Quella di Caldonazzo doveva essere la gara del redde rationem fra me e Fabietto, ma alla fine la Grande Sfida è finita un po' in secondo piano a causa delle condizioni quasi proibitive in cui si è svolta la gara.
Mentre attorno a Trento la neve durante la notte era caduta sopra i 1100 metri, in Valsugana, dove sta Caldonazzo, era arrivata a poco più di 200, zona gara compresa, e quella delle calzature è diventata la scelta più importante della gara, solo che a meno di essere molto previdenti (e io non lo sono affatto) e di essersi portati da casa 4 paia di scarpe, una volta lì la scelta era già fatta. La mia è stata appena accettabile, ma ho rimpianto per tutta la mattina le mie nuovissime La Sportiva con ghetta anti neve e suola super aggressiva, rimaste al calduccio in ripostiglio.
Non che non ci si sia divertiti, comunque, e ho visto con i miei occhi scarpe molto peggiori delle mie portare più che dignitosamente al traguardo il loro proprietario, con citazione particolare in questo senso per Andrea Segatta, che, con delle suole poco più che slick , mi avrebbe probabilmente battuto, non fosse per un problemino di cui parlerò più avanti.

Ciò nonostante poco prima della 7 ho raggiunto il gitante Candotti, che probabilmente mi salva dal fare la fine di Segatta e molti altri (fra cui anche Lorenzo e Simone), ovvero dall'andare a cercare la 7 dove era segnata in carta. Nonostante l'adattamento successivo dei dati del gps non lo mostri nella mia carta, sono abbastanza sicuro di aver attaccato il punto scendendo a destra del nasone, e quando mi stavo apprestando ad aggirarlo verso sinistra per cercare il punto, ho visto alla mia destra qualche metro più sotto Michele e con lui la lanterna, e sono andato da quella. L'avrei notata senza di lui? Chissà, comunque stando alla carta sarei andato a cercarla dall'altra.
La discesa dalla 7 alla 8 dimostra che sto diventando saggio o almeno vecchio. La pendenza era notevole, la tenuta delle mie scarpe scarsa, e la mia paura assai. Tre minuti per fare meno di 200 metri in discesa sono un'enormità, soprattutto confrontati con il 1'45'' di Simone (ma come caspita hai fatto?) e i 2'22'' di Mister Slick Segatta.
Portata la pelle in salvo, si è trattato di vincere il sottobosco per arrivare alla 9 e poi di riuscire a conservare la cartina fino all'arrivo. Si dà il caso infatti che, avendo scioccamente rifiutato la busta di plastica che mia moglie e mio suocero mi avevano generosamente offerto prima della partenza, da metà gara in poi mi sono trovato con in mano una cosa molliccia che tendeva ad appiccicarsi con sé stessa o a perdere pezzi lungo il cammino se le arrivava troppa aria. Dalla 10 in poi ho corso portando in palmo di mano (in senso stretto) la salma della mia cartina, pregandola di portarmi fino all'arrivo (cosa che non ha fatto quella di Fabietto, che ha dovuto ripassare dal via per prenderne un'altra), e fermandomi varie volte per raccogliere dei pezzi utili caduti, o per aprire con tutta la cautela del caso le pieghe che mi impedivano di vedere il tratto successivo. Considerando che dalla 10 all'arrivo il percorso diventava piuttosto banale, il giochino della carta spappolata ha sicuramente ravvivato la gara, facendomi anche esercitare sulla lettura a rovescio, dato che dopo la 17 avevo paura che orientare la carta le sarebbe stato fatale (e il mio polso si orientava solo fino ad un certo punto).

Nel calcio dicono che quando si vince anche giocando male è buon segno. Speriamo valga anche per l'orienteering.
Non si può passare nel privato ... :-)
RispondiEliminadalle condizioni in cui era la mia carta era impossibile capire che fosse un verde privato, e infatti l'ho scoperto solo dopo che ho scaricato la traccia.
Eliminamentre che quel recinto prima della 19 (che ho attraversato due volte) fosse non attraversabile, ne avevo avuto il sospetto anche in gara: ma valevano le regole della sprint per cui un non attraversabile è vietato attraversarlo o quelle del bosco dove il non attraversabile è un consiglio? Io ho optato per la B...
Mister Slick è fantasistico :-) :-) :-) Quasi quasi lo faccio diventare il mio nome d'arte orientistico. Grande Pedro!
RispondiEliminaTe lo concedo volentieri, senza nianche richiedere i diritti d'autore!
EliminaCaro Dario,
RispondiEliminala stella è tornata a brillare nel firmamento del Candotti cielo!!!
Oggi vista la bella giornata, io e l'amico Andrea siamo tornati sul luogo del misfatto e sfatando ogni pronostico abbiamo ritrovato l'amata si-card. INCREDIBILE!!!!!!
Abbiamo approfittato per dare un' occhiata al punto 7 e pur essendoci qualche piccola imprecisione nella carta il punto era al posto giusto.
Alla prox.
Che culo!
Eliminapiccola imprecisione... alla faccia! Era almeno 2 curve più alta, 50 metri più vicina al tornantone delle strada, invece che essere sulla sommità del naso era al lato della forma.
EliminaSi.. a parte questi INSIGNIFICANTI dettagli era in una fossa ;-)