21 dicembre 2013

ROME - Dies III - Centro Storico

Riassunto delle puntate precedenti
Dopo una sfrenata notturna fra i prati e i boschetti di Villa Borghese in M35 comanda Mario Ruggero, tallonato dal Bulgaro Ivanov. Poco più indietro Pedrotti braccato a sua volta da Thikonov. Un pelo più staccati Bianchi e Pinker. Fra i verdoni di Villa Ada è il Bulgaro a prendere decisamente il comando staccando tutti. Dietro, in 3 minuti, sgomitano per il podio Thikonv, Pinker, Bianchi e Pedrotti.

Ed arriviamo così al terzo giorno del RoMe, quello della gara in centro storico, a sgambettare fra l'Altare della Patria e i fori imperiali e arrivo a due passi dal Colosseo. Non sono sicurissimo che le mie gambe siano d'accordo dopo le due gare dei giorni precedenti, ma mi sento attrezzato per fare bene. Fra i possibili protagonisti italiani, la tensione, prima del via, è palpabile. Del resto, siamo all'ultimo appuntamento della stagione e nessuno vuole trascorrere i lunghi e bui mesi invernali a piangere sul latte versato.


Io parto di nuovo tardissimo e ne approfitto per cercare di sciogliere un po' le gambe, che pare però non ne vogliano sapere di sciogliersi. E poi finalmente è ora di partire e dopo essermi goduto l'atmosfera internazionale alla partenza e la giornata di nuovo primaverile, arraffo la carta e vado. Si parte nel parco alle spalle del Colosseo e c'è solo qualche metro per leggere la carta prima che sia già ora di decidere da che parte uscire.

Rapida occhiata e poi mi dirigo deciso verso l'uscita nord ovest attraversando ad ampie falcate gli ameni praticelli e boschetti che mi si parano via via dinnanzi. Quando dinnanzi inizia a pararmisi una sorta di accampamento di una etnia non meglio identificata (alla smodata velocità a cui mi muovo non è facile riconoscere i lineamenti di qualcuno) la mia sicurezza inizia a vacillare e vacilla sempre più mano a mano che mi sposto senza vedere l'uscita che sto cercando. Gli sguardi angosciati alla carta e alla bussola sembrano confermare che devo andare proprio da quella, ma più l'ansia cresce, meno riesco a leggere, e più aumenta il terrore di aver già buttato via la gara dopo neanche un minuto. Poi il cancello appare, esattamente dove doveva apparire, e io mi fiondo nelle stradine e scalette successive come dovessi recuperare minuti su minuti, mentre in realtà non avevo perso neanche un secondo. Così faccio il miglior tempo di tratta, un solo secondo meglio di Simone Grassi, che, nonostante non felicissimo epilogo di due giorni prima, non ha rinunciato alle partenze sprint.

Mi si conceda qui una piccola divagazione. Che in realtà divagazione in senso stretto allo stesso tempo è e non è, dato che parlo di un diretto concorrente, che però ha divagato. Si tratta dell'Imprevedibile Ruggiero, che impiega 7' (7 MINUTI) più di me ad arrivare alla 1. Narra la leggenda, raccontata da lui, che abbia leggermente sbagliato uscita dal parco e sia arrivato fino alla Stazione Termini prima di capire cosa era successo. Google map conferma che effettivamente in quel tempo con le gambe di Mario si poteva andare e tornare da Roma Termini, con buona pace delle sue aspirazioni al podio.

Tornando alla mia gara, per la 2 sbaglio probabilmente scelta scendendo invece che facendo il giro, poi per la 3 c'è poco da scegliere ma un po' da fare attenzione, dato che non è immediato capire che la lanterna è dietro un bastione di mattoni subito dentro il parchetto. 4 e 5 sono nel parchetto sopraelevato e poi bisogna tornare fuori dal cancello di prima per andare alla 6, che richiede, fra le altre cose, di immettersi in rotatoria in mezzo al traffico romano, di attraversare i fori imperiali e di salire una scala infinita verso il Campidoglio. Faccio tutto benino e mi blocco davanti alla lanterna che vedo dove cercavo la mia, ma che ha un codice diverso da quello che dovrebbe avere. Mi sposto un po', do un'occhiata in giro, rileggo il codice, riguardo la mappa, ma niente, il fatto che io abbia fin lì punzonato solo 5 lanterne non mi fa sospettare che magari non sia la 9 quella che sto cercando. Sono passati 20'' quando ho l'illuminazione: se ruoto la carta di 180° il 9 diventa magicamente un 6 e i codici finalmente combaciano.

Non sono di buon umore quando attraverso la piazza del Campidoglio e mi butto giù per la scalinata quasi certo che non ci sia un percorso migliore (il Bulgaro ci metterà 10'' di meno, ma tuttora non capisco come abbia fatto, dato che non correva più veloce di me e non vedo altre scelte possibili). Dalla 8 alla 12 inseguo Massimiliano Cavara in un pezzo non particolarmente stimolante e riesco a superarlo prima della 13. La 14 è lì a due passi e la 15 è facile, a condizione che ci si accorga che è sopra e non sotto (come la descrizione punti poteva far pensare, ma dandogli un'occhiata di sicurezza prima di scendere si potevano prevenire fattacci).

Per la 16 si corre in una stradina molto suggestiva in mezzo agli scavi archeologici dell'Antica Roma, mentre per la 17 bisogna salire, e oltre agli scalini ci sono paparazzi romani appostati dietro i muretti. La 18 è nascosta dietro una macchina parcheggiata malamente, la 19 ha poco da dire, la 20 poco di più e la 21 serve a preparare la 22.

La descrizione punto dice "ponte - sopra". Ora, se si prendono la briga di metterla SOPRA un ponte, e c'è una scelta che ti fa passare SOTTO quel ponte, è evidente che hanno fatto apposta per ingannare gli sprovveduti che pensano che sia SOTTO e fanno la scelta che passa SOTTO. Quindi la scelta giusta deve essere quella che arriva direttamente SOPRA. Se l'arguto ragionamento è giusto, sarà onore e gloria, se è sbagliato, polvere e infamia: ok, giochiamocela. Quando arrivo alla 22, Eddy, che prima della 21 avevo a qualche decina di metri, non si vede. Potrei illudermi di avergli guadagnato secondi su secondi, se non fosse che mentre punzono arriva Max Cavara, che alla 21 mi era dietro di parecchio di più e sta anche correndo più piano. In effetti vista a freddo la mia era una scelta del cavolo, non solo perché ho sottovalutato una lunga scala che mi ha costretto al passo, ma anche perché non avevo visto la scaletta che tagliava il primo tornante proprio sotto la linea rossa. Per la cronaca, la genialata mi è costata 30''.

Esco dal punto con il morale compromesso, e le gambe lo sono da un po'. Ho un sussulto di orgoglio per la 23, ma poi ho davanti chilometri di Fori Imperiali e Eddy non appare che all'orizzonte e, anche se cerco di mettercela tutta, li percorro tutti arrancando. Per andare alla 26 scelgo di passare a est del Colosseo solo per finirgli il giro intorno e poi è ora di arrivare.

Raggiunto Eddy solo dopo il finish, non sono molto soddisfatto della mia gara e do un'occhiata un po' scazzata al bigliettino che mi danno allo scarico, che sembra molto più soddisfatto di me. Oltre a dire che i punches sono ok, dice anche che live rank: 1 e mi risulta che siano già arrivati tutti i più forti. Finisce che vinco con 1'21'' su Pinker, 2' sul Bulgaro e 2'21'' su Ingemar.

È moralmente accettabile essere contenti per aver vinto una gara di cui non si era contenti prima di sapere il risultato? Probabilmente no. Infatti gli dei dell'orienteering mi puniscono relegandomi al terzo posto nella classifica finale della 3 giorni, a soli 19 secondi da Pinker, al quale ho graziosamente regalato 30'' alla 22 grazie alla mia scelta astuta (e a 7'33 dal Bulgaro).


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