1° maggio ad Avelengo, due anniversari in uno, e entrambi da dimenticare. Il primo maggio dell'anno scorso avevo fatto una garaccia tremenda in Alto Adige, e ad Avelengo avevo corso pure peggio, sempre l'anno scorso, per il campionato trentino + Alto Adige middle. Insomma, pessimi auspici.
Quella di oggi in realtà più che una gara doveva essere una "operazione ricostruzione autostima". La gara in sè era infatti una staffetta, valida per il titolo trentino, e data la cronica mancanza di compagni di squadra competitivi in M35, la mia moglie Antonella Valer (quella colpevole della mia conversione in età matura) si era gentilmente offerta di farmi da compagna di squadra, con un grande gesto d'amore (una gara in M35, nelle sue attuali condizioni di forma, sono un ENORME gesto d'amore...) ma non facendo schizzare esattamente alle stelle le probabilità di podio. Tanto da indurmi a lasciare a casa la tuta dell'US San Giorgio, che mi porto solo quando penso di avere qualche possibilità di andare sul podio. Quindi, libero da pensieri di classifica finale, l'unico obiettivo era cercare di dimostrarmi di essere in grado di correre una middle dignitosamente, senza farmi condizionare dagli avversari in bosco. E da questo punto di vista il lancio di una staffetta, con, fra gli altri, Dennis Dalla Santa, Eddy Sandri, Andrea Segatta, e Giuliano Rampado, era un ottimo allenamento. La presenza di Dennis poi, aggiungeva alla dimensione psicologica anche un senso dal punto di vista prettamente cronometrico, dato che, nonostante faccia ormai poche gare e abbia sempre quell'atteggiamento umilissimo da uno che è lì per caso e che mai sognerebbe di poterti battere, va come un treno (l'anno scorso, bronzo agli italiani sprint, due vittorie e un terzo posto in Coppa Italia M40, e vittoria della qualificazione A agli italiani middle, ma per la finale aveva già un impegno familiare...).
Il tempo non è eccezionale, ma potrebbe andare peggio, dato che dicono che fino alla settimana scorsa c'erano 20 cm di neve, e oggi si limita a piovigginare, e arriviamo al ritrovo talmente tardi che inizio a fare riscaldamento appena sceso dalla macchina, e quando ho finito è già ora di partire.
L'ordine di giornata è "non farsi condizionare dagli altri" e parto a testa bassa sulla carta, dimenticando il resto del mondo. Tanto che non noto il fatto che il fiume dei partenti (fiumiciattolo, dai, non erano poi così tanti) proseguono diritti quando io sterzo a sinitra buttandomi in quella che per me era l'apertura dopo il verde privato, e quindi la K. Cominicia dopo pochissimo a non tornarmi più nulla, ma Dalla Santa è con me, quindi deve essere giusto. E dato che lui scavalca di slancio un recinto che io in carta non vedo, lo seguo per un po'. Quando arrivo alle casette sottostanti capisco finalmente dove sono, ma solo a fine gara capirò, grazie al discreto appunto di Bezzi, di aver saltato 100 metri di percorso fettucciato e di non essere mai arrivato alla svedese. Non mi sento troppo in colpa solo perchè in quel modo la strada era quasi più lunga, e perchè dà una sadica per quanto inutilissima soddisfazione vedere quanti mi sono venuti dietro...
Comunque, una volta arrivati alla 1 (nell'ordine DD - ES - DP - AS) procedo in semi autonomia verso la 2. Vedo davanti DD, ma so dove sono e cosa sto facendo, e non è male. Mi fermo un attimo nella canaletta prima della mia, ma pazienza. Alla 2 siamo ancora DD - ES - DP - AS. Dopo la 2 salgo puntando al sentierino che va poco a nord della 3, e meno male che DD è ancora davanti, perchè se no mi sa che mi involavo lungo quello che invece scende, come invece ha fatto AS. Comunque raggiungo il giallino che volevo raggiungere, DD è venti metri avanti, ES adesso è dietro.
Dopo la 3 DD scende a destra, io decido di scendere a sinistra. Il verdino prima della 4 si rivelerà più intricato del previsto e perdo un po' di secondi e la seconda posizione, ma ho ormai preso in mano saldamente il mio destino, ed è quello che mi interessa di più. Palude e naso in sicurezza per la 5, verso la strada e avvallamentone in pieno controllo per la 6, supero ES andando alla 7, vedo poco avanti DD ma so anche che sto andando a fare il giro alla montagnola e dietro c'è la 7. Poi su sul dosso, appoggio "visivo" sul dossettino pre 8, e sorpasso di DD prima di punzonare. E sono ancora completamente concentrato, tanto da guadagnargli qualche secondo anche usando la stradina che esce dal recinto invece di scavalcarlo come fa lui.
Poi per la 10 c'è da correre, e questo lo so fare. Non mi volto più indietro, intravvedo DD solo quando svolto a sinistra del passaggio permesso nella proprietà privata e lui è un po' più sotto. Leggo ancora molto bene il terreno andando alla 10 e alla 11. Tanto bene che avvicinandomi alla 11 inizio a riconoscere le micro forme a cui mi sto appoggiando, ma a dubitare che siano davvero loro e a chiedermi se non è che mi sto convincendo di essere in un posto e invece sono in tuttaltro. Arrivo ad essere quasi in ansia prima che mi appaia l'oggetto particolare, che mi dice che ero proprio dove pensavo di essere. Paranoia pura. Ma questa volta non basta neanche lei.
Per la 12 c'è da fare azimut, che non è proprio il mio forte. Mi fermo, oriento la carta, alzo la testa, fisso un albero il più lontano possibile, corro fin lì e nel frattempo traguardo più lontano in quella direzione. Quando laggiù intravvedo perfettamente in asse un telo bianco e arancione, sta per scapparci una lacrimuccia. Per la 13 si aggira la proprietà privata e si attraversa una palude che è praticamente un lago. Mi ci tuffo giocondo con l'acqua al ginocchio, chiedendomi se non ci sia qualche buco più profondo. Per fortuna no. Le forme continuano a non essere molto accentuate, ma oggi riuscirei a leggere anche un dosso dissuasore su strada asfaltata, e infilo 13 - 14 e 15 senza la minima sbavatura. Per la 16 c'è da correre e impantanarsi un po', per la 17 c'è da ricorrere stando un po' più alti per impantanarsi un po' meno, per la 18 c'è un avallamento che non si può non vedere, alla 19 c'è un masso alto 5 metri, la 20 è in mezzo al nulla, e di 100 ce ne sono due. Arrivo al traguardo senza riuscire a sbagliare più nulla.
Nonostante le non molto onorevoli prime 4 lanterne, stacco di gran lunga il miglior tempo di frazione, secondi frazionisti compresi, con un paio di minuti su DD, tre su ES, e addirittura 5 sul Rivale, che oggi evidentemente non era in giornata, o ha fatto pretattica per sabato.
Ciliegina sulla torta, grazie al PM di ES (che però dal punto 4 ci è passato) e alla ostinata perseveranza della moglie, che suda 77 camicie, ma non molla fino alla fine, agguantiamo il quarto posto che vale il bronzo ai Campionati Trentini di staffetta. Come direbbero al Trent-o, una "patacca", che fa morale. Quasi quasi la tuta dell'US San Giorgio non la porto più.
Grande Dario... hai fatto un garone. Complimenti. Per me un super tempo. Infatti mi hanno detto che alla fine eri piegato per bene.
RispondiEliminaEra la tua gara, perchè eri libero da pressioni e in quelle circostanze tu dai il meglio.
Libera la testa per il Week end ... e ti potrai prendere una bella soddisfazione.
liberare la testa? non ci penso neanche, io voglio una medaglia!!!
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