Ci sono delle gare, soprattutto quelle extra lunghe di corsa in montagna, in cui non c'è una vera e propria classifica, o comunque non interessa a nessuno. L'obiettivo è arrivare a conquistare il diploma di "FINISHER", cioè di uno che quella gara è semplicemente riuscito a finirla. Ma domenica, a Venezia, il trofeo più ambito alla fine è stato quello del virtuale diploma di "STARTER".
Per uno come me che fra i principali traumi della propria esistenza ricorda un sabato pomeriggio in cui era in programma una partita di basket allievi (13 anni o giù di lì) saltata all'ultimo momento perchè gli avversari non si erano presentati, l'arrivare alla partenza e sentirsi dire che non si partiva più, sarebbe probabilmente stato fatale, e le mie spoglie terrene si sarebbero aggiunte a quelle della pantegana che galleggiava in un celle imprecisato mentre arrivavo all'Arsenale. Se sono qui oggi, è perchè il Destino mi ha fatto arrivare in partenza circa 11' prima della Fine.
Così dopo aver doverosamente filmato (a beneficio dei miei lettori) la situazione iniziale, e tentato di fotografare qualche caso singolare, come la reception dell'albergo allagata ma perfettamente funzionante, mi ero avviato tranquillamente sulla mia brava passerella, assieme a tanta altra umanità.
Per uno come me che fra i principali traumi della propria esistenza ricorda un sabato pomeriggio in cui era in programma una partita di basket allievi (13 anni o giù di lì) saltata all'ultimo momento perchè gli avversari non si erano presentati, l'arrivare alla partenza e sentirsi dire che non si partiva più, sarebbe probabilmente stato fatale, e le mie spoglie terrene si sarebbero aggiunte a quelle della pantegana che galleggiava in un celle imprecisato mentre arrivavo all'Arsenale. Se sono qui oggi, è perchè il Destino mi ha fatto arrivare in partenza circa 11' prima della Fine.
Il MOV con l'acqua alta era uno di quelli spauracchi che tutti gli anni si vagheggiavano, e quest'anno, nel caso a qualcuno fosse sfuggito, è arrivato. Arrivando in treno all'ora in cui era stata prevista la marea massima, non sapevo cosa aspettarmi uscendo dalla stazione. Confesso che il vedere delle zone asciutte, nonostante come segnala (o almeno faceva qualche giorno fa) la mappa consigliatami nei commenti al post precedente da Ale (chi sei?) la stazione fosse evidentemente in una delle zone più rialzate, mi aveva un po' deluso, ma bastavano pochi metri per veder iniziare "Le Passerelle". Questi cosi di metallo sormontati da tavolati in legno erano il mio proncipale spauracchio da acqua alta (ma davvero il regolamento dice che se ci sono le passerelle bisogna starci sopra?) ma anche il mio ipotetico viatico per arrivare all'Arsenale senza bagnarmi i piedi. È vero che c'era anche un piano B (sacchetti di plastica con laccetto alla caviglia e sopra il ginocchio), ma quello serviva solo nel caso in cui i bambini avessero avuto voglia di sguazzare un po' nell'acqua, e loro avevano deciso di arrivare un po' più tardi.
Così dopo aver doverosamente filmato (a beneficio dei miei lettori) la situazione iniziale, e tentato di fotografare qualche caso singolare, come la reception dell'albergo allagata ma perfettamente funzionante, mi ero avviato tranquillamente sulla mia brava passerella, assieme a tanta altra umanità.
Dopo meno di 100 metri, la passerella con mio grande stupore terminava e per proseguire bisognava per forza scendere nelle acque. C'era chi ci si buttava vestito come stava, chi adottava gli stivali prontamente messi in vendita dai negozianti limitrofi, chi si toglieva calze e scarpe, chi sfoderava i sandali da doccia. Io scalavo semplicemente al mio piano B. Che si dimostrava del tutto inadeguato dopo meno di 50 metri. Non solo i sacchetti non rimanevano al loro posto se non interrompendo la circolazione sanquigna con i laccetti, ma dovevo procedere in modo esasperantemente lento per reggere i sacchetti, e comunque entrava l'acqua. Così alla prima piazzetta utile sono passato al piano C (braghette da gara e sandali da doccia), abbandonato dopo altri 20 metri per il piano D: scalzo. Inutile dire che mi divertivo come un bambino.
Fra i compagni di viaggio che la marea portava, girava la voce che la partenza fosse stata spostata, ma nessuno aveva il minimo dubbio sul fatto che la gara si sarebbe fatta. E intanto continuavamo a traversare le acque, che coprivano la quasi totalità del percorso, chi scalzo, chi con le scarpe, da gara (ho visto una signora con le chiodate, giuro!) chi con gli stivali, che però erano troppo corti, e costringevano i portatori ad esercizi ginnico-equilibristici per svuotarli periodicamente.
In prossimità dell'Arsenale l'acqua da sopra era saltuaria, ma quella da sotto caparbia e continua, ma una volta in palestra, con i calzini e le scarpe asciutte che sebravano babbucce di pelo, nella mia testa era solo questione di attendere il giusto. Le notizie più o meno ufficiali dicevano che la partenza era stata spostata alle 10.30 e che sarebbe stata una punching start (ovvero fanculo alle liste di partenza, si va lì e si parte quando c'è un posto) con ultima partenza alle 13.30. Così le domande pre gara abbandonavano la tradizionale "tu a che minuto parti?" per buttarsi sulla innovativa "tu a che ora pensavi di partire?", alla quale TUTTI rispondevano "verso le 12.30". Fatti due conti, e capito che 4000 persone non potevano partire TUTTE alle 12.30, avevo deciso di partire dal palazzetto non appena le acque avessero abbandonato la Riviera degli Schiavoni, permettendo di arrivare almeno in partenza con i piedi asciutti. Perchè nel frattempo la marea aveva effettivamente iniziato a scendere, e nonostante la Bor... ops, lo Scirocco che le sostenevano parecchio, un po' alla volta le acque cedevano il passo alla terraferma. Fatte un paio di uscite dal palazzetto come non mi ricordo quali uccelli fuori dall'Arca di Noè, ad un certo punto ho deciso che era ora di partire, e sono andato.
La speranza di arrivare in partenza con i piedi asciutti si è miseramente infranta sul tratto che si vede al secondo 33 del filmato sul sito della FISO, ma tanto non è che sperassi di non bagnarmeli in gara. In prossimità della partenza c'era una discreta fila, che procedeva abbastanza spedita fra frizzi e lazzi, e in un tempo relativamente breve sono giunto al gazebo della partenza, dove a Rudi De Ferrari sembrava dovessero schizzare gli occhi fuori dalle orbite da un momento all'altro, e io, che ignoravo i suoi travagli interiori, mi sono chiesto se si fosse fatto di coca.
Ma non c'è stato il tempo per chiederglielo, perchè mi hanno ficcato una cartina in mano, uno start davanti, e poco di mancavano che mi dessero una pedata nel sedere per farmi partire più in fretta. Ma non c'era certo bisogno di pregarmi.
In gara di acqua ne ho trovata relativamente poca, abbastanza da poter dire "ho corso nell'acqua alta", ma senza esserne troppo condizionato quanto a tempo finale.
In gara di acqua ne ho trovata relativamente poca, abbastanza da poter dire "ho corso nell'acqua alta", ma senza esserne troppo condizionato quanto a tempo finale.
Io c'ero, e sono anche partito!
Ma sei fulminato ad andare scalzo?
RispondiEliminaE se mettevi il piede nudo su qualcosa che ti tagliava?
E se c'era una scheggia di vetro? E se c'era una lattina?
per non creare fraintendimenti e ambiguità voglio sottolineare che NON MI SONO FATTO DI COCA ne tantomeno di QUALUNQUE ALTRA SOSTANZA PSICOTROPA. Ammetto che al momento sopracitato il mio animo fosse un cicinin turbato e che quindi ad una visione superficiale poteva trarre in inganno.
RispondiEliminanota x dario: se nel pezzo annunciato "l'abbiamo fatta fuori dal bulacco"o similia provi a scrivere frasi del tipo: io avrei fatto, se fossi stato in loro,io è da anni che lo dico,buoi/latte/frittata,ringrazio e stimo gli organizzatori ma... , ..........ti ALLAGO LA CASA :)