli altri orientisti, e gentilezze a profusione con turisti e autoctoni.

Dopo l'ennesimo vicolo cieco della 20 arrivo finalmente in una zona scarsamente popolata, e infatti subisco l'unico vero schianto di giornata contro un elite che arriva a tutta velocità e mi si pianta nel costato (complice anche la mia non perfetta tenuta della destra...). Due tizi ad un tavolino trovano la scena molto divertente, e noi proseguiamo, anche se ormai ogni ripartenza un notevole sforzo. Dalla 21 alla 24 bisogna soprattutto correre, e riesco ancora a farlo. Per la 24 c'è anche da scegliere se prenderla da sopra o da sotto e opto, credo giustamente, per la seconda opzione. Le gambe vanno ancora discretamente, ma sento il cervello piuttosto alla frutta, e la successiva aletta mi richiede uno sforzo enorme per leggere la carta e svoltare al momento giusto. Per la 28 faccio fatica a contare che è il secondo bivio, ma riesco a farcela e poi è solo corsa fino all'arrivo.

Prima di scaricare sono abbastanza soddisfatto della mia gara, ma non so quanto possa valere. Lo scarico mi dice che vale il terzo posto, e l'analisi della classifica negli schermi in palestra mi spiega che vale 10' in più del primo e 40'' in più del secondo.

Che se fosse una gara normale, vorrebbe dire che il primo non lo prendevo neanche in moto (un certo Nick Barrable che nel 2003 arrivava ventesimo ai campionati mondiali sprint...) e che se non mi assopivo quel paio di volte potevo arrivare secondo. Ma considerando che siamo a Venezia e che il primo è partito quasi 2 ore prima di me, e il secondo una, probabilmente l'effetto gente ha pesato parecchio. Ma fa parte del gioco.

Non ritengo di avere le competenze tecniche per valutare il percorso, che ho trovato comunque molto "challenging" e mai banale, e non saprei dire se le farfalle lo hanno reso migliore o peggiore. Però credo di poter dire con cognizione di causa che il trofeo in vetro e plastica che mi sono portato a casa, e che ho desiderato per anni, è veramente brutto!

3 commenti:

  1. moooolto interessanti le farfalle, negli ultimi 10 anni non le ricordo; con le farfalle purtroppo a volte vi han fatto ripassare dalle stesse strade, ma penso abbiano dato un tocco di novità ai percorsi (difficile ogni anno inventarsi qualcosa di nuovo per i tracciatori).

    invece proprio non mi piace questa ricerca quasi spasmodica del tracciatore dei vicoli ciechi; già ci sono problemi di sovraffollamento, non vedo perché cercare di aumentare le probabilità di collisione

    cmq complimenti dario! :-)
    ora devi capire come limare i minuti da Nicola Barrabile (a parte la partenza tarda) e puoi ambire ad una medaglia ai WMOC
    M35 2010
    M35 2009

    RispondiElimina
  2. Il mio piano per limare i minuti da Nicola Barrabile è già pronto:
    1) ridurre ulteriormente i capelli sulla mia testa fino ad arrivare alla sua rada capigliatura (sono a buonissimo punto)
    2) continuare a migliorare la preparazione atletica invernale (a breve)
    3) continuare gli esercizi di rilettura ed allenamenti a secco (in corso)
    4) sfidarlo al WMOC 2050

    (non l'avevo trovata la pagina del WMOC, eppure il suo nome mi diceva qualcosa. Adesso capisco perchè ha fatto il miglior tempo su tutte le lanterne...)

    RispondiElimina
  3. sono d'accordo con rem sia sulle farfalle sia sui vicoli ciechi
    sono anche d'accordo con Dario che il premio era proprio brutto brutto, ma quando poco fa mi è caduto e si è rotto un po' mi è dispiaciuto...

    RispondiElimina

non lasciate commenti anonimi, suvvia...