Da quando sul calendario avevo visto la finale di Campionato trentino CSI in centro storico a Trento, ero entusiasta di fare una gara nel centro della mia città. Poi più recentemente mi ero messo a pensare che probabilmente non mi sarei divertito molto, dato che avrei dovuto guardare la cartina solo per capire dove erano le lanterne, mentre le scelte di percorso mi sarebbervo venute dalla conoscenza del posto. Però di andare così male non me lo aspettavo proprio.
La partenza è una nuova formula mutuata direttamente da "mai dire banzai", la trasmissione televisiva di qualche anno fa in cui dei giapponesi agghindati nei modi più inusuali cercavano di farsi male nei modi più vari. Nel nostro caso la componente kitch dell'abbigliamento era garantita dalle divise da orienteering, mentre l'istigazione all'autodistruzione è stata pianificata predisponendo una fila di cartine appese ad un filo da una parte della piazza, ed una fila di partenti, notevolmente più lunga di quella delle cartine, disposta parallelamente alla prima dall'altra parte della piazza. Entrambe le estremità della fila dei partenti dovevano necessariamente tentare di convergere verso le estremità della fila delle cartine, imbottigliando così quelli in mezzo. Cosa sia successo di preciso non lo so, dato che ho agguantato la cartina fra i primi e mi sono tolto di mezzo.
Quest'anno il mio feeling con le gare a sequenza libera si era già dimostrato notevolmente inferiore agli anni scorsi, e anche in questa occasione non mi sono smentito. Dopo essere partito nella stessa direzione di Candotti, Miori e Segatta, ed aver punzonato la 25 dopo il primo, loro spariscono dalla mia vista, e io mi accorgo ben presto che per il giro che ho intenzione di fare er decisamente meglio se prima facevo quella che stava appena più a destra di una immaginaria linea rossa fra la partenza e la 25. Ben presto, ma non prima che sia troppo tardi, dato che se l'avessi fatta prima della 18 i danni sarebbero stati ancora contenuti. E' invece proprio poco dopo la 18 che mi viene l'altra idea geniale di giornata: togliere il nylon dalla cartina, "tanto non piove più".
Scegliere la sequenza delle lanterne successive non è banale, ma come previsto leggo la carta solo per vedere dove sono, mentre scelgo le strade andando a memoria. Ed è l'eccesso di confidenza con il posto e lo scarso uso della carta (che negli ultimi 10 minuti di gara si trasformerà in una spece di poltiglia che devo trattare con la cura di una pergamena egizia perchè non mi si spappoli in mano) che mi induce all'errore definitivo. La 8 infatti decido dove sta dando solo una occhiata vaga alla mappa e ignorando i molteplici elementi che mi avrebbero potuto far capire che avevo deciso per la galleria sbagliata (primo fra tutti il fatto che uscito dalla galleria non mi tornava più niente). Ero talmente sicuro, che quando non ho trovato la lanterna (in compagnia di un altro pirla, ma non è una attenuante) ho concluso che l'avevano portata via senza neanche ricontrollare se magari non ero nel posto sbagliato.
Il resto della gara, corso quando ancora non sapevo, dopo la lunga digressione per andare a recuperare la lanterna che avevo lasciato indietro, è stata una sgambata veloce e bagnata in una zona non particolarmente bella nè orientisticamente interessante. In ogni caso, sarei arrivato terzo degli M35, dopo Candotti e Segatta. Quasi meglio che agli annali rimanga PM...
dietro segatta e candotti ma davanti a corradini... buttalo via
RispondiEliminaNon è molto sportivo quello che scrivi però. Meglio squalificato pittuosto che, l'unica volta in tutto l'anno in cui ti batto, risulti da una classifica. E'una vergogna troppo grande una volta all'anno essere battuto dal decadente Segatta?
RispondiEliminaVabbè.... per questa volta ti perdono l'affronto pubblico. Ci si vede a Venezia
Battere Corradini sulla carta di Trento non è sportivo, dato che lui doveva fare orienteering e io semplicemente il postino.
RispondiEliminaFarsi battere da Segatta è SEMPRE una vergogna :-)